Manuel Agnelli lascia “X Factor”. A confermare il rumor che circolava da giorni è lui stesso in un’intervista al quotidiano romano de “Il Messaggero”. Il frontman degli Afterhours non cita direttamente il talent di SkyUno ma il riferimento è chiaro. “Faccio teatro e faccio televisione quando voglio e come voglio – sentenzia – Ogni tanto metto la testolina anche nel cinema. Ho vinto un David di Donatello e un Nastro d’Argento. E poi faccio musica. Ma non dipendo da nessuno di questi ambienti. È questa la mia grande libertà. Ho chiuso un cerchio in questo periodo della mia vita”.
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Francesco Gabbani sostituirà Manuel Agnelli a “X Factor”
Manuel Agnelli non commenta la voce secondo cui il suo addio a “X Factor” sarebbe dovuto a presunti dissidi con la produzione e con Achille Lauro entrato a far parte della giuria nella scorsa edizione. Il rocker era tornato a ricoprire il ruolo di giudice lo scorso anno ma aveva già fatto parte del cast dal 2016 al 2018 e dal 2020 al 2021. Confermatissimi Achille Lauro, Paola Iezzi e Jake La Furia. Al timone della prossima edizione di “X Factor” al via a settembre ci sarà ancora una volta Giorgia. Sabato 31 maggio è stato ufficializzato il nome del sostituto di Manuel Agnelli. Si tratta di Francesco Gabbani. “E’ il colpo di fulmine che aspettavamo: talento, ironia, visione musicale”, si legge sui canali social del talent.
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Manuel Agnelli: “La musica italiana è caduta in disgrazia”
Dal 5 al 15 giugno Manuel Agnelli sarà in scena al Teatro Argentina con l’opera di David Bowie “Lazarus” che lo vede protagonista. Il frontman degli Afterhours non ha una buona opinione della musica di oggi. “La disgrazia nella quale è caduta musica italiana negli ultimi vent’anni è per me un grande vantaggio – afferma nell’intervista a “Il Messaggero” – Il fatto che sui media passino musica creata da una sorta di catena di montaggio fatta dagli stessi autori e dagli stessi produttori, roba da supermercato vero, mi toglie la spinta alla realizzazione, che non è solo quella economica, di fare successo, di vendere dischi, di fare numeri”. “Oggi come oggi è molto più gratificante pensare a una creatività slegata dai numeri, perché i numeri hanno dominato in lungo e in largo il mondo della musica, costituendo forse l’unico modo oggettivo per giudicare le cose – aggiunge – È un obbrobrio, una mistificazione di quello che dovrebbe essere la musica. Ecco, ora che tutto ciò è scomparso io ho riguadagnato tutto l’aspetto ludico che avevo da ragazzo. quando facevo musica in casa e facevo cose che mi eccitassero”.