Marina Berlusconi racconta le ultime ore di vita del Cavaliere

Marina Berlusconi racconta le ultime ore di vita del Cavaliere: “L’ultimo scritto di mio padre”

Daniela Vitello

Marina Berlusconi racconta le ultime ore di vita del Cavaliere: “L’ultimo scritto di mio padre”

| 24/03/2024
Marina Berlusconi racconta le ultime ore di vita del Cavaliere: “L’ultimo scritto di mio padre”

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Marina Berlusconi ripercorre le ultime ore di vita del padre a quasi un anno di distanza dalla sua morte. Due giorni prima della sua scomparsa, in una stanza dell’ospedale San Raffaele di Milano, Silvio Berlusconi ha chiesto carta e penna e ha buttato giù su quattro fogli quello che la sua primogenita considera il suo testamento. Consumato dalla malattia e consapevole di essere prossimo alla fine, il Cavaliere ha immaginato un colloquio su Forza Italia, un sogno diventato realtà a cui ha dedicato 30 anni della sua vita. Quel 10 giugno 2023, Marina Berlusconi era in ospedale con il padre ed è stato testimone di quel momento insieme drammatico e unico che è diventato la prefazione di “In nome della libertà”, l’ultimo libro di Paolo Del Debbio.
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Silvio Berlusconi (Foto Instagram)

“Sapevamo che la sua salute era molto compromessa ma nessuno immaginava che la fine fosse così vicina”

“Quello che compare in queste pagine è l’ultimo scritto di mio padre, Silvio Berlusconi. Lo buttò giù in una stanza d’ospedale poche ore prima che, la mattina del 12 giugno 2023, si separasse dalla vita (…) – si legge in un’anticipazione del “Corriere della Sera” – Ero lì con lui, in quella camera del San Raffaele di Milano, nel primo pomeriggio di sabato 10 giugno, quando scrisse queste righe. E non potrò mai, mai dimenticare. Nemmeno lo voglio. Era al suo secondo ricovero, doveva essere una breve permanenza, il tempo di fare alcune terapie, nuovi esami e poi a casa. Sapevo, sapevamo che la sua salute era molto compromessa, non immaginavo, nessuno immaginava, che la fine fosse così vicina”.

“Gli avevo fatto visita la sera precedente, venerdì 9 giugno – racconta Marina Berlusconi – Era stata una serata molto dolce e affettuosa, l’avevo visto bene, la speranza che il male gli concedesse ancora un po’ di tempo si era riaccesa. Tornai il giorno dopo, trovai purtroppo un altro uomo. Abbandonato su una poltrona, molto affaticato, cupo, sofferente. Per me fu un colpo tremendo, anche se mi imposi, come facevo da tempo, di mantenere il sorriso”.

Marta Fascina, Pier Silvio e Marina Berlusconi

“Disse qualcosa che mi porterò dentro per sempre: ‘La vita è così: vieni, fai fai fai… e poi te ne vai'”

“Si fece accompagnare dalla poltrona al tavolo – ricorda la primogenita del leader di Forza Italia – Quel tavolo al quale sia durante il primo che durante il secondo ricovero non aveva mai smesso di lavorare. Chiese carta e penna, chinò il capo e cominciò a scrivere, evidentemente aveva già riflettuto durante la notte, come sempre, su quello che voleva dire. Mi sedetti vicino a lui e lo guardai lavorare. A un certo punto si fermò, alzò lo sguardo, lo fissò nei miei occhi e disse qualcosa che mi porterò dentro fino al mio ultimo istante: ‘Vedi, Marina, la vita è così: vieni, fai fai fai… e poi te ne vai’.

Non so come riuscii a non scoppiare a piangere, in quei giorni avevo promesso a me stessa che mai l’avrei fatto davanti a lui, ma qualche lacrima, mentre mi sforzavo di fingermi stupita e di trovare qualche parola per rassicurarlo, scese ugualmente. Lui capì. Mi guardò con un sorriso dolcissimo, mi prese la mano e la accarezzò lentamente. Poi riprese a scrivere, mentre io cercavo di resistere alla commozione e pensavo che ancora una volta, anche nel momento in cui, ormai lo capivo sempre più chiaramente, si apprestava a congedarsi dal mondo, era lui a consolare me. Lo aveva fatto in tutti i momenti più difficili della sua vita — e purtroppo in questi anni ce n’erano stati tanti — quando, di fronte al mio turbamento e al mio dolore, era stato proprio lui a infondermi forza”.

Maurizio Vanadia, Carla Dall’Oglio, Marina e Silvio Berlusconi (Foto ‘Chi’)

“Mi resi conto che quello che stava scrivendo era il suo lascito ideale, il suo testamento”

“Finì la prima pagina, me la passò, lessi. E mi cascò il mondo addosso – continua Marina Berlusconi, presidente di Mediaset e Mondadori – Perché mi resi conto che quello che stava scrivendo era il suo lascito ideale, il suo testamento, la sintesi delle convinzioni e dei valori che lo avevano sempre accompagnato. Sapevo che la fine era vicina, ma rendermi conto parola dopo parola che ne era pienamente consapevole anche lui mi costrinse ad alzarmi e ad allontanarmi per qualche secondo, per riuscire a controllare la tempesta devastante dei miei sentimenti. Lui continuò a scrivere, e quando ebbe finito chiese di essere riaccompagnato a letto.

Io restai lì impietrita, facendo finta di non aver compreso quello che entrambi avevamo compreso benissimo. Quel che avvenne nelle ore successive è inutile ricordarlo. Quelle quattro pagine le ho poi lette e rilette decine di volte, me le sono rigirate tra le mani per ore, per giorni, e ogni volta mi manca il respiro. Sono un ricordo molto privato, ma io credo sia giusto non rimangano soltanto un ricordo privato. Non contengono nulla di inedito, ma mi piace condividerle con quanti a mio padre hanno voluto bene, con quanti hanno creduto in lui e continuano a credere nelle sue idee. E non soltanto con loro. Anche con quanti non l’hanno amato ma non possono non riconoscerne l’unicità. Lui, ne sono certa, avrebbe voluto così”.

Silvio Berlusconi con la figlia Marina e la fidanzata Marta Fascina (Foto Instagram)

“Papà, tu come tutti gli uomini potrai anche andare, ma non se ne andrà mai quello che hai fatto”

“Mio padre non ha mai fatto nulla per nascondere con falsi pudori le sue fragilità e le sue sofferenze. Fanno parte della vita di ogni essere umano, e lui non aveva nessuna pretesa di essere diverso dagli altri, anzi. Se l’avesse avuta, non avrebbe registrato quei video dalla sua camera del San Raffaele che credo abbiano colpito tutti per la forza di volontà, il coraggio ma anche per la palese sofferenza che provava (…)
Solo un uomo grande come lui, a poche ore dalla morte, dilaniato dal male che se lo stava portando via, poteva ritrovare il coraggio, la forza, la determinazione per ribadire ancora una volta, sapendo che sarebbe stata l’ultima, l’attaccamento a tutto quello per cui si è sempre battuto”.

“Proprio riflettendo su questo, oggi credo saprei trovare le parole giuste per replicare a quanto mio padre mi disse quel terribile pomeriggio di giugno nella camera del San Raffaele: ‘Vedi, Marina, la vita è così: vieni, fai fai fai… e poi te ne vai’. Io gli risponderei: ‘Papà, tu come tutti gli uomini potrai anche andare, ma non se ne andrà mai quello che hai fatto, non se ne andranno mai gli ideali per i quali ti sei battuto. Resteranno qui con noi, a guidare il nostro cammino e il cammino di chi verrà dopo di noi, perché è di questi ideali che si nutrono gli uomini e le donne di buona volontà’”.

Pubblicato il 24/03/2024 11:27

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