"Non è l'Arena", parla la vittima di Alberto Genovese: "Ho dei flashback delle violenze"

“Non è l’Arena”, parla la vittima di Alberto Genovese: “Ho dei flashback delle violenze”

Daniela Vitello

“Non è l’Arena”, parla la vittima di Alberto Genovese: “Ho dei flashback delle violenze”

| 17/10/2022
“Non è l’Arena”, parla la vittima di Alberto Genovese: “Ho dei flashback delle violenze”

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In esclusiva a “Non è l’Arena” parla Aurelia, vittima di Alberto Genovese. La 20enne si mostra per la prima volta in tv dopo che l’imprenditore milionario, accusato di avere stuprato brutalmente due donne è stato condannato a otto anni e quattro mesi. Aurelia aveva 18 anni quando è stata drogata e seviziata per 20 ore nel prestigioso attico dell’inventore di startup ribattezzato “Terrazza Sentimento” e ubicato nel cuore di Milano.

Alberto Genovese (Foto da video)

“Il tribunale ha parlato, la cosa più importante è la giustizia”

Prima che Aurelia entri in studio, Massimo Giletti manda in onda un audio dove si sente la ragazza supplicare Genovese di fermarsi. “Questi audio – spiega la vittima dell’imprenditore – sono la prova oggettiva di quello che è successo quella notte. La sentenza mi ha dato più coraggio nel poter parlare di questa cosa e sentirmi meno giudicata perché quest’uomo è stato condannato e farà otto anni di carcere. Se prima per le altre persone c’erano delle incognite perché tanta gente non sapeva chi ero e mi giudicavano, adesso non si può più dire niente perché il tribunale ha parlato ed è quella la cosa più importante, la giustizia”.

Massimo Giletti (Foto da video)

“Sono stata offesa e infamata! Oltre il danno, la beffa”

“Adesso anche agli occhi degli altri sono una vittima – aggiunge – Alla fine lo sono sempre stata. Quando sui giornali è uscita la notizia di quello che era successo, nei primi mesi non ho mai sentito l’appoggio delle persone. Mi hanno offesa e infamata. Persone che non mi conoscevano hanno detto cose brutte e non vere sul mio conto. In quei momenti, io avevo bisogno di sostegno morale. Ero veramente devastata. Oltre il danno, la beffa”.

Aurelia, vittima di Alberto Genovese (Foto da video)

“Ero alterata ma ricordo di averlo supplicato più volte di fermarsi”

Aurelia non ha ricordi nitidi di quelle interminabili ore di violenza: “Io ero completamente alterata (…) ho qualche flashback ma molto breve, scollegato, sconnesso, senza senso logico. Ero completamente allucinata. Il flash che mi è tornato? Ho qualche ricordo del dolore che provavo, mi ricordo di essere stata ammanettata, anche del dolore delle manette perchè erano molto strette. Mi ricordo di aver supplicato più volte (…) Lo vedevo sdoppiato, era tutto alterato a livello visivo e sensoriale”.
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Massimo Giletti con Aurelia, vittima di Alberto Genovese (Foto da video)

“Soffro di attacchi psicotici, mi scatta qualcosa che mi fa avere paura di tutti”

“Ho riflettuto molto sull’espormi – confessa la ragazza a Giletti – Io non ho veramente niente di cui vergognarmi, niente da nascondere. Non devo aver paura di parlare di questa cosa, di raccontare la verità”. Dopo la condanna, resta un trauma difficile da superare. “Soffro di attacchi psicotici – racconta Aurelia – spesso mi distacco dalla realtà e non riesco più a capire cosa stia realmente accadendo e cosa sia soltanto frutto della mia immaginazione. Ad un certo punto, mi scatta qualcosa che mi fa avere paura di tutti”.

Aurelia, vittima di Alberto Genovese (Foto da video)

“Il mio aggressore è stato condannato, non tutte le donne hanno la stessa fortuna”

“Chi è Genovese oggi per me? E’ il mio aggressore – conclude – Non sono nessuno per dire se questa condanna sia sufficiente o meno. Però per me già il fatto che lui sia stato condannato è una grandissima vittoria. Non è una cosa così scontata, moltissime donne che vengono violentate non avranno mai la fortuna di vedere il proprio aggressore in carcere. Lui invece è stato arrestato, anche se dopo un mese dalla mia denuncia”.

Pubblicato il 17/10/2022 18:43

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