Sandro Giacobbe è stato ospite di “Verissimo” ed è arrivato in carrozzina accompagnato dalla moglie Marina Peroni. Il cantante, 75 anni, lotta contro un tumore da oltre 10 anni e ha deciso di raccontare la sua esperienza nel salotto di Silvia Toffanin. La padrona di casa inizia mandando in onda un filmato che ripercorre la vita e la carriera del suo ospite. A proposito dei genitori, il cantante dice: “Erano poveri, mia mamma si è sposata a 17 anni, da fare il viaggio di nozze uno alla volta. Loro mi hanno aiutato come potevano e non mi hanno mai ostacolato riguardo alla mia passione per la musica. Con tanti sacrifici cercavano di aiutarmi. Poi è arrivato il successo e io ho aiutato loro, come avrebbe fatto qualsiasi altro figlio. Oggi ho due figli anche io, due ragazzi meravigliosi che mi amano. Sono stato un padre tollerante, ma severo. Sono anche nonno”.
Poi rivela: “Mio figlio Andrea ha avuto un problema di salute quando aveva 13 anni. Abbiamo scoperto un tumore all’addome, sono stati tre anni molto difficili, superati fortunatamente. Ora ha 41 anni e gode di ottima salute, gioca a tennis e a calcio, è guarito perfettamente”. “Le mie preghiere quando scendevo giù dal Gaslini sono state esaudite”, afferma con il sorriso.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK

Sandro Giacobbe chiama la carrozzina “la mia Ferrari” e il suo parrucchino “Teresa”
Il cantante oggi non cammina più a causa delle metastasi che hanno attaccato le ossa del bacino e del femore ma non ha mai perso la voglia di combattere e il senso dell’umorismo. Chiama infatti la carrozzina “la mia Ferrari” e il suo parrucchino “Teresa”. “Ho imparato a vivere in funzione dell’oggi e intensamente – confessa – La vita mi ha insegnato che bisogna vivere con trasporto, vivere alla giornata, vivere intensamente. Domani vediamo”. La sua battaglia è iniziata tempo fa “Dieci anni fa è cominciata questa lotta contro il tumore alla prostata – racconta – Operazione, radioterapia, alternando momenti di tranquillità dove sembrava che andasse tutto bene, ad altri momenti in cui saltava fuori in giro qualche problemino con le metastasi, sempre nel bacino dove mi avevano già operato”. “
“Queste metastasi – aggiunge – hanno aggredito le ossa del bacino e del femore e quindi mi hanno obbligato a stare sulla sedia a rotelle. Da ottobre sto facendo un ciclo di terapia e questa settimana capiremo com’è la situazione”.

La moglie: “Io e Sandro siamo legati da un filo rosso invisibile”
Nella battaglia contro il cancro, al fianco di Sandro Giacobbe, c’è sempre stata la moglie Marina Peroni, che non lo ha mai abbandonato. La coppia sta insieme da 15 anni, ma si è sposata due anni fa. “Abbiamo vissuto gli ultimi 15 anni sempre insieme, costantemente – spiega la donna – Non litighiamo mai, ma non perché qualcuno soccomba, ma perché rispettiamo le divergenze di vedute, di opinioni. Quando c’è un momento caldo a rischio lite, diciamo basta”. Sandro Giacobbe conferma e aggiunge: “Ho imparato a non litigare, quando è il momento bisogna fermarsi e lasciar passare 10 minuti. Con questo sistema non si litiga. Nella vita bisogna vivere tutto, serenamente e con grande trasporto ma viverlo alla giornata”. “Siamo legati da un filo rosso invisibile. L’amore è eterno, esiste e io e te siamo la dimostrazione. Io sono sempre al suo fianco, noi stiamo h24 insieme”, dice infine la donna commossa.

“Spero di passare ancora tanti giorni con i miei cari. L’unica cosa che mi spiace è doverli lasciare”
Una dichiarazione d’amore che commuove tutti. “In lei ho trovato dei valori che non pensavo avrei mai ritrovato in vita mia – dice Sandro Giacobbe -. A questo punto, la vita mi ha insegnato che bisogna vivere tutto con grande trasporto, ma vivere alla giornata”. “Adesso con modo più accentuato, tutto quello che vivo lo vivo in funzione dell’oggi – aggiunge -. Oggi lo vivo intensamente. Ogni giorno della mia vita è un giorno intenso, un giorno che passa vicino alle persone che amo. Spero di passarne ancora tanti”. “L’unica cosa che mi spiace è doverli lasciare”, svela con un po’ di malinconia. Prende la parola la moglie che ironizza: “Tanto alla fine me ne andrò prima io”. “È cambiata la sensibilità, adesso se guardo un film di Fantozzi riesco anche a piangere”, conclude Sandro Giacobbe.