Eleonora Giorgi si era affidata alle terapie sperimentali dell’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. Si tratta del primo centro in Italia e in Europa per la ricerca e la cura del cancro tra i più aggressivi. Purtroppo però la malattia dell’attrice romana era già ad uno stato avanzato. La morte è sopraggiunta lunedì 3 marzo. “La signora Giorgi si era rivolta al nostro reparto nel 2024 perché aveva avuto informazioni sulle nostre cure sperimentali”, ha dichiarato al “Corriere della Sera” il professore Davide Melisi, dell’Unità Terapie sperimentali in oncologia.
“Come facciamo per tutti i nostri pazienti che ne hanno i requisiti clinici, l’abbiamo inserita nel programma sperimentale di immunoterapia”, ha aggiunto. “È venuta tre o quattro volte per le terapie in day hospital, ma le sue condizioni erano ormai troppo compromesse per tollerarle. Sono molto dispiaciuto”, ha detto. “Ma è importante ricordare che le sperimentazioni vanno perseguite da subito, nelle fasi troppo avanzate della malattia non hanno la stessa efficacia”, ha concluso.
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Morte Eleonora Giorgi, l’oncologo: “Le cure sono ancora in fase di sperimentazione clinica”
A dirigere il centro veronese per la cura del pancreas, eccellenza della Sanità italiana, è il professore Michele Milella. “Dieci anni fa la sopravvivenza a cinque anni del tumore operabile, con intervento chirurgico e chemioterapia, era del 20% – ha spiegato al “Corriere della Sera” – Oggi si avvicina al 50%, più del doppio. Chiaramente non è ancora soddisfacente, ma le cose sono cambiate e in maniera importante”. Il cancro al pancreas deve essere però preso in tempo e resta comunque “una malattia con ancora una prognosi severa”. “Ma oggi disponiamo di una tripletta di cure – ha aggiunto il professore Milella – una chemioterapia con farmaci di nuova generazione, che vengono veicolati con nanotecnologie e che sono più efficaci e meno tossici. Poi ci sono migliori tecniche chirurgiche e migliori dispositivi diagnostici radiologici. E ci sono anche i nuovi farmaci che vanno ad agire sulle alterazioni genetiche, ma per il pancreas siamo ancora indietro, conosciamo le alterazioni genetiche del tumore, ma i farmaci sono ancora in fase di sviluppo e di sperimentazione clinica”.

Le vittime note del tumore al pancreas
Lo scorso ottobre, in un’intervista televisiva, Eleonora Giorgi aveva svelato al suo pubblico di confidare in queste sperimentazioni. “Spero di essere presa in carico dai medici veronesi – disse – lì c’è un’eccellenza sanitaria dove curano la malattia andando a colpire i geni mutati e spero proprio di poter entrare in questi programmi sperimentali”. L’attrice romana si mise in contatto con l’Istituto del pancreas di Verona quando purtroppo era già troppo tardi. Il tumore al pancreas, se non preso precocemente, è un male che non perdona. Tra le vittime note del “big killer” dell’oncologia figurano Gianluca Vialli, Steve Jobs, Luciano Pavarotti, Mariangela Melato, David Bowie, Anna Magnani, Paola Marella e Sven Goran Eriksson. Ogni anno solo in Italia si registrano 14mila casi.