Gino Cecchettin e il libro su Giulia: "Sento i genitori di Filippo"

Gino Cecchettin presenta il libro su Giulia: “I genitori di Filippo stanno vivendo un dramma”

Germana Bevilacqua

Gino Cecchettin presenta il libro su Giulia: “I genitori di Filippo stanno vivendo un dramma”

| 04/03/2024
Gino Cecchettin presenta il libro su Giulia: “I genitori di Filippo stanno vivendo un dramma”

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Fabio Fazio ha ospitato a “Che tempo che fa” Gino Cecchettin, il padre di Giulia, la 22enne uccisa lo scorso novembre dall’ex fidanzato Filippo Turetta. L’occasione è l’uscita del suo libro dal titolo “Cara Giulia, quello che ho imparato da mia figlia” scritto con Marco Franzoso che uscirà martedì 5 marzo per Rizzoli. I proventi della vendita finanzieranno iniziative per il contrasto alla violenza di genere. Gino Cecchettin in apertura spiega: “Questo libro fa parte di un progetto più ampio. Già dall’inizio avevo pensato che dovevo fare qualcosa. Giulia non era una ragazza che si risparmiava nell’aiutare gli altri, una delle prime cose che ho imparato è questa. Mi sono chiesto come potevo farlo. In primis, mettendo alla luce di tutti le domande che io stesso mi sono fatto. E cercando di fare qualcosa attivamente, aiutando associazioni che già lavorano sul territorio”.

“Ho pensato che il modo migliore fosse creare una fondazione che potesse dare sostegno a queste associazioni – continua – Avrei voluto attivarla prima del libro, poi un carissimo amico, che già gestisce una fondazione, mi ha detto: ‘C’è un detto africano che recita: Se vuoi correre veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, corri in compagnia’. Quindi, stiamo contattando diversi enti per poter dare più autorità e respiro al progetto perché vogliamo che sia una fondazione inclusiva. Ora lo scopo del libro è iniziare a finanziare, io per primo, questa fondazione”.
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Fabio Fazio e Gino Cecchettin (Foto da video)

“Non so dove sia Giulia adesso ma penso che la cerimonia di laurea abbia ricompensato il suo sforzo”

Il padre di Giulia racconta a Fabio Fazio quello che ha provato dopo la morte della figlia.  “Non ti nascondo – ammette – che quando tutto era finito, la voglia di chiudermi in me è stata forte. Ma Giulia non era così. Ogni azione che faccio penso a cosa avrebbe fatto lei. Iniziando a rivivere alcuni momenti, a mettere nero su bianco le mie sensazioni, ho capito che forse quello era il modo migliore per elaborare un lutto. Raccontare aiuta a tirare fuori quello che c’è dentro di te, si arriva prima alla liberazione di alcuni pensieri. Per far pace con il passato e lasciare qualcosa di utile per altri”.

Fabio Fazio ha ricordato che il 2 febbraio scorso è stata conferita la laurea in Ingegneria Biomedica alla memoria di Giulia. “Ci tenevo in modo particolare alla cerimonia – racconta Gino Cecchettin – perché era un risultato ottenuto. E non so dove sia Giulia adesso, ma avendo visto lo sforzo che ha fatto, penso che la cerimonia l’abbia ricompensato. Gli sforzi fatti, vanno riconosciuti, trovo giusto che sia così. È stato un momento molto emozionante, che mi ha permesso di rimettermi in contatto con Giulia”.

Fabio Fazio e Gino Cecchettin (Foto da video)

“Da adesso in poi farò attenzione a qualsiasi cosa riguardi i miei figli, anche come sono vestiti”

Gino Cecchettin ricorda il giorno della scomparsa della figlia e le sensazioni che ha provato durante la scrittura del libro. “Quando mi sono messo a scrivere ho provato a ripercorrere quello che ho passato il giorno prima – svela – Mi sono reso conto che viviamo molti momenti senza prestare attenzione. Non ricordo quasi nulla di quel sabato, mentre ricordo praticamente tutto della domenica in cui ho scoperto che mia figlia non era tornata a casa. Ricordo la porta aperta delle sua camera e avevo quest’ansia interiore, ma lei era una ragazza giudiziosa, e ho lasciato correre, ho pensato che fosse l’ultimo weekend libero prima della laurea e che vesse fatto tardi in discoteca. Ora quella porta è sempre aperta, perchè mi mette in comunicazione con un po’ di lei”. “Non si può tornare indietro nel tempo – aggiunge – Da adesso in poi farò attenzione a qualsiasi cosa riguardi i miei figli, anche come sono vestiti”.

Giulia Cecchettin con il padre Gino (Foto Instagram)

“I miei figli mi hanno insegnato ad essere altruista, a far del bene oltre l’interesse personale”

“Nel libro non citi mai il responsabile dell’omicidio. I suoi genitori li hai più incontrati o sentiti?”, chiede il conduttore durante l’intervista. “Sì, ci siamo sentiti un paio di volte per messaggi a Natale”, svela. “Io rinnovo a loro tutto il mio sostegno – aggiunge – perché ancora adesso stanno vivendo un dramma. Non cito il nome per un semplice fatto, ho deciso fin da subito di concentrarmi su Giulia”. Gino Cecchettin parla dei suoi figli Elena e Davide: “Il mio obiettivo è che non venissero schiacciati dal mio dolore. Ho imparato tantissimo dalle mie figlie. Da Giulia, perché la sua storia mi ha fatto conoscere persone che non conoscevo e che mi hanno raccontato parti di lei di una delicatezza e altruismo inimmaginabile. Mi hanno insegnato ad essere altruista, a far del bene oltre l’interesse personale. Da Elena ho imparato cosa vuol dire essere forti. Ho imparato a fare riferimento a quella purezza che hanno i giovani nell’affrontare le cose”.

Giulia Cecchettin (Foto da video)

“Il genere maschile non vuole rinunciare al proprio status”

Subito dopo la morte di Giulia, la sorella Elena aveva definito Filippo Turetta come “figlio sano del patriarcato”. “Ho parlato molto di questo concetto con mia figlia Elena – ammette Gino Cecchettin – e ho capito che la parola ‘patriarcato’ parla di possesso, non solo di cose, ma anche di persone. Ci sono resistenze perché da una parte c’è il genere maschile che non vuole rinunciare al proprio status, però vedo anche un atteggiamento molto progressista da parte dei giovani. Loro sanno bene cosa significa ‘parità’. Se c’è una speranza è proprio nei giovani, possiamo essere ottimisti”. Il padre di Giulia Cecchettin espone dati eloquenti sul patriarcato: “Su 195 nazioni nel mondo, non ce n’è nessuna con una parità salariale, ci vorranno 150 anni perché ciò accada”.

“Da inizio anno sono già 19 le vittime di femminicidio in Italia” ricorda Fabio Fazio. “Ci sono famiglie – spiega Gino Cecchettin – che non vogliono rinunciare alla cultura del patriarcato. La speranza è nei giovani. Io non sono salito in cattedra, ho solo fatto tante domande a me stesso e ho pensato che fossero utili agli altri. Non posso insegnare nulla, ho fatto solo tante domande a me stesso e ho pensato che potessero essere utili per altri. Penso che Giulia avesse il diritto di essere ricordata, che rimanesse una memoria, e questo libro me ne ha dato la possibilità”.

Pubblicato il 04/03/2024 12:35

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