Le ultime parole pronunciate da Papa Francesco prima di morire sarebbero state destinate a chi si è preso cura di lui h24 sia durante i quasi 40 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma che durante la convalescenza a Casa Santa Marta. A raccontare il retroscena è “Vatican News”. L’angelo custode del Pontefice risponde al nome di Massimiliano Strappetti. È l’infermiere che suggerì al Santo Padre l’intervento al colon che gli salvò la vita e che nel 2022 fu nominato suo assistente sanitario personale. Prima di passare a miglior vita, Papa Francesco gli avrebbe rivolto un gesto di saluto con la mano. “Grazie per avermi riportato in piazza”, avrebbe detto a Massimiliano Strappetti. Queste sarebbero state tra le ultime parole del Pontefice. Sarebbe stato proprio il suo infermiere ad incoraggiarlo a fare l’ultimo giro sulla papamobile in piazza San Pietro per salutare i fedeli, in particolar modo i bambini, a margine della benedizione Urbi et Orbi di Pasqua.
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Il malore, il coma e la morte: “Non ha sofferto, è avvenuto tutto rapidamente”
Nessuno poteva immaginare che quella sarebbe stata l’ultima apparizione pubblica di Papa Francesco. Secondo la ricostruzione dei media vaticani, nel pomeriggio il Santo Padre avrebbe riposato e poi avrebbe cenato in tutta tranquillità. Lunedì 21 aprile, l’inaspettato tracollo. “Intorno alle 5.30 del mattino le prime avvisaglie del malore, con il pronto intervento di chi vegliava su di lui – si legge su “Vatican News” – Più di un’ora dopo, fatto un gesto di saluto con la mano a Strappetti, sdraiato sul letto del suo appartamento al secondo piano di Casa Santa Marta, il Pontefice è entrato in coma. Non ha sofferto, è avvenuto tutto rapidamente, racconta chi gli era accanto in quegli ultimi momenti”. La morte del Pontefice è sopraggiunta a seguito di “un ictus cerebrale, coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile”.

Il testamento di Papa Francesco
“Nel Nome della Santissima Trinità. Amen.
Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna, desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura. La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima. Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarla per la docile e materna cura. Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Solas Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale come indicato nell’accluso allegato.
Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus. Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano. Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me. La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli.
Santa Marta, 29 giugno 2022“.