Cinzia Leone racconta la sua malattia: "Ho vissuto solo per guarire"

Cinzia Leone racconta la sua malattia: “Ho vissuto solo per guarire”

Daniela Vitello

Cinzia Leone racconta la sua malattia: “Ho vissuto solo per guarire”

| 05/05/2024
Cinzia Leone racconta la sua malattia: “Ho vissuto solo per guarire”

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Cinzia Leone è stata ospite per la prima volta a “Verissimo”. La vita, come ha preannunciato Silvia Toffanin, l’ha messa di fronte a dei momenti difficili ma non ha mai perso la forza di sorridere e l’autoironia. Il 21 dicembre 1991 è stata colpita da un ictus scatenato da un aneurisma congenito all’arteria basilare. Il sorriso le è stato indispensabile per affrontare il momento più buio. “Sono preoccupata perché quando entro nelle trasmissioni, siccome è un’emozione fortissima, mi si irrigidisce la gamba e zoppico – ha spiegato Cinzia Leone al suo ingresso in studio – Nella vita normalmente riesco a gestirla di più. Quindi dovrò cominciare a entrare nelle trasmissioni ballando”.

Cinzia Leone e Silvia Toffanin (Foto da video)

“Mio padre è morto quando avevo 8 anni”

Il primo grande dolore, la scomparsa del padre, l’ha colpita quando aveva 8 anni. “Papà era molto giovane, aveva 39 anni – ha raccontato – Mia mamma aspettava mio fratello. Però io ricordo perfettamente mio padre e il tempo trascorso insieme. Questo è stato un grande bagaglio di eredità che mi ha accompagnato per tutta la vita. Questa vita così frastagliata mi ha permesso quando è arrivato il momento cupo di essere allenata. Ho scelto di fare la comica per ridere, sdrammatizzare”.
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Cinzia Leone (Foto da video)

“La paralisi era abbastanza brutta. Ci sono voluti 30 anni ma sono guarita”

La conversazione si è spostata sul malore accusato 32 anni fa che le ha stravolto la vita. “Quel giorno c’era la prima di un mio film e non volevo uscire di casa perché avevo mal di testa – ha rivelato – Mia madre mi ha detto: ‘Non fare la cretina, è il tuo lavoro, prendi un taxi e vai al cinema’. Ci sono andata e sono viva per questo. Se rimanevo a casa, non se ne accorgeva nessuno. Lì ho perso un minimo di conoscenza. Senza neanche aspettare l’ambulanza, Francesco Nuti mi ha fatta andare in ospedale con la sua macchina. Sono andata ad operarmi negli Stati Uniti, obbligatoriamente. Sono stata per un lungo periodo al San Camillo a Roma ma ho pochissimi ricordi. Non potevo essere operata lì perché ci voleva un macchinario apposito per l’operazione e quindi sono andata in America. Era già passato un mese da quando mi ero sentita male. La paralisi c’era, anche abbastanza brutta. Da quel momento io ho vissuto solo per guarire. Non ho voluto nemmeno l’invalidità, volevo solo guarire. Ci sono voluti 30 anni ma l’ho fatto”.

Silvia Toffanin (Foto da video)

“Tantissime persone mi hanno voltato le spalle ma non voglio ricamminarci dentro”

“È stata un’esperienza di vita talmente importante che, a volte quando ci ritorni dentro nella sua normalità, la vita sembra quasi banale – ha proseguito l’attrice – Io volevo solo riprendere il mio lavoro. Se non lo faccio muoio. Ci ho messo 30 anni per guarire. Dovrò fare sempre fisioterapia. Oggi non lo so come sto ma vivo. Tantissime persone mi hanno voltato le spalle ma non voglio ricamminarci dentro perché è stato difficilissimo cercare di liberarmi da questa rabbia. Il dolore quando è insopportabile va a cercare la rabbia. Sto scrivendo il prossimo spettacolo che si intitola ‘La grande rabbia’. C’è un livello di rabbia nel mondo pari all’infelicità che ha dentro e che non riesce ad ammettere”.

Cinzia Leone (Foto da video)

“Non ho intenzione di passare questi anni a recriminare niente a nessuno”

“Io non ho questo sentimento perché ho fatto un altro percorso – ha confidato – Non ho voglia di menare nessuno, non sono così intollerante, saluto tutti per strada, sorrido, non sono sospettosa e non ho paura degli altri. È stato difficile farmi riaccettare al lavoro ma era difficile che gli altri potessero comprendere perché questa, come tutte le malattie, è un’esperienza di grande solitudine. Ma non ho intenzione di passare questi anni a recriminare niente a nessuno. Ora ci sono io e la mia voglia di ricominciare a fare questo mestiere. La vita mi rende felice in moltissimi aspetti”.

Cinzia Leone (Foto da video)

“Gli uomini sono un tasto dolente, la femminilità la parte più offesa”

“Gli uomini? Un tasto dolente perché è chiaro che questi 30 anni sono stati un fermo perché io mi sentivo assolutamente inadeguata – ha ammesso Cinzia Leone – La femminilità è la parte più offesa. C’hai metà cadavere e metà viva. Finisce la baldanza della giovinezza. Devi ricomporre una nuova identità, soprattutto femminile.  Adesso, piano piano, sto cominciando a farlo”.

Pubblicato il 05/05/2024 11:58

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