Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, morto lunedì 21 aprile all’età di 88 anni, era nato il 17 dicembre 1936 in una casa di due piani nel “barrio” di Flores, a Buenos Aires, Il Pontefice era il primo di cinque figli di una famiglia di origine piemontese e ligure appartenente alla piccola borghesia. Il padre Mario, funzionario delle ferrovie a Torino, emigrò in Argentina nel 1928 dove svolse la professione di contabile, insieme alla moglie Regina Maria Sivori, casalinga. A Portacomaro, in provincia di Asti, è sopravvissuto un ramo della famiglia Bergoglio. Dall’unione tra Mario Bergoglio e Regina Maria Sivori, oltre al Santo Padre, nacquero Oscar Adrian, Marta Regina, Alberto Horacio e Maria Elena. Quest’ultima, la piccola di casa, è l’unica ancora in vita. Ha 65 anni, abita nella periferia di classe medio-bassa di Buenos Aires e ha chiamato il primo dei suoi due figli Jorge in onore del fratello maggiore.
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Nonna Rosa insegnò al Pontefice il dialetto piemontese e a pregare
In un’intervista rilasciata di recente a “La Repubblica”, Maria Elena Bergoglio ha ricordato la sua infanzia con nostalgia: “Avevo tredici anni quando nostro padre Mario morì d’infarto. Ma fino ad allora, era il 1959, eravamo una famiglia felice. Soprattutto, una famiglia italiana: ‘Tanos’, così ci chiamano in Argentina. Ricordo la sacralità delle domeniche: prima a Messa, nella Chiesa di San José, poi i pranzi lunghissimi fino al pomeriggio tardi. Quei pranzi infiniti e bellissimi con cinque, sei, anche sette portate. E con i dolci. Eravamo poveri ma con grande dignità, e sempre fedeli a quella che per noi era la tradizione italiana. Mamma era una cuoca eccezionale. Faceva la pasta fresca, i cappelletti con il ragù, il risotto piemontese e un pollo al forno da leccarsi i baffi. Diceva sempre che quando aveva sposato papà non sapeva fare neppure un uovo fritto. Ma poi nonna Rosa, che era scappata nel ’29 dal Piemonte perché era antifascista, le aveva insegnato i trucchi. Nonna Rosa per noi era un’eroina, una donna coraggiosissima. Non dimenticherò mai di quando ci raccontava che nel suo paese, in Italia, saliva sul pulpito della chiesa per condannare la dittatura, Mussolini, il fascismo”. Nonna Rosa insegnò al Pontefice il dialetto piemontese e a pregare.
La sorella del Pontefice: “Nostro padre ha faticato tanto per farci crescere”
“Papà Mario era contabile ed era anche l’unico che lavorava in casa. E Dio sa quanto ha faticato per farci crescere – ha svelato la sorella di Papa Francesco – Quando arrivò in Argentina aveva già il suo titolo di studio ma non glielo riconobbero e allora trovò lavoro in una fabbrica però non poteva firmare i registri, li firmava un altro. E per questo lo pagavano meno di quanto avrebbero dovuto. Ma era un uomo sempre allegro, a me ricorda tantissimo mio fratello Jorge Mario. Non s’arrabbiava mai. E mai ci ha picchiato. Era questa la grande differenza tra le famiglie di immigrati italiani e le altre famiglie d’Argentina. L’uomo era l’autorità in casa, ma senza maschilismo. Noi, anche Jorge che era il più grande, eravamo terrorizzati dagli sguardi di papà se sapevamo di aver fatto qualche marachella. Ma a lui davvero bastava lo sguardo. A volte avrei preferito prendermi cento frustrate piuttosto che dover sostenere un suo sguardo di rimprovero. Mi annichiliva. Era innamoratissimo della mamma e le portava sempre dei regali. Mi prendeva per mano e uscivamo di nascosto quando tornava dal lavoro per comprare qualcosa, una cosa qualsiasi, alla mamma”.
Chi era Papa Francesco, il giallo della “fidanzatina”
“Jorge mi ha sempre ricordato un po’ tutti e due – ha raccontato Maria Elena – La mamma, perché anche lui cucina benissimo, fa dei calamari ripieni da urlo, ma soprattutto mi ricorda papà. La domenica papà si portava il lavoro a casa. Poggiava quegli enormi libri da contabile sul tavolo del soggiorno e accendeva il giradischi che diffondeva la musica in tutta la nostra piccola casa. Ascoltava l’opera, e qualche volta le canzoni popolari italiane. Era la musica classica la colonna sonora delle nostre domeniche. Ancora oggi Jorge è come papà: ama l’opera e ogni tanto qualche buon tango. E Edith Piaf. E come papà è l’unico, tra di noi, a essere tifoso del San Lorenzo. Jorge Mario era per me il fratello più grande, quello che giocava a pallone, che andava all’Azione cattolica e che studiava. Davvero non mi ricordo che abbia mai fatto arrabbiare papà o mamma”. Nel 2013 Amalia Damonte, anche lei di origini piemontesi e residente a Buenos Aires, raccontò a tv e giornali di essere stata la “fidanzatina” di Jorge Mario Bergoglio. Un amore fanciullesco interrotto a causa della gelosia del padre di lei. Secondo la donna, il Pontefice le avrebbe detto che se non fosse riuscito a sposarla avrebbe preso i voti. Lo stesso Papa Francesco disse di aver avuto una fidanzata nel libro “Il gesuita” di Francesca Ambrosetti, uscito nel 2010 quando era arcivescovo di Buenos Aires: “Ho avuto una fidanzata, era del gruppo di amici con i quali andavamo a ballare. Poi ho scoperto la vocazione religiosa”.
Maria Elena Bergoglio: “La fidanzatina del Papa non è mai esistita”
“La fidanzatina del Papa? La verità è che non è mai esistita. Ma se questa signora lo dice, e se è felice così, perché non lasciare che racconti questa storia?”, dichiarò all’epoca Maria Elena Bergoglio a “Chi” smentendo sia Amalia Damonte che il fratello. Un piccolo giallo sul quale la sorella del Santo Padre è tornata nell’intervista rilasciata di recente al quotidiano “La Repubblica”. “Quanto a quella fidanzatina che è andata in tv e che lui avrebbe avuto a tredici anni, certo non potrei ricordarmela ma altrettanto certamente dice una cosa falsa – ha precisato – Dice che Jorge avrebbe dovuto celebrare il suo matrimonio nella chiesa di San José de Flores. E questo è impossibile. Jorge è un gesuita, e non è mai stato sacerdote a San Josè de Flores. Ci andava sì da bambino e adolescente, mai da prete”. Poi però ha aggiunto: “Doveva andare con gli amici a un picnic perché in Argentina quel giorno è l’inizio della primavera. Invece andò in chiesa a parlare con il sacerdote. A quel tempo è vero che c’era una possibile fidanzata, me lo ha raccontato spesso lui stesso ma senza mai dirmi il nome. Era una ragazza del suo gruppo di amici, quelli del picnic. Quel giorno di primavera avrebbe dovuto dichiararsi a lei. Ma se continuo a raccontare finisce che mi fratello mi scomunica…”.
Chi era Papa Francesco: da adolescente fece le pulizie in una fabbrica e il buttafuori
Da adolescente Papa Francesco fece svariati lavori, come le pulizie in una fabbrica di calzini e il buttafuori nei locali. Lavorò anche in un laboratorio di analisi. “Ringrazio mio padre per avermi mandato a lavorare- disse nel 2013 il neo eletto Bergoglio in un’intervista ad Andrea Tornielli per “La Stampa” – Il lavoro è stata una delle cose che meglio mi hanno fatto nella mia vita e, in particolare, nel laboratorio ho imparato il bene e il male di ogni attività umana… Il mio capo era una donna straordinaria”. A 18 anni prese il diploma da perito tecnico. “Quando terminò il liceo, Jorge disse a mia madre che voleva studiare medicina – ha confidato la sorella Maria Elena a “La Repubblica” – Allora mamma decise di sistemare la soffitta che c’era sopra la terrazza della nostra casa per farlo studiare in pace, lontano da noialtri. Un giorno, però, salì a pulirla e trovò solo libri di teologia. Quando mio fratello tornò a casa l’affrontò, chiedendogli perché le avesse mentito. Non posso scordarmelo: ‘Non ti ho mentito mamma – rispose calmo Jorge – ti ho detto sì che volevo studiare medicina, ma medicina dell’anima’. Lei ci rimase malissimo perché capì che lo avrebbe presto perduto. Papà invece era contento: fosse stato per lui i suoi figli avrebbero dovuto essere tutti preti e monache”.
Quando aveva 21 anni i medici gli asportano parte del polmone destro
Papa Francesco decise che sarebbe entrato in seminario a 19 anni. A 21 accusò gravi problemi di respirazione e una polmonite costrinse i medici ad asportare la parte superiore del polmone destro. “Ricordo il momento in cui, con la febbre altissima, abbracciai mia mamma e le chiesi ‘Dimmi che cosa mi sta succedendo!’ – raccontò Bergoglio nel libro “Il gesuita” di Francesca Ambrosetti – Lei non sapeva cosa rispondere, perché i medici erano sconcertati”. Papa Francesco fu ordinato sacerdote a 32 anni e tre anni dopo era già il capo dei gesuiti d’Argentina. Nel 2013, inaspettatamente, Benedetto XVI si dimise e iniziò un nuovo conclave. “Non posso ancora credere che è diventato Papa – ha rivelato Maria Elena Bergoglio a “La Repubblica” – Quando è partito per Roma ci siamo salutati come sempre. Jorge ama Buenos Aires e amava il suo lavoro qui. Ha lasciato perfino la casa in curia un po’ in disordine, qualche libro sul letto, lettere da aprire, la spesa fatta, come se dovesse tornare subito”.
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Perchè Jorge Mario Bergoglio decise di assumere il nome di Francesco
Jorge Mario Bergoglio fu eletto al quinto scrutinio. È stato il primo Papa latino-americano, il primo non europeo da oltre 1300 anni, il primo Papa gesuita e il primo ad assumere il nome di Francesco. “Ha scelto quel nome perché il Santo di Assisi è la persona più mistica che il Papa abbia individuato e poiché Papa Bergoglio non è mistico affatto ed è lui stesso che lo dichiara, la scelta di quel nome, che non era mai stato usato finora per rappresentare il Capo della Chiesa, obbedisce per l’appunto a questo concetto – scrisse Eugenio Scalfari sul quotidiano “La Repubblica” nel 2019 – Papa Francesco si sente investito da una missione della massima importanza. Dio è uno solo e papa Francesco sente dentro di lui un compito che gli è stato affidato dal Cielo: aggiornare la Chiesa affinché possa incidere sulla società che negli ultimi secoli è ampiamente cambiata”.
