Sposini e il risarcimento dalla Rai: "Ha dato tanto, non c'è memoria" - Perizona Magazine

Sposini e il risarcimento dalla Rai: “Ha dato tanto, non c’è memoria”

Daniela Vitello

Sposini e il risarcimento dalla Rai: “Ha dato tanto, non c’è memoria”

| 04/04/2019

Il 29 aprile 2011 Lamberto Sposini fu colpito da emorragia cerebrale negli studi de “La Vita in Diretta”, programma che […]

Il 29 aprile 2011 Lamberto Sposini fu colpito da emorragia cerebrale negli studi de “La Vita in Diretta”, programma che all’epoca conduceva in coppia con Mara Venier. Da quel giorno Sposini e i suoi familiari puntano il dito contro un presunto ritardo nei soccorsi e hanno chiesto alla Rai un maxi risarcimento.

Da mesi – fa sapere il “Corriere della Sera” – un collegio di giudici ha invitato le parti a trovare un accordo extragiudiziale, ma dalla Rai tutto tace e la proposta (in primo grado erano stati chiesti 11 milioni di euro, ora l’accordo si raggiungerebbe con 350 mila euro) non è mai arrivata. La prossima udienza d’appello è fissata per il 21 maggio.

“Fino a quel momento aveva fatto della parola la sua esistenza, si è ritrovato a non poterla usare più – spiega al “Corsera” Sabina Donadio, ex compagna del giornalista, che da allora si occupa di lui. “Vorrei fosse chiaro che per noi non è una questione economica. Lamberto ha bisogno di cure costanti, ma il punto non è questo. Ci piacerebbe che, umanamente, la Rai fosse un interlocutore diverso, perché non si può liquidare così quello che è successo”, aggiunge la Donadio che da Sposini ha avuto la figlia Matilde, oggi 17enne. L’ex compagna del giornalista, si scopre, ha “tentato con tutti i presidenti della Rai di turno, con tutti i dg, di far presente la situazione. Non ultimo Salini che non era a conoscenza di tutti i dettagli e si è mostrato piuttosto sensibile. Ma dopo un po’ se ne dimenticano sempre”.

Ada Odino, avvocato che tutela la figlia Matilde, parla di “mutismo della Rai che pare quasi disinteresse” mentre l’avvocato Bruno Tassone, legale di Sposini, aggiunge: “Stiamo parlando di un conduttore che alla televisione pubblica ha dato moltissimo. Inoltre, la Rai rischia una condanna per milioni di euro: perché non arrivare a un accordo che si chiuderebbe con 350 mila euro? Perché continuare questo stato di incertezza?”.

“Sposini ha dato molto alla Rai, anche sul fronte dell’informazione sportiva, alla Tgr e al Tg1. Anche se non voglio entrare nelle logiche di altre aziende mi sarei aspettato un atteggiamento diverso da parte della Rai perchè Lamberto lo merita davvero”, commenta Clemente Mimun, direttore del Tg 5 che ha lavorato per tanti anni con Sposini .

E sulla vicenda interviene anche il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi: “Il caso Sposini continua ad essere una macchia sull’operato della Rai – scrive su Facebook – L’amministratore delegato Salini e i consiglieri di amministrazione che aspettano a intervenire affinché all’ex conduttore e ai suoi familiari venga data risposta? A 8 anni da quel triste giorno in cui la vita del giornalista è cambiata per sempre, a seguito di un’emorragia cerebrale poco prima di andare in onda in uno studio Rai, l’azienda non ha ancora trovato un accordo coi familiari. Ora il sollecito ad accordarsi arriva anche dal collegio dei giudici, ma secondo quanto scrive il Corriere della Sera la Rai sarebbe sparita e non darebbe più risposte. Da lettore di giornale e da cittadino che paga il canone rimango allibito: la Rai di sprecopoli, delle continue assunzioni esterne, degli stipendi milionari ai giornalisti-artisti, la Rai dei 22mila dipendenti, perché non riesce ad accordarsi con uno dei suoi volti simbolo, ancora oggi ricordato con affetto dai telespettatori? Secondo quanto viene riferito dal Corriere, la cifra per accordarsi sarebbe decisamente ridotta per il bilancio Rai, 350mila euro a fronte di una richiesta iniziale ben più alta. Peraltro in una vicenda dove qualcosa, è evidente, non ha funzionato nei soccorsi. Ma non è un problema di cifre, quanto di rispetto: perché la Rai non risponde a Sposini? Già quattro anni fa, dopo la sentenza di primo grado che non aveva riconosciuto il risarcimento, mi interessai alla questione chiedendo all’allora Cda che la questione non finisse a carte bollate, peraltro a spese dei cittadini. All’epoca c’erano state rassicurazioni, la presidente di allora Maggioni è ancora un’importante dirigente del servizio pubblico, alcuni consiglieri di allora sono ancora oggi nel Cda come la consigliera Borioni, lo stesso ex direttore generale Orfeo: tutti potrebbero sensibilizzare Salini e riassumergli le rassicurazioni che pubblicamente e privatamente avevano dato al Pd sul fatto che avrebbero seguito la cosa, soprattutto dal punto di vista umano nei confronti di un collega, il cui valore professionale è stato sempre unanimemente riconosciuto. Perché nessuno interviene affinché questa storia, che rappresenta anche un danno di immagine per la Rai, trovi finalmente una conclusione positiva?”.

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