Roberto Vecchioni è stato ospite di Mara Venier a “Domenica In” per presentare il suo libro dal titolo “Tra il silenzio e il tuono”. Ma non solo. Il cantautore ha parlato anche della morte del figlio Arrigo, scomparso ad aprile dello scorso anno, a 36 anni, dopo una malattia e del dolore che non passa mai. “Si impara soffrendo – esordisce il professore -. La felicità non ti insegna niente, è bellissima, te la godi, ma è il dolore che ti insegna le cose. Come sopportarlo, come tenerlo affianco. Nella vita ne avremo tanti di dolori, ma bisogna imparare a capire come fotterli”. Mara Venier chiede al suo ospite come si fa a sopravvivere a un dolore così grande come quello per la morte di un figlio. “Non passa – spiega – È l’unico dolore nella vita di una persona che non può passare, ma soprattutto non passa a una madre. È la cosa più sconvolgente e antiumana che possa esistere, quando se ne va una persona che è nata da te e soprattutto una persona così bella, così aperta e meravigliosa come era lui”.
“Amo mia moglie sentimentalmente come il primo giorno ma anche fisicamente”
Roberto Vecchioni spende per il figlio parole piene di amore: “L’ho già detto ma lo ripeto, il mondo non lo ha capito. Il mondo non se lo meritava. Lui ha lottato per 17 anni, era una battaglia spaventosa. Io sono convinto, perché sono un credente, che c’è un disegno. Dio non fa le cose a caso, non le fa mai a caso. Anche quello che a noi ci sembra a caso ha un senso. A me sono accadute tante bellissime cose, vorrei accadessero anche a mia moglie”.
Il dolore per la morte del figlio si somma a quello di assistere impotente alla disperazione di sua moglie, la scrittrice Daria Colombo sposata nel 1981. Dal loro matrimonio sono nati: Arrigo, Carolina e Edoardo. “Vorrei tanto che lei sorridesse – confida commosso – Quando la vedrò sorridere, con quel sorriso meraviglioso, non vorrò altro. Sono 43 anni che stiamo insieme. La amo sentimentalmente come il primo giorno, ma anche fisicamente”. “Hai detto niente – scherza Mara Venier- Hai 80 anni e avere ancora questo trasporto come 43 anni fa è bellissimo”.
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“Quando Arrigo è morto, il destino e la sua volontà coincidevano”
In una recente intervista a “Vanity Fair”, parlando della morte del figlio, Roberto Vecchioni aveva dichiarato: “La parola ‘orfano’ va bene anche per i genitori. Anche se c’è una differenza. Sono sicuro che soffre di più una madre. Mia moglie Daria da dieci mesi si è persa, si è ammalata. Morirò a 95 anni. Basandomi sui miei desideri: voglio avere altri 14, 15 anni per andare al mare”. Ricordando la sua dipendenza dall’alcol aveva detto: “Gli ultimi anni che bevevo pensavo di morire perché stavo malissimo. Non è vera quella storia secondo cui stordendosi aumenta l’immaginazione. Da allora ho la testa più chiara, in dieci anni ho vinto due dischi d’oro senza streaming, con i dischi, e non era mica scontato”.
Sulla morte del figlio Arrigo aveva ammesso: “Se mi sono dato delle colpe per il suo essere bipolare? Meno, negli ultimi anni gli sono stato più vicino. Ma quando è morto devo dire che il destino e la sua volontà coincidevano, non c’era altro modo. Il mondo non si è accorto della sua bellezza, lui non doveva accorgersi della bellezza del mondo perché per lui era brutto, e quindi quella è una scelta che va rispettata”. Dopo l’intervista con Mara Venier, in studio è arrivata la sua ex alunna Paola Iezzi che ha raccontato diversi aneddoti. Lui, divertito, ha detto senza mezzi termini: “Andava malissimo a scuola”.
