“Senza fallimenti e inciampi nessuno di noi costruisce un vero sé”.  Parola dello psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini che, in un’intervista al “Corriere della Sera”, commenta la decisione di Sangiovanni di fermarsi dopo il Festival di Sanremo. L’ex concorrente di “Amici” ha annullato il concerto in programma ad ottobre al Forum di Assago e ha bloccato l’uscita del suo album “Privacy”.

Sangiovanni: “Basta fingere, non sono felice”

“Ho capito che essere se stessi e dire la verità è importante, bisogna accettare quello che si è – ha scritto Sangiovanni sui social – A scanso di equivoci classici da web non faccio questo discorso ora per via di un posto in classifica, anche il Sanremo precedente l’ho vissuto con lo stesso disagio, ma non riesco più a fingere che vada tutto bene e che sia felice di quello che sto facendo. A volte bisogna avere il coraggio di fermarsi e sono qui per condividere con voi che ho deciso di farlo”.

“Quello che vivo io tocca tante persone e mi fa sentire meno solo”

“L’uscita del mio album ‘Privacy’ e il concerto al Forum di Assago del 5/10 sono rimandati – ha aggiunto – Per chi ha messo amore e fiducia in questo progetto preacquistando i biglietti del Forum o il disco riceverà il rimborso, i dettagli sono tutti nelle storie. Ho ricevuto tantissimo sostegno che non mi aspettavo e tantissima comprensione che per me in questo momento rappresentano la cosa più importante, anche perché mi sembra di sentire che quello che vivo io tocca tante persone e mi fa sentire meno solo. Davvero grazie”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK

Lo psicoterapeuta: “Chi ha costruito una vita senza nemmeno una caduta di solito ha costruito un falso sé”

“Questa è un’ottima dichiarazione di un ragazzo che riesce a trasformare il fallimento in un’occasione di sviluppo. Significa che accetta il fatto di essere in crisi, di fare fatica – ha commentato Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, presidente della fondazione Minotauro di Milano – Quando la mente ti chiede conto di chi sei davvero queste questioni vengono a galla. Dico che è un’occasione di crescita perché senza fallimenti e inciampi nessuno di noi costruisce un vero sé. Chi ha costruito una vita senza nemmeno una caduta di solito ha costruito un falso sé e questo ‘inganno’ prima o poi viene a chiedere il conto”.

“Il corpo è sotto sequestro, ma poi a 12 anni ti dicono che i social sono una droga”

Matteo Lancini, autore di “Sii te stesso a modo mio. Essere adolescenti nell’epoca della fragilità adulta”, conferma che l’ansia è una peculiarità della nostra epoca. “Ma non è l’ansia prestativa di una volta – tiene a precisare – o legata alla colpa che era tipica della famiglia tradizionale, è un’ansia da vuoto identitario”. “Sei cresciuto in una società che ti chiedeva di essere solidale ma competitivo – spiega – che ti ha detto che Internet era pericoloso, ma non ti ha fatto vivere con l’esperienza del corpo e non ti permette di tornare da solo da scuola come facevano noi quando avevamo 7 anni. Il corpo è sotto sequestro, ma poi a 12 anni ti dicono che i social sono una droga”.

Oggi ai ragazzi si chiede di “essere se stessi a modo nostro”

Nella società odierna, ai ragazzi si chiede di seguire le aspettative degli adulti, di “essere se stessi a modo nostro”. Uno schema che, a un certo punto, inevitabilmente si rompe perché è “come se ci fosse una voce dentro di sé che chiede di fare i conti con aspetti più autentici che hai silenziato nel corso della crescita anche per colpa della fragilità adulta”.