Giorgia Meloni non ha mai fatto mistero del suo passato travagliato. La madre Anna Paratore ha cresciuto lei e la sorella Arianna da sola e con enormi sacrifici. Non tutti sanno che la mamma della prima premier donna d’Italia ha dei trascorsi da scrittrice di romanzi rosa. Un lavoro come un altro per lei per sfamare le sue figlie. A raccontarlo è lei stessa in una intervista a “Dipiù”. Il suo pseudonimo era Alisa Josie Bell, un’attrice americana della fine degli anni Ottanta: “Un responsabile della mia casa editrice, leggendo quel nome nei titoli di coda di un film, decise che suonava bene, era adatto a me e così nacque Josie Bell, la scrittrice di ben cento trentasette romanzi rosa” racconta la stessa autrice. “Ma io ne ho scritti anche un’ottantina con lo pseudonimo di Amanda King – confessa – Sì, come dicono le mie figlie, se fossi vissuta in America sarei diventata famosissima come scrittrice”. E ammette: “L’ho fatto per bisogno. Ero sola, avevo due ragazzine da mandare a scuola e da crescere”. “L’ispirazione e la motivazione le traevo dal bisogno. La fame aguzza la fantasia. Dovevo dare da mangiare alla mia famiglia, scrivere mi rendeva ed ero molto apprezzata perché il mio stile era particolare”, aggiunge.
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Giorgia Meloni e la sorella Arianna cresciute senza padre
Qual è la formazione di Anna Paratore? “Io sono ragioniera, diplomata con ottimi voti, studiavo sodo, ero brava – confida – Poco prima del diploma, trovai lavoro da segretaria nello studio di famiglia di quello che poi divenne il padre delle mie figlie… Quando tra me e lui finì, io mi ritrovai con due ragazzine e senza lavoro”. “Ero sola, avevo due ragazzine da crescere – ricorda – E di soldi ce n’erano davvero pochi. Eravamo tre ragazze da sole. Ricordo le docce gelate perché non c’erano i soldi per cambiare la vecchia caldaia; ricordo mesi al buio tappate in casa, senza luce del sole, perché non potevamo aprire le persiane di legno troppo vecchie e pericolanti e non avevamo i soldi per cambiarle. Poi, un giorno, mentre rimettevo a posto casa, tra un colloquio di lavoro e l’altro, mi ritrovai tra le mani un regalo di un’amica: una macchina da scrivere Olivetti Lettera 24. Bene, le ragazzine erano a scuola, la casa era pulita, il lavoro non c’era e così per ingannare il tempo iniziai a scrivere un romanzo rosa”.
“Ormai faccio la nonna e vivo con i miei amati cagnolini”
“Ha fatto la fame per le figlie”, non si vergogna a dire Anna Paratore. La carriera da scrittrice finì quando la casa editrice chiuse i battenti. E oggi? “Ormai faccio la nonna e vivo con Nando, il mio amato chihuahua, e Gigio, un altro cagnolino – spiega – Tifo per la Lazio e scrivo ancora, sa, ma di politica e di arte per un sito. Josie Bell è morta… Per il momento”. Come sono le opere di Josie Bell? “Va detto subito, a costo di sembrare uno snob della Ztl: hanno scarso valore letterario. Sono romanzetti di genere. La regola ‘show, don’t tell’ viene immancabilmente disattesa”, rivela la signora Paratore. E aggiunge: “Il romanzo rosa per funzionare bene dev’essere una sorta di rivisitazione di Romeo e Giulietta: morte, amore, passione, separazione, ricongiungimento… In ogni romanzo di Josie Bell cercavo di metterci dentro anche un pizzico di giallo e, sì, c’era tantissimo anche della mia vita dentro quelle pagine. Nel primo romanzo un personaggio si chiamava Arianna, anche lei di recente al centro di una vicenda mediatica, e in un altro, ma non le dirò mai il titolo, c’è anche Giorgia”.