Massimiliano Strappetti, l’infermiere di fiducia di Papa Francesco, ha seguito come un’ombra il Santo Padre sia da vivo che da morto. Aveva poco più di 30 anni quando varcò per la prima volta le soglie dello Stato vaticano dopo aver prestato servizio presso il reparto di Rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma. Prima di Jorge Mario Bergoglio, Massimiliano Strappetti ha accudito anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI ma con il Pontefice argentino che si è spento lunedì 21 aprile sotto i suoi occhi aveva stretto un rapporto speciale, quasi da padre e figlio.
54 anni, sposato e padre di due figli, tifoso della Lazio, Massimiliano Strappetti si è subito fatto notare, oltre che per la professionalità, per la pazienza e le premure che ha dedicato a Papa Francesco. Nel 2021 lo ha convinto ad operarsi al colon per una stenosi diverticolare sintomatica e ad affidarsi al professor Sergio Alfieri del Policlinico Gemelli, lo stesso che ha coordinato l’equipe medica in occasione dell’ultimo ricovero del Santo Padre per una polmonite bilaterale.
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Da infermiere ad assistente sanitario personale di Papa Francesco
Dopo l’intervento all’addome, Papa Francesco ha nominato Massimiliano Strappetti suo assistente sanitario personale, una qualifica che fino a quel momento non esisteva. “E’ l’uomo che mi ha salvato la vita”, disse. Il Pontefice lo ha voluto accanto a sé non solo per le questioni di salute. La domenica di Pasqua, è stato proprio Massimiliano Strappetti ad incoraggiare il Santo Padre a fare l’ultimo giro in papamobile in piazza San Pietro per salutare i fedeli, in particolar modo i bambini, a margine della benedizione Urbi et Orbi. A lui, lunedì 21 aprile, Papa Francesco ha rivolto le sue ultime parole prima di passare a miglior vita: “Grazie per avermi riportato in piazza”. Prima di entrare in coma, il Santo Padre ha anche fatto un gesto di saluto con la mano al suo angelo custode.

Massimiliano Strappetti bacia il feretro di Papa Francesco prima dell’inizio dei funerali
È stato Massimiliano Strappetti a chiamare il professor Sergio Alfieri alle 5:30 alle prime avvisaglie dell’ictus che ha stroncato il Pontefice. “Strappetti sapeva che il Papa voleva morire a casa, quando eravamo al Gemelli lo diceva sempre – ha raccontato il medico al “Corriere della Sera” – È spirato poco dopo. Io sono rimasto lì con Massimiliano, Andrea, gli altri infermieri e i segretari; sono quindi arrivati tutti e il cardinale Parolin ci ha chiesto di pregare e abbiamo recitato il rosario con lui”.
Nei tre giorni in cui la salma di Papa Francesco è stata esposta nella Basilica di San Pietro, Massimiliano Strappetti ha sostato più volte e a lungo accanto al feretro. Stando a quanto riporta il “Corriere delle Sera”, gli amici dell’infermiere sostengono che adesso Massimiliano Strappetti si sente “un orfano” senza il Pontefice. Poco prima dell’inizio dei funerali celebrati sabato 26 aprile, l’assistente sanitario personale ha baciato il feretro di Papa Francesco chiuso la sera prima. Un momento commuovente immortalato dalle telecamere e trasmesso in tutto il mondo.