I messaggi vocali e le comunicazioni private di Raoul Bova sono finiti in pasto al web: diventati virali, oggetto di scherno e – come spesso accade online – trasformati in strumenti di marketing. Ma l’attore romano ha deciso di reagire. Questa mattina è stato presentato un reclamo ufficiale al Garante della Privacy. A firmare il documento è Annamaria Bernardini de Pace, nota avvocata divorzista nonché ex suocera di Raoul Bova. A riportare la notizia è il quotidiano “La Repubblica”. Un’azione clamorosa, indirizzata contro una vera e propria squadra di giganti del web e non solo. Tra i destinatari del reclamo figurano Fabrizio Corona, Meta, Google, YouTube, TikTok, X (ex Twitter), Ryanair, SSC Napoli e Torino FC. Le accuse? Diffusione non autorizzata di materiale privato, utilizzo strumentale e ridicolizzazione del contenuto. Il caso ruota attorno a un audio dal tono affettuoso e personale, mai destinato alla diffusione pubblica. Eppure, il 21 luglio, Fabrizio Corona lo carica su YouTube nel suo format “Falsissimo”, dando il via a una reazione a catena: meme, parodie e battute a non finire. Le piattaforme ci si tuffano a capofitto.
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L’attore, padre di quattro figli, dice basta
Ryanair pubblica un post ironico utilizzando le parole dell’audio originale: “Buongiorno passeggeri speciali dal sorriso meraviglioso e gli occhi spaccanti”. Sulla stessa linea anche i profili TikTok del Napoli e del Torino, che poi rimuovono i contenuti ma ormai il danno è fatto. Il risultato? Un’esposizione mediatica massiva e non voluta, che ha danneggiato profondamente la reputazione pubblica e la serenità familiare di Raoul Bova. Ma non si tratta solo di immagine. L’attore, si sottolinea nel reclamo, è anche padre di quattro figli, due dei quali minorenni. Anche loro sarebbero stati coinvolti, indirettamente ma pesantemente, nella bufera mediatica. Raoul Bova chiede tre interventi precisi: la rimozione immediata dei contenuti da tutte le piattaforme e dai motori di ricerca, la completa deindicizzazione dalle ricerche online e l’applicazione di sanzioni amministrative verso tutti i soggetti coinvolti.
L’ex suocera di Raoul Bova: “Si è comportato da persona per bene”
“Oltre ai ricatti, nel momento in cui quelle chat e quegli audio sono stati diffusi vengono commessi altri reati, che hanno giustificato il nostro ricorso al Garante – spiega Annamaria Bernardini de Pace in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” – Tutta questa storia è comunque una vicenda vergognosa, nella quale Raoul si è comportato da persona per bene, che ha deciso di denunciare anziché pagare come fa la maggior parte dei personaggi famosi allo scopo di difendere il danno reputazionale. Lui invece ha denunciato nonostante fosse consapevole di questo rischio”. L’attore si è affidato alla sua ex suocera per le questioni relative all’affidamento delle due figlie avute con l’ex compagna Rocío Muñoz Morales. “Raoul mi ha telefonato spiegando quanto era accaduto e chiedendomi ‘Mi aiuti?’ – svela l’avvocata divorzista – Così gli ho consigliato intanto un buon penalista, dal quale ha scelto di farsi assistere. Bova e mia figlia non sono più uniti come coppia ma lo sono come genitori. E poi io sono una divorzista, non sono una stron**”.
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“Orgogliosa che abbia denunciato quei ricatti, nulla contro di lui”
“I miei nipoti hanno una nonna che è orgogliosa di quello che ha fatto il loro padre, cioè del fatto che ha denunciato quei ricatti – sottolinea l’ex suocera di Raoul Bova – Del resto non a caso ha interpretato come attore il ruolo del capitano Ultimo per tanti anni”. Nell’intervista Annamaria Bernardini de Pace fa riferimento anche ai conflitti insorti con l’ex genero all’epoca della separazione da sua figlia Chiara Giordano: “Sono tensioni normali che riguardano uno specifico momento, ma di fronte all’intelligenza delle persone le cose si superano. Non ho mai avuto nulla contro di lui, ma è chiaro che con il cuore ero con mia figlia. Inoltre i media hanno manipolato parecchio le vicende di quel divorzio, facendo riferimento ad una lettera risalente ad un anno prima che loro si lasciassero”.
