All’indomani della diffusione della notizia della morte di Maria Stella Allevi, sorella del compositore Giovanni, la famiglia ha rotto il silenzio per fare alcune precisioni all’Ansa. Insegnante di diritto e pianista, la donna si sarebbe suicidata. I familiari hanno fatto sapere che, contrariamente a quanto riportato dalla stampa, Maria Stella non abitava da sola e neppure viveva abitualmente nella casa di Ascoli Piceno dove è stata trovata senza vita.
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“Nell’ultimo anno, ha dovuto affrontare un delicato percorso clinico”
“Era andata ad Ascoli da poche ore lasciando in un’altra casa a Roseto degli Abruzzi il marito Ercole Di Felice, risultato positivo al Covid”, hanno puntualizzato. Il consorte, che appartiene all’Arma dei Carabinieri, le è stato “sempre molto vicino, in particolare in questo ultimo anno in cui ha dovuto affrontare un delicato percorso clinico”.
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La donna aveva in programma una visita specialistica a Milano
In questi giorni, Maria Stella Allevi avrebbe dovuto sottoporsi ad una visita specialistica a Milano. Il fratello Bruno, ovvero colui che ha chiamato la polizia non riuscendo più a mettersi in contatto con lei, avrebbe dovuto accompagnarla nel capoluogo lombardo.
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“A casa, solo mia sorella poteva toccare il pianoforte”
Proveniente da una famiglia di musicisti, Giovanni Allevi aveva citato la sorella in un’intervista rilasciata qualche mese fa a Sky Tg24. “A casa si ascoltava soltanto musica sinfonica e musica lirica e poi c’era mia sorella più grande che suonava il pianoforte – aveva detto – Intorno ai 5/6 anni mi sono accorto che c’era il pianoforte chiuso a chiave, non volevano che io lo toccassi, solo mia sorella lo poteva suonare e appena finiva di studiarlo veniva chiuso a chiave”.
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Giovanni Allevi combatte contro un mieloma
Un mese fa, Giovanni Allevi ha annunciato di avere un tumore. “Non ci girerò intorno: ho scoperto di avere una neoplasia dal suono dolce: mieloma, ma non per questo meno insidiosa – ha scritto su Instagram – La mia angoscia più grande è il pensiero di recare un dolore ai miei familiari e a tutte le persone che mi seguono con affetto. Ho sempre combattuto i miei draghi interiori in concerto insieme a voi, grazie alla Musica. Questa volta perdonatemi, dovrò farlo lontano dal palco”. Il compositore ha iniziato un duro percorso di cure. “Ma… l’anima, esiste? Secondo me, sì! – ha scritto di recente – Perché se esiste, allora posso separarla dal corpo e da questo dolore fisico a tratti insostenibile. O addirittura, posso aiutare il corpo a guarire, affiancando alla terapia farmacologica una energia magica, che viene dall’anima e dal vostro Amore!”.
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“In ospedale, ho iniziato a scrivere un brano per Violoncello e Orchestra”
Allevi sta affrontando il dolore aggrappandosi alla musica. “Appena ricevuta la diagnosi di Mieloma, prima ancora di chiedere cosa fosse, sono subito andato a vedere a quali note musicali corrispondessero le lettere del suo nome, secondo un procedimento matematico già usato da J. S. Bach – ha svelato – Ebbene, da Mieloma scaturisce una melodia romantica di sorprendente bellezza! Il primo giorno di ricovero ho iniziato a scrivere un brano per Violoncello e Orchestra, ispirato da quella melodia. Mi sono entusiasmato all’idea che la composizione del brano avrebbe accompagnato tutto il tempo della terapia, come fosse un diario di emozioni fatto solo di note, e quando la mia battaglia sarebbe finita, avrei celebrato la vittoria sulla malattia dirigendo ‘Mieloma’ in teatro, con un grande solista al Violoncello”.
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“Nonostante il dolore, non ho mai amato così tanto la vita”
“La composizione mi sta assorbendo giorno e notte – ha aggiunto – È pura follia, lotta, dolore, ebbrezza, entusiasmo, gioia sfrenata, meditazione. Sento già di dedicare questo brano a tutte le persone, a quei guerrieri luminosi che stanno soffrendo per la malattia, nella speranza che possano riconoscersi nelle sue note, e possano ricevere da esse la forza di condurre la propria battaglia verso la vittoria. Nonostante il dolore, non ho mai amato così tanto la vita come in questo momento!”.