Giampiero Ingrassia: "Perchè mio padre e Franco litigavano"

Giampiero Ingrassia: “Mio padre e Franco Franchi erano come marito e moglie”

Daniela Vitello

Giampiero Ingrassia: “Mio padre e Franco Franchi erano come marito e moglie”

| 06/04/2023
Giampiero Ingrassia: “Mio padre e Franco Franchi erano come marito e moglie”

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Giampiero Ingrassia, 61 anni, ricorda il padre Ciccio a poche settimane dal ventesimo anniversario della sua scomparsa. “Era nato a Palermo nel povero quartiere Il Capo – racconta in un’intervista al “Corriere della Sera” – figlio di un ciabattino, lavorava col padre a bottega ma era orgoglioso della sua povertà, diceva che non se ne vergognava e che era amico intimo della fame. Con i fratelli, mi pare fossero cinque o sei, dormivano tutti insieme in un’unica stanza. Sin da giovane sognava di fare l’attore ed essendo impensabile per lui frequentare scuole di recitazione, è nato come attore di strada, poi esordì nell’avanspettacolo con le squattrinate compagnie girovaghe. Spettacoli per un pubblico popolare, messi su con pochi mezzi (…) Quando ebbe le possibilità economiche, fu generosissimo: regalò case ai parenti bisognosi”.

Giampiero Ingrassia (Foto Instagram)

“Anche Franco Franchi era nato poverissimo nel quartiere della Vucciria”

Provvidenziale l’incontro con il concittadino Franco Franchi. “Anche lui era nato poverissimo nel quartiere della Vucciria – svela Giampiero Ingrassia – Papà già lavorava in un teatrino locale e lo aveva notato mentre si esibiva in una scenetta comica, chiamata la Posteggia, cioè fatta per strada. A quel tempo Franco si faceva chiamare Ciccio Ferraù, faceva imitazioni e giochetti acrobatici. Quando si ammalò un comico che lavorava nello spettacolo, papà si ricordò di quell’artista, lo propose all’impresario. Franco ne fu felicissimo e all’inizio dava del lei a mio padre. Subito nacque il loro sketch Core ingrato”.
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Giampiero Ingrassia con i genitori (Foto da video)

“Una donna si fece autografare da mio padre sopra una tet*a”

Il loro sodalizio artistico durò quasi 40 anni e si interruppe con la morte di Franco Franchi. Insieme girarono 112 film. “Sono stati la prima coppia di fatto del cinema italiano – dice Ingrassia Jr. – più di Totò e Peppino, di Tognazzi e Vianello, persino di Stanlio e Ollio. E io li ho considerati come i miei genitori (…) Camilleri li definiva la continuazione del teatro dei pupi. Erano talmente amati dalla gente che, andare in giro con la coppia, sembrava come girare con i Beatles. Quando pranzavamo tutti insieme al ristorante, non c’era un attimo di privacy, una processione di ammiratori: una continua richiesta di autografi e di foto insieme. Una giovane donna si fece autografare addirittura sopra una tet*a! Sul décolleté molto aperto, con un pennarello… E mia madre non la prese benissimo”.

Gigi Proietti e Giampiero Ingrassia (Foto Instagram)

“Non sono mancati i litigi, erano come marito e moglie”

Tra i due attori ci sono state anche delle incomprensioni. “Proprio perché erano come marito e moglie, non sono mancati i litigi, che non riguardavano il piano personale, erano solo dovuti a diverse visioni del loro lavoro – spiega il figlio di Ciccio Ingrassia – Franco, più istintivo, accettava qualunque proposta; papà, più riflessivo, sosteneva che potevano compiere scelte oculate dei registi con cui lavorare, dei copioni da accettare. Un contrasto inevitabile, per questo hanno trascorso periodi a lavorare ognuno per conto suo… però si volevano bene”. “Quando Franco è mancato, papà decise dopo poco di ritirarsi – ricorda – L’ultima cosa che ha fatto fu Giovani e belli con la regia di Dino Risi, poi disse: basta, dopo anni e anni che non ho dormito, mi voglio riposare, mi godo la famiglia e la pensione. L’ho molto ammirato per questa sua scelta”.

Franco Franchi e Ciccio Ingrassia (Foto da video)

“Io ‘figlio di’? Mi sento un privilegiato”

A Giampiero Ingrassia non dispiace essere considerato come un “figlio di”. “Nell’immaginario collettivo, certo, puoi essere considerato un raccomandato. In realtà mi sento un privilegiato – confessa – Poi è ovvio che, quando ho iniziato a intraprendere lo stesso mestiere di mio padre, mi sono sentito spesso più osservato con attenzione, giudicato con maggiore curiosità da registi e colleghi. Capivo che dovevo possibilmente meravigliarli, altrimenti erano cavoli…”.

Pubblicato il 06/04/2023 16:24

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