Dopo aver vinto la medaglia d’oro nella boxe alle Olimpiadi di Parigi, Imane Khelif depone i guantoni e si mostra su Instagram in abiti borghesi dopo essersi affidata ad un truccatore e ad un parrucchiere. Una veste decisamente inedita per la pugile algerina che suona come una risposta a chi ha messo in dubbio la sua identità sessuale portandola a sporgere denuncia per cyberbullismo aggravato. Il video è stato girato in un famoso salone di bellezza di Algeri.

“L’apparenza non rivela l’essenza di una persona”

“Per ottenere la sua medaglia non aveva tempo da perdere nei saloni di bellezza o nello shopping – scrive il proprietario del negozio nella didascalia – Non ha mai sentito il bisogno di conformarsi a quegli standard per dimostrare la sua esistenza. Per me è una star, una delle preferite di tutti i tempi (…) Imane non ha cercato di cambiare il suo aspetto per adattarlo agli schemi in cui il mondo vuole intrappolarci. Il suo messaggio è molto più profondo: l’abito non fa il monaco e l’apparenza non rivela l’essenza di una persona. Può essere femminile ed elegante quando vuole, ma sull’anello non ha bisogno di decorazioni o tacchi alti. Hai solo bisogno di strategia, forza e pugni, che sono l’essenza della sua personalità”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK

Polemiche per il video che mostra il nuovo look di Imane Khelif

La clip ha suscitato non poche polemiche. “Non so a voi, ma a me questa foto di Imane Khelif che sta facendo il giro dei social mette tristezza, anche un po’ di amarezza – è il parere del giornalista Lorenzo Tosa – E non ha nulla a che vedere né con la foto in sé, né col suo sacrosanto diritto a mostrarsi come vuole, piuttosto nel modo in cui questo scatto è stato usato e rilanciato da informazione e social. L’idea che un’atleta, una pugile fresca medaglia d’oro olimpica sia di fatto costretta a mostrarsi truccata, ‘curata’, ingioiellata per dimostrare di essere abbastanza donna non è una risposta ai miserabili che le hanno dato dell’uomo, della trans, del ‘mostro’. È una sconfitta”.

“Il nuovo look non renderà Imane Khelif né più né meno donna di quanto lo sia”

“Perché trasmette e passa un concetto di fondo profondamente retrogrado – argomenta Lorenzo Tosa – l’idea che truccarsi e ingentilirsi sia un modo per affermare il proprio essere donna, in un’idea di femminilità stereotipata e già vecchia che è in realtà l’humus su cui proliferano quelli che l’hanno attaccata, incapaci di immaginare un’altra idea di donna, non aderente ai modelli preconfezionati e convenzionali di bellezza che ci hanno inculcato. Imane Khelif ha tutto il diritto di mostrarsi come pugile marziale o con fard e vestitino a fiori o in decine di altre vesti. Ma questo non la renderà né più né meno donna di quanto lo sia – come lo è – biologicamente. E non è tenuta a dimostrarlo a nessuno al di fuori dei medici che lo hanno certificato al di là di ogni ragionevole dubbio. Il resto sono chiacchiere, rumore di fondo. Viva Imane, chiunque senta di essere”.