Vanessa Gravina e il bullismo: “Essere una piccola star era difficile"

Vanessa Gravina: “Sono stata bullizzata, essere una piccola star era difficile”

Germana Bevilacqua

Vanessa Gravina: “Sono stata bullizzata, essere una piccola star era difficile”

| 12/05/2023
Vanessa Gravina: “Sono stata bullizzata, essere una piccola star era difficile”

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Vanessa Gravina, intervistata dal “Corriere della Sera”, ripercorre la sua lunghissima carriera iniziata quando aveva ancora pochi mesi sino ad oggi che interpreta il ruolo della contessa Adelaide ne ‘Il Paradiso delle signore’. “La mia prima apparizione avviene in una pubblicità di passeggini su Carosello. Avevo solo 6 mesi! E lo spot pubblicitario era firmato dal regista Paolo Taviani!”. “Sono nata all’ospedale Fatebenefratelli di Milano – racconta – Mia madre mi ha raccontato che, quando mi trovavo ancora in culla, la numero 20, insieme a tanti altri neonati, si formava un capannello di gente davanti alla nursery…”. Per la sua bellezza? “Le persone erano attirate dal fatto che, al contrario degli altri bambini un po’ pelatini, io avevo una massa in testa di capelli corvini e un paio d’occhi verde smeraldo – spiega – ero diventata l’attrazione dell’ospedale. Poi mia zia, che aveva un’agenzia pubblicitaria, chiese ai miei genitori se poteva mandare in giro le mie foto e da lì ho cominciato a lavorare come una pazza. Ho fatto campagne pubblicitarie in tv e su tante riviste, compresa Vogue. Per farmi contenta, mi regalavano tanti giocattoli, comprese le adorate Barbie”.

Vanessa Gravina (Foto da Instagram)

“I miei compagni nella copertina mi disegnarono i baffi, le occhiaie, i brufoli”

Vanessa Gravina parla di un’infanzia diversa da quella degli altri bambini: “Un’infanzia un po’ perduta, ed essendo diventata adulta subito non l’ho recuperata. Sì, sono periodi della mia vita che mi sono mancati per il senso di responsabilità che ho sempre nutrito nei confronti del lavoro e poi perché mi piaceva quello che facevo, e mi piace tuttora. Essere una piccola star era complicato: venivo vista come ‘quella diversa’, che non aveva tempo di giocare, che partiva per i set, e il rapporto con i coetanei è stato molto tosto. Vivevo costantemente in mezzo agli adulti, gente figa, certo, che mi apriva la testa, ma poi tornare nella pipinara dei compagni era dura…”. Già a 7 anni Vanessa Gravina vantava una copertina su “Vogue” ma non è stato sempre rose e fiori: “Quando la mia immagine comparve sulla copertina di Vogue, i miei compagni di scuola me la fecero trovare sul banco tutta storpiata con vari segnacci: mi disegnarono i baffi, le occhiaie, i brufoli… Avrò avuto 7 o 8 anni e rimasi molto male. Ero un’ingenua e fino a quel momento non sapevo cosa fosse l’invidia. Non è vero che i ragazzini non sono invidiosi, possono essere feroci”. E aggiunge: “Sono stata spesso bullizzata. Il bullismo non avviene solo nei confronti di persone con problemi fisici, ma anche nei riguardi di chi ha successo… e io ero carina e pure famosa…”.
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Vanessa Gravina (Foto da Instagram)

“Gli insegnanti? Ho subito delle discriminazioni anche da loro”

Una carriera precoce che ha condizionato il suo rapporto con i coetanei: “Dai bulli si solito incassavo, ma non sempre. Una volta sono saltata addosso a una ragazzina che mi faceva le boccacce: un’aggressione talmente forte che mi sono ritrovata un ciuffo dei suoi capelli in mano. Le ho fatto quasi uno scalpo… e non si è più permessa di offendermi”. Nessuna amicizia a scuola? “Adoravo una compagna di banco, che mi aveva dato la sua amicizia e non mi sembrava vero essere al centro delle sue gentili attenzioni. Però non so cosa accadde: forse era uscita un’altra copertina con la mia foto oppure stava andando in onda in tv qualcosa dove ero coinvolta… e lei, prima non volle più condividere il banco, poi, nelle gite scolastiche prendeva per mano un’altra bambina. Mi sono sentita un’incompresa, una poveraccia, ne ho sofferto immensamente”. E gli insegnanti? “Ho subito delle discriminazioni anche da loro. Alcuni mi apprezzavano perché capivano il mio impegno nello studio, anche nelle materie che non erano le mie preferite. Altri non tolleravano il mio lavoro extra scolastico. Dicevano: oddio, questa ragazzina ha degli atteggiamenti troppo da adulta… e ho patito delle ingiustizie”. E aggiunge: “Ero molto brava in italiano e nelle versioni di latino: le passavo sempre ai compagni. In matematica, una vera schiappa…”.

Vanessa Gravina (Foto da Instagram)

“Il mio debutto sul grande schermo è stato a 11 anni”

Dalle prime copertine a una carriera piena di successi: “Il mio debutto sul grande schermo è stato a 11 anni nel film ‘Colpo di fulmine’ diretto da un regista importante come Marco Risi, dove recitavo a fianco di un attore famoso, Jerry Calà il quale, fra l’altro, non avendo studiato bene il copione, a volte si dimenticava le battute e io, un po’ maestrina, gliele suggerivo! A 12 anni recito nel ruolo della figlia di Gianni Morandi, nella miniserie La voglia di vincere diretta da Vittorio Sindoni… A 13 anni vengo scritturata nella Piovra 4 a fianco di Michele Placido, diretta da Luigi Perelli… e poi, e poi…”. L’attrice nel tempo libero si dedica al pugilato: “Non è semplicemente uno sport, è una disciplina con cui l’energia fisica si trasferisce nella mente e, direi, persino nell’anima. È una passione che ti dà il totale controllo di te stesso. Mi aiuta a calibrare le mie risorse e, praticandola ormai da anni, mi sono accorta di avere una forza che proviene da una rabbia interiore”.

Vanessa Gravina nel ruolo della contessa Adelaide (Foto da Instagram)

“Pratico la boxe e il buddismo. Non ho avuto figli perchè…”

Un vita che sembra patinata come la copertina di un rivista ma che è stata contrassegnata da alti e bassi come racconta la stessa attrice. “Durante il mio percorso esistenziale, privato e professionale, ho dovuto tenere a bada molti drammi, storie d’amore private poco fortunate e torti subiti, ma ho incamerato, sono un’incassatrice e sono andata avanti: non mi sento di attribuire colpe a nessuno, sono artefice di tutti i miei sbagli, non credo nella fortuna e nella sfortuna. La boxe, ad esempio, è uno sfogo contro le insoddisfazioni e anche i miei difetti, mi insegna a difendermi, attaccando l’avversario calibrando i colpi. Un ottimo meccanismo di confronto”. Ma non solo pugilato: “Pratico il buddismo. L’ho scelto in un momento particolarmente difficile della mia vita e ho trovato un rifugio: il mantra buddista è una sorta di formula magica, spazza via certe paure, le insicurezze, il terrore dell’abbandono… ti insegna il distacco dalle cose. La vita umana è caduca. E infine sulla decisione di non avere figli dice: “Se metti al mondo un figlio, diventi genitore, quindi una persona responsabile. Ma io, essendo cresciuta molto in fretta, ero già responsabile… di fatto, una genitrice”.


Pubblicato il 12/05/2023 15:08

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