Nuove accuse di abusi nei confronti di Rocco Siffredi. L’inviata de “Le Iene” Roberta Rei continua la sua inchiesta sulle presunte violenze sul set denunciate da alcune performer. Donne che nel tempo hanno lavorato con il celebre regista e porn0attore. Questa volta ad accusarlo sono alcune ragazze attive sulla piattaforma OnlyFans che sarebbero state chiamate alla sua “corte” con la promessa di girare un reality e costrette poi a fare altro. La vicenda risale a giugno del 2023. Già dal primo giorno di riprese, Rocco Siffredi avrebbe provato in ogni modo ad indurre le donne a girare scene spinte con porn0attori, senza che questo fosse negli accordi. “Lui era furioso, insultava le ragazze perché non facevano quello che si aspettava, urlava: ‘Che ci siete venute a fare qui – dichiara una donna che vuole restare anonima -. Ci siamo sentite violate e nessuno di noi aveva firmato la liberatoria per fare girare sul web quelle scene di o*ge. Ci ha rovinato la carriera su OnlyFans”.
La donna intervistata aggiunge: “Hanno costretto tutte a firmare la liberatoria, io non l’ho fatto e sono scappata, lui ha minacciato di oscurare il mio volto e diffondere lo stesso il video. I giorni seguenti molte ragazze mi hanno contattata per convincermi a firmare, ma io non ho ceduto”.
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Sofia Bellucci: “Mi ha detto: ‘Tu vieni sul set e fai quello che ti chiedo io’”
Ad accusarlo stavolta c’è anche la regista e performer Sofia Bellucci: “Se non hai la piena libertà di dire si o no come fai? Quando gli ho chiesto delucidazioni sulle scene che avrei dovuto girare con lui, si è spazientito e mi ha detto: ‘Tu vieni e fai quello che ti chiedo io’. Ma non è così, nei set è tutto pianificato e il consenso si può revocare in ogni momento”. Dopo tanti servizi e decine di testimonianze contro Rocco Siffredi, il regista passa all’attacco con una lettera inviata a “Dagospia” in cui si scaglia contro “Le Iene” per la “violenta campagna denigratoria”. A suo dire il programma “utilizza un metodo giornalisticamente poco deontologico”. “Sono 40 anni che faccio il p0rno e non mi sono mai nascosto dietro una maschera – scrive -. Ho commesso invece l’errore di fidarmi e accettare l’invito della giornalista, che mi chiedeva di rispondere alle accuse attraverso un confronto con chi mi accusava”.
“Invece delle mie accusatrici, nello studio televisivo ho trovato la giornalista – continua – che si faceva portavoce di queste ragazze e che si è limitata a ribadire le accuse, senza darmi alcun elemento che consentisse una mia replica”.

Rocco Siffredi si difende dalle accuse di abusi: “Le mie risposte selezionate e montate”
“Si trattava di un prodotto televisivo già confezionato da mesi – spiega ancora Rocco Siffredi – nel quale la mia presenza all’ultimo minuto serviva, solo a far credere ai telespettatori che ci fosse stato un reale confronto. Invece le mie risposte che avevo potuto dare, senza poter sapere di cosa si stava parlando, sono state poi addirittura accuratamente selezionate. Perché funzionasse la narrazione che avevano già in mente. Abbiamo identificato tutte le persone rimaste anonime e abbiamo ricostruito in maniera dettagliata le circostanze di fatto in cui queste ragazze inserivano i loro fantasiosi racconti”.
“Lo stesso vale per quelle persone che mi hanno accusato apertamente – aggiunge – senza nascondere la loro identità: anche se basterebbe fare un giro sui social per vedere come stiano cavalcando questa storia per promuovere i loro profili OnlyFans”.

“Cara Roberta, vuoi diventare la paladina delle donne e fai soffrire la mia famiglia”
Rocco Siffredi attacca l’inviata de “Le Iene” Roberta Rei anche su Instagram: “L’anno scorso il suo colpo di fortuna, le scuse a una giornalista davanti alla sua telecamera gli regalarono il servizio più visto dell’anno e allora quale miglior occasione per farci una bella serie! L’anno scorso su Netflix ero il supereroe dai super poteri, ora sempre su una serie televisiva ma da stupratore”. “Cara Roberta – continua – ho amato e amo le donne tutta la mia vita. Ho passato la maggior parte del mio tempo ad essere orgogliosamente l’oggetto di desiderio delle donne e non solo. La tua corsa a voler diventare la paladina delle donne a tutti i costi, creando solo odio nei miei confronti e purtroppo tanta sofferenza alla mia famiglia, non ti fa onore”.
“Pensavo veramente che tu fossi come di descrisse il tuo collega Filippo (Roma), una persona di gran valore umano. Cara Roberta, sappi che io sono e sarò sempre un vero pornostar e non uno stupratore”, conclude.