Annalisa Minetti, ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, confessa in lacrime di essersi separata dal marito Michele Panzarino. I due si erano conosciuti nel 2014. Due anni dopo, le nozze. Dalla loro unione, nel 2018, è nata Elèna Francesca. Dopo aver affrontato con coraggio molte sfide, la 48enne – non vedente a causa di una grave malattia degenerativa agli occhi – sta vivendo un momento complicato. “Ho vissuto una vita fatta di tanti traguardi, da vincente – spiega nel salotto di “Verissimo” – È un ruolo che ho vestito con grande credibilità, ma erano le aspettative degli altri, non le mie, e sono andata totalmente in crisi. Dentro di me sentivo invece una voce che mi diceva: ‘Ti va di fermarti un attimo?’ Ho sentito la necessità di condividere il percorso con una persona che avesse una competenza in psicologia. Con la mia psicoterapeuta mi sono resa conto che Annalisa ha bisogno di stare un pochino a terra. L’Annalisa atleta, quella che combatte, quella che deve raggiungere grandi traguardi, quella che deve battere il cronometro, che deve sempre stare al passo con gli altri, adesso è molto stanca”.

“Ho silenziato quella voce che mi diceva che dovevo pensare un po’ di più a me”
“Sono andata talmente in crisi da individuare un’insoddisfazione enorme – argomenta la cantante e atleta paralimpica – Avevo bisogno di respirare un’aria diversa, ho vissuto il ruolo di mamma così tanto intensamente da non dedicarmi tempo e non darmi la possibilità di prendermi cura di me per come in quel momento avevo bisogno di fare. Ho silenziato quella voce che mi diceva che dovevo volermi più bene e pensare un po’ di più a me, che non dovevo dimostrare più nulla e che avevo già fatto tanto. Questo non vuol dire che non farò. Vuol dire che lo farò rispettando dei tempi che saranno diversi da quelli avuti sino ad ora”.
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Annalisa Minetti: “Sono mancata come moglie, avevo perso la complicità con mio marito”
“Fare questo percorso mi ha distratto molto dalla coppia e dall’essere moglie – confida Annalisa Minetti – Mi sono presa cura di Michele come fa una mamma, portando a tavola il piatto, tenendo la casa in perfetto ordine, stirandogli i vestiti, ma sono mancata come moglie, ho perso la complicità con lui. Nonostante lui sia una bellissima persona e un ottimo padre, mi sono accorta che non ero più felice e ho scelto per tutti e due di chiudere questo matrimonio. Ci siamo separati e nonostante sia stato un grandissimo amore, che mi ha insegnato tanto e donato tantissimo, non mi sono più ritrovata capace di dargli quello che lui si meritava. Facevo finta di niente, quando poi le cose sono diventate gigantesche, non mi hanno trovata pronta a superarle e quindi ho mollato il colpo. Non ho avuto voglia di combattere, nonostante lui mi abbia chiesto di farlo. Ho ceduto alla stanchezza, però con la consapevolezza che a volte bisogna chiudere un capitolo per poter scrivere le pagine di un nuovo libro. Non ci si può accanire pensando che la felicità sia ostinarsi a viverla per forza di cose. Bisogna avere il coraggio di vedere che le cose non funzionano più. Magari stando lontani ci si può rendere conto di un sentimento oppure pensare ‘abbiamo fatto bene’ e quindi era giusto chiudere”.
“Nostra figlia deve sapere che noi saremo ugualmente una famiglia”
La 48enne accenna alla reazione della figlia: “Adesso ho una grande responsabilità nei confronti di Elèna che è la nostra ricchezza più grande. Lei deve sapere che noi saremo ugualmente una famiglia. Ho un grande rispetto di Michele e questo è l’insegnamento che voglio darle. Voglio continuare a credere nel senso della famiglia, sarò sempre al fianco di Michele a tutelare il suo ruolo di padre. Lo proteggerò perché l’ho amato e questo sentimento non si può spegnere dall’oggi al domani. Poi riuscirò a essere un’ottima amica, un’ottima complice, quello che non sono riuscita ad essere nel nostro rapporto. Elèna è molto serena, come noi dimostriamo di essere. Ama moltissimo i suoi genitori e vede che sono capaci di starle vicino anche se in maniera diversa. Si sta ponendo poche domande, per il momento stiamo cercando di individuare attraverso quello che chiede e fa se sta bene oppure no. Ma mi pare stia molto bene”.

Annalisa Minetti: “Litigare? Neanche tanto. Tra me e mio marito c’erano tanti silenzi”
“Mi fa male non essere riuscita a trovare una soluzione, io so che c’è sempre – spiega Annalisa Minetti – Quello che mi dispiace ancora di più è che non me ne sono resa conto. Pensavo che ce la potevamo fare. Quando ho cominciato ad elaborare la possibilità che potessimo non farcela, non riuscivo a parlare. Litigare? Neanche tanto. Forse ancora peggio… c’erano tanti silenzi, tanti ‘va bene così’, tanti ‘non fa niente’, tanti ‘vabbè domani ci pensiamo’. ‘Domani’ è arrivato ma non mi ha trovata pronta. Mi pesava nel mio rapporto andare a vivere la mia passione, lo sport, e sentirmi in colpa perché avevo tolto del tempo a mio marito e ai figli. Lui non me lo faceva pesare perché è un uomo di sport, ma neanche lo vedevo super contento all’idea che io lo trovassi un bisogno. Sono esagerata, è vero, non ne posso fare a meno, però lo sport mi rigenera. Mi sveglio la mattina e un po’ di dolore nel cuore lo sento sempre. Aprire gli occhi e non vedere mai qualcosa che cambia, è una cosa che io elaboro tutti i giorni e lo sport mi mette di buon umore”.
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“Sto molto male, ho bisogno di piangere e di stare un po’ a terra col mio dolore”
Annalisa Minetti ha un altro figlio, Fabio Massimiliano, avuto nel 2008 dal suo primo marito, il calciatore Gennaro Esposito. I due si sposarono nel 2002 a Napoli. La separazione arrivò nel 2013 e all’epoca l’atleta paralimpica ebbe degli attacchi di panico. “Anche lì ho pensato di essere abbastanza forte – spiega a Silvia Toffanin – Eravamo molto giovani, inizialmente abbiamo scelto una guerra, ci siamo fatti del male e poi abbiamo compreso che c’era un affetto che non doveva smettere di esistere. Abbiamo scelto di essere i genitori di Fabio, dei genitori di cui Fabio potesse essere orgoglioso. Oggi ho un ottimo rapporto con lui, con la sua compagna, siamo molto amici ed è incredibile perché c’è stato un momento veramente terribile tra di noi. Io avevo paura, gli attacchi di panico erano legati al fatto che vivevo da sola con un bambino di sei anni e mi facevo delle paturnie rispetto al fatto che non vedessi. Con Elèna è diverso, ho scelto una casa vicinissima a Michele, so di poter contare su di lui, ho una persona di riferimento che mi dà una mano”.
“Mi sono data il tempo per guarire me stessa per poter poi essere una buona mamma – conclude – Non posso amare i miei figli se non riesco a ritrovare l’amore per me. Sto molto male, sì. Io sono stata invincibile e devo tornare ad essere quella persona. Fortunatamente gli attacchi di panico non ci sono ma le lacrime che scendono sì e non le voglio nascondere. Mi sono stancata di dover dimostrare che sto bene. Però sono convinta del passo che ho fatto. Adesso ho bisogno di piangere, di stare un po’ a terra col mio dolore, di ritrovare quella luce che sono per tante persone. Adesso voglio illuminare me stessa, darmi la possibilità di brillare nuovamente”.