Medico di Ragusa lascia per mobbing il lavoro in Alto Adige

Medico di Ragusa costretta a lasciare il lavoro in Alto Adige: “Perché non so il dialetto tedesco”

Germana Bevilacqua

Medico di Ragusa costretta a lasciare il lavoro in Alto Adige: “Perché non so il dialetto tedesco”

| 15/05/2023
Medico di Ragusa costretta a lasciare il lavoro in Alto Adige: “Perché non so il dialetto tedesco”

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Corrada Ambrogio, medico di base, originaria di Ragusa, è stata costretta a lasciare il suo lavoro a Gais in Alto Adige a causa di pressioni e mobbing. La dottoressa ha fatto di tutto per essere accolta dalla comunità. Nel 2018 si è trasferita in Val Pusteria, ha provato a resistere alle difficoltà per cinque anni ma poi ha mollato. “Forse sono arrivata con troppo entusiasmo e aspettative troppo alte. Non ce la faccio più. Basta con accuse infamanti, voglio andare via, in un’altra regione. Non dirò dove, ho così tante paure che mi manca l’aria”, ha raccontato al “Corriere del Trentino”. Una storia di vessazioni e mobbing che ricorda quella della dottoressa Sara Pedri, la ginecologa scomparsa il 4 marzo 2021 dopo le dimissioni all’azienda sanitaria di Trento e mai più ritrovata.  La Ambrogio ha raccontato che in ospedale le dicevano frasi del tipo: “Tu, qui, sei più inutile degli infermieri”, “Non sono né il tuo badante, né la tua baby sitter. Devi andartene”, “Perché ti siedi? Non sei stata operata alle gambe”. Al di fuori, le hanno dato della “Deutschenhasserin” (“odiatrice dei tedeschi”).

Corrada Ambrogio (Foto da Facebook)

“Obbligata a lavorare in sala operatoria come secondo chirurgo”

Corrada Ambrogio si è trasferita dalla Sicilia in Alto Adige dopo aver studiato tedesco per due anni a Vienna. Inizia qui la sua formazione, con tirocini a Bressanone e Bolzano, con giudizi eccellenti. I primi problemi a Brunico, in pronto soccorso. “Credevo sarebbe stato il tirocinio più formativo — ha detto — Invece mi hanno obbligata a lavorare in sala operatoria come secondo chirurgo, pur non potendo farlo e non avendo nemmeno la copertura assicurativa adatta”. La dottoressa si è rifiutata e sono iniziati gli insulti. A luglio 2021, il sindaco di Gais Christian Gartner le ha prospettato la realizzazione di un ambulatorio per lei. “Io, entusiasta, a novembre, quando escono le graduatorie per i nuovi medici di base, firmo per Gais, ma dell’ambulatorio non c’è traccia”, ha raccontato. Le è stato proposto un appoggio temporaneo a Brunico, e a febbraio il Comune le ha offerto uno spazio nella frazione Villa Ottone. La dottoressa parla di continui atti vandalici e intimidatori: la porta dell’ambulatorio aperta, le comunicazioni affisse sulla porta nel cestino piante sradicate, muri imbrattati di vomito e urina. Una paziente si è lamentata di non poter parlare con lei in tedesco (“Parlava dialetto, le ho solo chiesto, nell’interesse di entrambe, di usare il tedesco”) e la segnalazione è arrivata all’Asl.
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Corrada Ambrogio (Foto da Facebook)

Costretta a un periodo di malattia: “Ho perso 400 pazienti”

Corrada Ambrogio ha denunciato l’accaduto ai carabinieri e si è sfogata sui social. A novembre, è stata costretta a prendersi un periodo di pausa, causa malattia: “Dal distretto sanitario è iniziata a circolare la voce che non sarei più tornata. Ho perso 400 pazienti”. A quel punto, ha inviato una lettera all’Asl, nella quale riferiva di non riuscire a lavorare serenamente. La risposta: “Da tempo persistono problemi. Qualora dovessero verificarsi ulteriori comportamenti inopportuni, non è esclusa la nostra presa di posizione, informando l’Ordine dei medici e intraprendendo vie legali”. Quindi alla dottoressa non è rimasto altro da fare che annunciare le sue dimissioni: “Me ne andrò a giugno”.

Corrada Ambrogio (Foto da Facebook)

Il sindacato: “L’Asl dovrebbe garantire, a un medico, un posto di lavoro sereno”

Alcuni articoli online di una testata tedesca l’hanno dipinta come l’italiana dalle “aperte simpatie neofasciste per Giorgia Meloni” che “nega ai pazienti l’uso della lingua tedesca”. Le testate sono state querelate per diffamazione ma le denunce sono state ritirate dopo la pubblicazione della sua replica. Il sindacato Snami ha dichiarato: “Abbiamo più volte provato ad aiutarla suggerendole nomi e indirizzi di legali ai quali rivolgersi. Ma lei ha ritenuto di non intraprendere cause legali. Penso che tutto sia nato da un problema personale, ma anche che l’Asl dovrebbe garantire, a un medico, un posto di lavoro sereno”. Il sindaco Gartner si è limitato a dire: “Non ho più voglia di discutere, non ne vale la pena. C’è qualcuno che vuole fare polemica e basta. Noi stiamo lavorando: l’obiettivo è avere due medici di base a Gais”.

Pubblicato il 15/05/2023 08:53

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