In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” in cui ripercorra la sua vita privata e professionale, Pino Strabioli si dice addolorato per essere stato silurato dalla Rai, azienda per la quale lavora da oltre tre decenni. “Il Caffè”, programma sui libri che porta la sua firma, non compare nei palinsesti 2025/2026. “Sono amareggiato, ma non amo lo scontro – dichiara – Lavoro in Rai da 32 anni e mi dispiacerebbe non restare in questa ‘casa del servizio pubblico’”. Ad affliggerlo maggiormente è “il fatto che una delle pochissime trasmissioni che parlano di libri — peraltro un programma alla sesta edizione, con ottimi ascolti, costi irrisori e senza ospiti a pagamento — non venga presa in considerazione”. Ma non solo. Pino Strabioli è inorridito dai commenti che riceve sui social e che non esita a definire “inqualificabili”. “Scrivono che mi hanno fatto fuori perché, dicono, ‘sono di sinistra e omosessuale’ – confida – come se fossero delle colpe. A fronte di questo piccolo gruppo di odiatori, c’è stato un enorme sostegno in favore della trasmissione, cosa che mi riempie di gioia”.
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Pino Strabioli: “Ho contribuito alla nascita di una memoria storica in Rai”
Ripercorrendo la sua carriera e spaziando da Sandra Milo che si fece intervistare a letto allo speciale dedicato a Mina e ai documentari e alle serie incentrare sui grandi artisti, Pino Strabioli si dice convinto di “aver contribuito alla nascita di una memoria storica in azienda”. “Non voglio contrattoni, a me basta quel poco che guadagno – confessa – ma voglio uno spazio mio dove poter esprimere quello che sono e in questa intervista affiora che qualcosa, in vita mia, l’ho fatta”. A breve il regista teatrale condurrà la serata di premiazione dello Strega ma quest’anno al suo fianco non ci sarà Geppi Cucciari. Per “motivi di lavoro”, tiene a precisare. “Un po’ mi spiace – ammette – perché con lei c’è danza teatrale, ci capiamo”. Pino Strabioli parla anche dei suoi genitori e descrive la madre come “allegra” e “vitale”. “Non mi ha mai voluto mandare all’asilo – racconta – Mi ha dovuto mandare per forza alle elementari, altrimenti avrebbe rischiato una denuncia”. Il padre era “poliziotto, donnaiolo, leggero”. “Forse è stato per farsi perdonare da me che non ha mai esercitato una vera autorità paterna”, ipotizza.
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“Solo due relazioni importanti. Faccio fatica anche a spogliarmi, sono un uomo complicato”
“Alla fine degli Anni 70 mi feci crescere i capelli – ricorda il conduttore televisivo e radiofonico – vestivo punk, con la cresta, cominciai a frequentare le comuni, a farmi le prime canne. Si sperimentava. In tutti i sensi (…) Come vivo la sessualità? In modo tormentato. Avevo vent’anni quando un carissimo amico morì di Hiv e da allora è come se avessi tirato il freno alla passione”. In 61 anni Pino Strabioli ha avuto solo due relazioni importanti. “Ma molto cerebrali, con pochissimo eros – puntualizza – Forse sono sempre stato attratto da personalità magnetiche perché, inconsapevolmente, vivo le grandi passioni per delega. Mio fratello psicanalista ci scriverebbe un trattato”. Infine, Pino Strabioli confessa di avere un rapporto difficile con il proprio corpo: “Faccio fatica anche a spogliarmi, sono un uomo complicato”.