Il prefetto di Roma rompe il silenzio: “Nessuna autorizzazione”
- Il botta e risposta con la Figc
- La Nazionale ha minacciato di disertare l’incontro con Draghi?
- L’affondo di Selvaggia Lucarelli: “Farsa patetica, Speranza si finge morto”
Il pullman scoperto che ha portato gli azzurri in trionfo per le vie di Roma dopo la vittoria agli Europei? Merito di Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini che, stando a quanto anticipato da “Dagospia” e poi ricostruito dal “Fatto Quotidiano”, hanno strappato il sì alla parata dopo una difficile e animata trattativa.
Le parole di Bonucci: “Abbiamo vinto, lo dovevamo ai tifosi”
“Fino a lunedì mattina Questura e Prefettura, su indicazione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, erano stati categorici: ‘Niente pullman scoperto, motivi di ordine pubblico’ – si legge sul “Fatto” – Leonardo Bonucci all’uscita dal Quirinale ha discusso animatamente con alcuni responsabili della sicurezza che ribadivano il ‘no’ al pullman scoperto, il difensore viterbese della Juventus non è uno che le manda a dire e gli sarebbe scappato: ‘Se è così non fateci andare neanche da Draghi e riportateci in albergo’ (…) Il pullman, quello coperto, che ha impiegato 45 minuti per percorrere, a passo d’uomo, via IV Novembre e via del Corso, cioè i due chilometri fino a Palazzo Chigi tra migliaia di persone in festa. In quei 45 minuti si è chiusa la partita. Perché quando è sceso a Largo Chigi lo stesso Bonucci ha detto ai giornalisti: ‘Abbiamo vinto la trattativa, poi saliremo sul pullman scoperto, lo dovevamo ai tifosi’. Il secondo pullman, infatti, era già lì, portato di nascosto. Trattativa di chi? Con chi? C’è chi racconta che a cedere è stato il prefetto Matteo Piantedosi, chi dice invece che l’ok alla Federcalcio l’ha dato la ministra Luciana Lamorgese. Al Viminale dicono che i due e il capo della polizia, Lamberto Giannini, si sono sentiti mille volte e hanno gestito tutto insieme. ‘Nessuno ha dato l’ok, abbiamo solo preso atto’”.
Il prefetto di Roma: “Il bus scoperto non era autorizzato”
Dalle pagine del “Corriere della Sera” arriva la versione del prefetto di Roma Matteo Piantedosi che respinge ogni responsabilità nell’affaire “pullman scoperto”. “Avevamo negato il permesso a festeggiare la vittoria dell’Italia agli Europei sull’autobus scoperto, ma i patti non sono stati rispettati”, svela dicendosi molto amareggiato “per le possibili conseguenze che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane, nonostante il grandissimo lavoro svolto”. Secondo il prefetto, i festeggiamenti avrebbero dovuto svolgersi “con modalità diverse”. “Venerdì scorso abbiamo convocato un comitato per l’ordine e la sicurezza – racconta – Io avevo concordato la linea con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e con il capo della polizia Lamberto Giannini. La riunione era proprio per decidere che cosa fare e per questo abbiamo coinvolto direttamente anche la Figc”.
Le alternative proposte dalla Figc
“La Figc chiedeva di consentire agli atleti della Nazionale di fare un giro per Roma su un autobus scoperto, ma è stato spiegato chiaramente che non era possibile e che non potevamo autorizzarli – prosegue – Dovevamo gestire il passaggio dal Quirinale a Palazzo Chigi cercando di conciliarlo con le esigenze di sicurezza legate alla pandemia e dunque evitare in ogni modo assembramenti. Lunedì mattina la Figc ha riproposto diverse soluzioni, ultima delle quali quella di utilizzare una pedana da montare in piazza del Popolo, in pieno centro a Roma, dove far salire i giocatori per festeggiare con i tifosi. Abbiamo ritenuto che potesse essere una mediazione praticabile perché ci consentiva di tenere sotto controllo la folla in un unico luogo, verificando anche che le persone indossassero le mascherine come prevede il decreto in vigore quando ci sono gli assembramenti”.
“Sapevamo che il trasferimento sarebbe avvenuto con un bus coperto”
Stando a quanto racconta Piantedosi, la Figc sarebbe però tornata alla carica con l’ipotesi del bus scoperto. Ma la risposta è rimasta la stessa: “Abbiamo spiegato a tutti che le valutazioni non erano cambiate”. La pedana, spiega il prefetto, non è stata montata perché “abbiamo pensato che avrebbero fatto fermare i giocatori davanti a Palazzo Chigi dopo l’incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Ci avevano assicurato che il trasferimento sarebbe avvenuto con un autobus coperto. Invece poco dopo l’uscita dal Quirinale si è aggregato un autobus scoperto con la livrea e le scritte dedicate ai campioni d’Europa”.
“Hanno deciso Chiellini e Bonucci”
Piantedosi spiega anche perché nessuno ha bloccato il tour: “C’erano migliaia di persone in attesa del giro in autobus, vietarlo avrebbe potuto creare problemi di ordine pubblico”. “Mi risulta che Chiellini e Bonucci hanno rappresentato con determinazione il loro intendimento al personale in servizio d’ordine – conclude il prefetto – a quel punto non si è potuto far altro che prendere atto della situazione e gestirla nel miglior modo possibile. La complessità e la delicatezza è testimoniata dalle immagini da cui si può vedere che praticamente solo le forze di polizia indossavano la mascherina. Tutto quello che è successo ci ha profondamente amareggiati; da un anno, anche nei periodi più difficili, a Roma abbiamo sempre cercato di applicare le misure anti-Covid stimolando la collaborazione dei cittadini e delle categorie produttive piuttosto che imporre misure draconiane”.
La replica della Figc
Immediata la replica di Gabriele Gravina, presidente della Figc. “Siamo sempre stati responsabili ma soprattutto rispettosi delle istituzioni e dei tifosi italiani – dice in una nota – Non vogliamo trasformare un momento di gioia in un argomento di divisione. All’arrivo a Palazzo Chigi, la Federazione ha reiterato la richiesta, a questo punto condivisa dalle istituzioni, per un breve tragitto con il bus scoperto”.
“Dagospia”: “La festa a Palazzo Chigi stava per saltare”
Ecco cosa aveva scritto “Dagospia” sul piccolo caso diplomatico scoppiato in occasione della festa della Nazionale italiana al rientro a Roma: “Ieri c’è mancato poco che saltasse la festa degli azzurri a Palazzo Chigi. Per tutta la giornata Roberto Speranza ha rimbalzato la richiesta della nazionale di noleggiare un pullman scoperto per festeggiare la vittoria agli europei. Il ministero aveva paura che un pullman scoperto favorisse nuovi assembramenti in città (come dargli torto!). Il braccio di ferro è stato così intenso che a un certo punto Chiellini ha perso le staffe: ‘O ci concedete il permesso, oppure non veniamo’. È dovuta arrivare la tirata d’orecchie di SuperMario al suo ministro per convincerlo ad accettare la richiesta”.
L’affondo di Selvaggia Lucarelli
Nella vicenda è entrata a gamba tesa Selvaggia Lucarelli che ha dedicato un post al vetriolo all’argomento. “La storia del bus della nazionale che sfila a Roma tra migliaia di persone che urlavano appiccicate l’una all’altra si sta trasformando in una farsa patetica, da cui nessuno esce campione – scrive la giornalista sui social – Da una parte la FIGC che organizza l’evento e lo sponsorizza attraverso i profili dei calciatori. Dall’altra il prefetto Piantedosi che dice di aver negato i permessi per il giro in bus. E le transenne in via Nazionale chi ce le ha messe? Pierluigi Pardo nella notte? Ancora il prefetto che dice ‘Chiellini e Bonucci hanno rappresentato con determinazione il loro intendimento alle forze dell’ordine, a quel punto non si è potuto fare altro che prendere atto della situazione’. Dunque scopriamo che Chiellini e Bonucci sono il Ministero dell’interno. Bonucci ha sostanzialmente confermato: ‘Io e la squadra abbiamo vinto la trattativa per avere il bus scoperto, ma perchè era giusto così, per dedicare la vittoria ai tifosi e festeggiare con loro’. I tifosi si sono riversati in centro accalcandosi, tra urla e sudore”.
“Il ministro Speranza si finge morto”
“Nessun politico fiata, terrorizzato dall’impopolarità di una qualunque considerazione su calciatori o tifosi della Nazionale – prosegue la Lucarelli – Il ministro Speranza si finge morto. E non da ieri, ma in ogni singola nottata di festeggiamenti. Forse lo è. Nessuno ha nulla da dire. Da eccepire. Tutti fanno quel che caz*o vogliono. E di fronte a questa complicità sconsiderata, la mia solidarietà va a chi deve far entrare tre persone al massimo in un negozio o spostare il tavolo un po’ più in là o sposarsi col covid manager o tenere le saracinesche abbassate, perchè da ‘le regole devono valere per tutti’ siamo passati a ‘salvo le vittorie ai rigori’. Solidarietà a chi non può andare a trovare in parente in ospedale, dopo un anno mezzo. Che brutta figura, tutti. E che mancanza di rispetto per chi sacrifica le sue attività per quel bene comune di cui evidentemente frega solo ai più giusti, che oggi si sentono i più cogl*oni”.