Michele Cucuzza: “Sono tornato a Catania, dimenticato dalla Rai"

Michele Cucuzza: “Sono tornato a Catania, in Rai si sono dimenticati di me”

Germana Bevilacqua

Michele Cucuzza: “Sono tornato a Catania, in Rai si sono dimenticati di me”

| 04/07/2023
Michele Cucuzza: “Sono tornato a Catania, in Rai si sono dimenticati di me”

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Michele Cucuzza, giornalista e presentatore, è stato uno dei volti più amati e popolari della tv tra gli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000. Catanese, classe 1952, è stato mezzobusto del Tg2 e poi conduttore di programmi di successo tra cui “La vita in diretta” e “Unomattina”. Nel 2020 ha anche partecipato al “Grande Fratello Vip”. Oggi ha cambiato vita, è tornato in Sicilia, nella sua Catania e conduce il tg dell’emittente privata “Antenna Sicilia”. Intervistato dal quotidiano “La Repubblica” ha raccontato dei tempi passati e di come vede il suo futuro professionale. “L’informazione è una passione che mi porto dietro fin da ragazzino. Non posso stare senza – ha esordito – Da più di un anno ormai che conduco il tg di ‘Antenna Sicilia’ e devo ringraziare l’editore che mi ha dato grande libertà. La mattina poi presento una sorta di Uno Mattina in cui si fa la rassegna stampa con qualche ospite”. Il giornalista vive tra Roma e Catania e della sua città dice: “Ci sono rimasto fino ai 20 anni. Erano gli anni ‘70. Catania era una calamita dove c’era una vita dolce fatta di motociclette con le ragazze dietro, i locali dove si andava a ballare, il mare. Mio padre Salvatore era un vulcanologo e insegnava all’università. Quando ero molto piccolo mi portava sull’Etna a fare le osservazioni quando c’era attività. Ci parcheggiavamo con l’auto e osservavamo col binocolo le esplosioni. Mamma invece era casalinga e stava dietro a me e mio fratello”.

Michele Cucuzza (Foto Instagram)

Gli esordi ai microfoni di “Radio Popolare” a Milano

La passione di Michele Cucuzza per la professione nasce quando è ancora un adolescente: “La passione per le notizie e i giornali è molto precoce. Mio padre portava a casa tutti i quotidiani nazionali e io me li studiavo. Ero informato su tutto. Pensi che avevo un quaderno a quadretti che avevo trasformato in una specie di giornalino con fotografie, ritagli, titoli, sommari. Il giornale si chiamava ‘Michelino varietà’ e costringevo i miei cuginetti a leggere gli articoli. Poi anche alle medie e alle superiori mi sono dato da fare con i giornali scolastici”. Poi la partenza per Milano: “Volevo vedere il mondo e Milano allora era il centro dove succedeva tutto, c’era il movimento studentesco. Così ho raggiunto mio fratello che già era partito per frequentare il Politecnico. Mi sono iscritto al terzo anno di Lettere alla Statale. C’erano le assemblee fiume del movimento con Mario Capanna, Luca Cafiero e Fabio Guzzini, i tazebao, le manifestazioni. Insomma ho avuto subito la sensazione di essere dentro a un film”. Gli esordi a “Radio Popolare”: “Alcuni dirigenti del movimento mi dicono: ‘Sta nascendo una radio, vuoi farne parte?’. Mi sembrava un sogno. In quel momento è cambiata la mia vita. L’ideatore era il grande Piero Scaramucci che era allo stesso tempo giornalista Rai. Dopo arrivò anche Gad Lerner. Un’esperienza irripetibile dove ho imparato tutto del mestiere”.
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Michele Cucuzza (Foto Instagram)

“Ho intervista Sandro Pertini: uno degli incontri più belli della mia vita”

Per “Radio Popolare” nel 1980, Michele Cucuzza intervista Sandro Pertini: “Uno degli incontri più belli della mia vita che mi emoziona ancora oggi. Un giorno vengo a sapere che Pertini, presidente partigiano, sarebbe venuto a Milano per celebrare la Resistenza. Dentro di me dico ‘Lo devo intervistare’, ma era quasi una missione impossibile. Un collega del Giorno mi confida il percorso dell’auto presidenziale dentro al Castello Sforzesco da dove poi avrebbe tenuto il comizio. Così mi sono trovato in una specie di garage dove a un certo momento è arrivata un’auto blu preceduta solo da due corazzieri”. E ha aggiunto: “La cosa sconcertante sa qual era? Che c’ero solo io. Nessun poliziotto, niente di niente. Due anni prima avevano rapito Moro per intenderci. Va be’. Intanto Pertini scende dall’auto coi suoi occhiali spessi e la pipa in mano. E invece di chiedere ai corazzieri chi fossi o farmi mandare via, mi viene incontro e dice ‘Bella barba giovanotto’ e io ho risposto ‘Benvenuto a Milano Presidente’. Ma Pertini, che aveva già adocchiato il mio registratore acceso chiede: ‘Cosa fai con quel baracchino?’. In breve gli ho spiegato chi ero e che mi sarebbe piaciuto fargli un’intervista. La risposta è stata questa: ‘Solo se mi dai del tu come fanno tutti i ragazzini che mi vengono a trovare al Quirinale’. Con le gambe che mi tremavano ho iniziato a fargli qualche domanda. Il giorno dopo Radio Popolare ha tappezzato di manifesti Milano dove c’era la mia foto con Pertini e con su scritto: ‘La radio che dà del tu al presidente’”.

Michele Cucuzza (Foto Instagram)

“Ho iniziato da precario alla Rai di Milano con le edizioni regionali”

Michele Cucuzza ha anche un passato da mezzobusto. E’ entrato in Rai a Milano negli anni ’90. “Comincio da precario alla Rai di Milano con le edizioni regionali – ha raccontato –  Insieme a me c’era Antonio Di Bella. Quando arriva l’alluvione in Valtellina, il Tg1 manda me come cronista. Finita quell’esperienza sono stato chiamato a Roma sia dal Tg1 sia dal Tg2. Ho scelto il Tg2 perché mi volevano far sperimentare anche la conduzione del telegiornale. In Rai la politica ha sempre deciso le nomine dei direttori come avviene ancora oggi. Io ero convinto che la stagione extraparlamentare fosse finita e con altri della mia organizzazione abbiamo firmato un manifesto in cui individuiamo come referente potenziale il Psi di Craxi. Però ci tengo a ricordare che sono stato considerato uno dei migliori da tre direttori di orientamento culturale diverso come La Volpe, Garimberti e Mimun”. Qualcuno in passato ha detto che proprio per questo è stato un po’ voltagabbana, fa notare l’intervistatore. “Non rispondo a queste cose. Per me parlano i fatti e il mio lavoro”, ha tagliato corto il giornalista.

Michele Cucuzza (Foto da video)

“Quando scoppiò la prima guerra del Golfo fui protagonista di una delle toppe più famose della tv”

Michele Cucuzza è rimasto al Tg2 per dieci anni. “Sono stati dieci anni meravigliosi. Quella è stata una vera scuola. I primi due anni ho fatto il tg della notte. Quando uscivo spesso c’era il caporedattore che non aveva remore a dirti ‘bella schifezza che hai fatto oggi eh’, capito? Ti insegnavano tutto. Poi sono passato al tg delle 13, sempre per due anni. Fino a quello delle 19.45, spostato più avanti alle 20.30. Per tanto tempo mi hanno affidato anche le edizioni straordinarie. Quando scoppiò la prima guerra del Golfo fui protagonista di una delle toppe più famose della tv”. E ha raccontato un aneddoto: “Finisco il tg delle 19.45. Poco dopo leggiamo sulle agenzie che si erano alzati in volo degli aerei americani nella zona del Golfo. Così, insieme ad altri colleghi, diciamo al direttore che dobbiamo prepararci per la diretta. Ma lui ci spiega che non sarebbe successo nulla e fa chiudere lo studio. Poco dopo vediamo Emilio Fede che comincia il suo tg con tutte le notizie. Il problema è che allora, quando si chiudeva lo studio, non era facile farlo riaprire, mica c’erano i telefoni cellulari. Al mio amico Alberto Castagna viene un’idea e mi consiglia di andare nella cabina delle annunciatrici che era sempre aperta. E da lì ho dato l’annuncio della guerra del Golfo”.

Michele Cucuzza (Foto da video)

“Il presunto flirt con Ivana Trump? Non dico nulla”

Dal 1998 al 2008 Michele Cucuzza ha condotto “La vita in diretta”. “Carlo Freccero, a cui devo tutto, mi chiama per dirmi che aveva avuto uno screzio con una conduttrice e che il giorno dopo gli serviva qualcuno per condurre Cronaca in diretta. Io non sapevo fare assolutamente nulla, figuriamoci un programma con il pubblico. Però ho accettato, poi per dieci anni sono andato avanti con un successo di pubblico strepitoso”. In quel periodo il giornalista è diventato un sex symbol: “A me le donne sono sempre piaciute e mi sono dato da fare. Però poi quando avevo una donna stavo con quella. Detto questo. La scuola Rai mi ha sempre insegnato a stare coi piedi per terra, non esisteva il divismo. Quindi a me è sempre interessato fare bene sul lavoro, del resto poco”. Al giornalista sono stati attribuiti numerosi flirt, tra cui anche quello con la prima moglie di Donald Trump, Ivana. “Mi pare che sia uscito sui giornali tempo fa – ha commentato – Non dico nulla”.

Michele Cucuzza (Foto da video)

“C’era stata una mezza trattativa con ‘Ballando con le stelle’”

Con la Rai è finita dopo la terza edizione di “Unomattina”: “Dovevo cominciare il quarto anno di Uno Mattina e ho detto al direttore di allora che forse non ce la facevo a fare di nuovo tutte quelle levatacce. Lui mi ha detto che però non sapeva dove inserirmi e ci doveva pensare. Forse si saranno dimenticati. Ho aspettato qualche mese, poi mi sono rimboccato le maniche e ho fatto un mucchio di cose. Programmi in radio, molte ospitate. Ho partecipato anche al ‘Grande Fratello Vip’ dove mi sono divertito come un matto. Ho fatto anche un’esperienza a TeleNorba dove ho intervistato Berlusconi”. E sull’incontro col Cavaliere ha raccontato: “Quando ci siamo seduti l’uno di fronte all’altro a Palazzo Grazioli mi ha detto una cosa che sul momento non ho capito e gli ho chiesto di ripetere. E lui: ‘Cucuzza, se si abbottona la giacca con tutti e due i bottoni si noterà di meno… insomma risulterà più esile, sa noi ragazzi della tv’. Aveva la battuta sempre pronta”. Michele Cucuzza ha confessato di tenere alla forma fisica: “Mi alleno da casa con il mio istruttore on line e con la bella stagione faccio windsurf. Cerco anche di mangiare bene, anche se in Sicilia è difficile non cadere in qualche peccato di gola”. E riguardo al futuro professionale dice: “Tornerei in Rai per fare quello che faccio oggi, il giornalista sull’attualità”. Ma non nasconde la sua passione per i reality e i talent: “C’era stata una mezza trattativa con ‘Ballando con le stelle’. Poi non se n’è fatto nulla. Forse avrei dovuto andarci”. “La gente mi ferma ancora per strada  in molti mi dicono: ‘Sei rimasto quello di una volta, appassionato e sincero’. E mi fa molto piacere”, ha concluso.


Pubblicato il 04/07/2023 13:02

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