Per Roberto Mancini la scomparsa di Gianluca Vialli è un colpo troppo forte nonostante il destino dell’ex calciatore fosse segnato da tempo. Lo scorso 29 dicembre, il ct della Nazionale italiana di calcio è volato a Londra per dare l’ultimo saluto al suo “gemello”. Nelle scorse ore, Roberto Mancini ha affidato tutta la sua disperazione ad Andrea Elefante che ha riportato le sue parole sulla “Gazzetta dello Sport”.
“Un leone fino all’ultimo”
“Era privo di forze, con poca voce, ma lucidissimo – ha detto Mancini ricordando il loro ultimo incontro – Un leone fino all’ultimo. Abbiamo parlato un po’ di tutto, mi ha chiesto perfino com’era andato lo stage di dicembre con i giovani. Anzi, mi ha riempito di domande: voleva sapere tutto, ci teneva a conoscere i progressi del nostro progetto”.
“Noi uniti dal destino”
“Dopo pochi giorni dall’addio di Sinisa, ho perso un altro fratello – ha aggiunto – Anzi, un fratellino, come amavo chiamarlo, perché ci siamo incontrati a 16 anni e non ci siamo mai più separati. Abbiamo fatto tutto il cammino insieme. Giovanili azzurre, Nazionale, la Samp, le gioie, i dolori, i successi e le sconfitte. E poi le due notti di Wembley. In una abbiamo pianto insieme per il dolore e per l’amarezza, tanti anni fa. Nell’altra abbiamo pianto di gioia, come se fossimo stati uniti dal destino, prima della sua scomparsa”.
Il ricordo di Ivan Zazzaroni
Ieri, a “Oggi è un altro giorno”, Serena Bortone ha invitato Ivan Zazzaroni a dare il suo personale ricordo di Gianluca Vialli. “Trentanove anni di conoscenza…non ce la faccio – ha esordito il direttore del “Corriere dello Sport” – Una volta, durante un’intervista, mi disse: ‘Voi giornalisti mi descrivete più intelligente di quanto io sia realmente’. In realtà, era un ragazzo che spiazzava sempre, molto bulimico della vita. Amava tantissimo vivere. Quando è cominciata questa brutta storia, inizialmente si vergognava degli effetti della chemio. Poi a un certo punto ha capito che poteva servire agli altri. Luca era uno riservatissimo, sono convinto che non sia contento che parliamo di lui. Però sapeva essere empatico”.
“Mancini sta versando tantissime lacrime”
“L’abbraccio con Roberto Mancini (a Wembley, ndr.) è qualcosa di straordinario – ha proseguito – perché sono usciti entrambi. E’ uscita la lacrima di Roberto che oggi ne sta versando tantissime perché è un pezzo di vita importantissimo che se ne va per lui”.
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“Gianluca era consapevole che sarebbe finita”
“In questi ultimi giorni, in questa ultima parte, Luca era a Londra – ha aggiunto – Era consapevole che sarebbe finita. Infatti, ha chiamato gli amici a Londra per l’ultimo saluto. L’ultima volta che l’ho visto è stata a marzo, dopo l’uscita dal Mondiale dell’Italia. Ci siamo scambiati un po’ di messaggi. Io gli dissi: ‘Secondo me, Roberto si dimette’. E lui mi disse: ‘Vedremo’. E poi ha aggiunto una cosa che mi ha molto colpito. Disse: ‘Io ormai vivo alla giornata’. Quindi la consapevolezza della fine l’ha sempre avuta negli ultimi anni”.
“Di lui mi rimangono i suoi occhi stretti e sorridenti”
“Purtroppo la malattia al pancreas è spietata – ha concluso Zazzaroni – Lui ha lottato per cinque anni e poi a un certo punto era sfinito. Credo che la sua disperazione sia stata soprattutto per le figlie, per la mamma, per la moglie, per i fratelli. Effettivamente, era più intelligente di quello che pensava di essere. Negli ultimi due anni, non potendo più nascondere gli effetti della malattia, si è mostrato presente e soprattutto consapevole. Un po’ come ha fatto Sinisa (Mihajlovic, ndr.). L’immagine che ho di Luca sono i suoi occhi stretti e sorridenti e mi rimangono questi”.
I funerali di Gianluca Vialli si terranno nei prossimi giorni a Londra in forma strettamente privata.