“Ho partecipato a ‘The Voice’ grazie a Papa Francesco”, così Cristina Scuccia ai microfoni dell’Adnkronos dopo i funerali del pontefice celebrati sabato 26 aprile in piazza San Pietro. Era il 2014 quando l’ex Suor Cristina vinse la seconda edizione della versione italiana del talent show di Rai2 dopo essere entrata nel team di J-Ax. Sempre in tonaca, prese parte a “Ballando con le stelle”. Nel 2023, dopo aver smesso gli abiti da suora, indossò quelli da naufraga nella 17esima edizione de “L’Isola dei Famosi”. Di recente è stata una delle coach dei talent show “Io canto Generation”, “Io canto Family” e “Io canto Senior” su Canale 5. Oggi confida che a spingerla a debuttare in tv 11 anni fa siano state le parole del defunto Papa.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK

Cristina Scuccia: “Raccontai al Papa della mia decisione di partecipare a The Voice”
“Sin dall’inizio del suo Pontificato, invitò tutti i consacrati, gli uomini e le donne dalla Chiesa a uscire dai conventi, ad aprire le porte per raggiungere le periferie del mondo – ricorda l’ex Suor Cristina – Dunque ci sentivamo chiamati in causa. E così, quando è arrivata la chiamata della redazione, l’ho percepita come un segno: far arrivare la parola di Dio dove di solito non c’è”. “Qualche giorno fa, riguardavo le foto dell’incontro con il Santo Padre, eravamo in tanti ma lui era lì ad ascoltare le storie di tutti – racconta – Ricordo di aver avuto la possibilità di regalargli il mio primo album e di avergli raccontato della mia decisione di partecipare al talent show di Rai 2 per mandare un messaggio”.

“Il mondo aveva bisogno di una figura come la sua, che ha sempre prediletto la misericordia”
Il pontificato di Jorge Mario Bergoglio è durato 12 anni. Cristina Scuccia torna indietro con la memoria al giorno in cui fu eletto: “Ricordo che fu come una boccata d’ossigeno, non solo per me. Credo anche per la Chiesa. Perché in quel momento il mondo aveva bisogno di una figura come la sua, che ha sempre prediletto la misericordia”. L’allora Suor Cristina rimase colpita dalla “semplicità nei gesti” e dal “linguaggio” del pontefice: “Si relazionava alle persone, ma anche nelle sue omelie, in modo diretto. La chiave vincente è stata proprio la sua autenticità”. “Non ha mai seguito inutili pomposità – continua – ma piuttosto ha incarnato quella che è veramente la figura del successore di Pietro: un testimone di Cristo. Oggi come non mai c’è bisogno di queste figure”.

“Oggi c’è necessità di guide che siano autentiche e restituiscano il vero volto della Chiesa”
Cristina Scuccia che ha lasciato il convento nel 2022 per dedicarsi alla musica definisce “potentissimo” il messaggio di Papa Francesco. “Dove si è mai visto un Papa che scende per strada, si interessa in questo modo così diretto alle persone oppure che legge le lettere dei fedeli e poi li chiama al telefono?! – si chiede – (…) È stato estremamente spiazzante, perché nel nostro immaginario ci sono figure ecclesiastiche da trattare con riverenza, cosa che lui ha debellato”. Per questo “resterà per sempre impresso dentro di me”. Riguardo al prossimo pontefice, Cristina Scuccia sottolinea come “il confronto con Francesco sarà inevitabile” e pertanto sostiene che “non debba essere un suo successore, ma solamente incarnare la figura di Gesù. E oggi c’è necessità di guide che siano autentiche e restituiscano il vero volto della Chiesa: una Chiesta che accoglie e non chiude le porte, che non giudica e ci fa sentire figli”.

“In questi giorni ho sentito nostalgia degli abiti. Ad attrarmi non è il convento, ma Gesù”
Della sua seconda vita Cristina Scuccia dice: “Mi piace, che poi se riavvolgo il rullino ho già vissuto miliardi di vite. Attualmente sto costruendo la mia strada, e questo richiede tanto tempo. In questi giorni ho sentito nostalgia degli abiti, anche se sono sempre nostalgica di quel periodo. Ad attrarmi non è il convento, ma Gesù. Mi interrogo su come possa prendere forma questa mia fede che resta tale. È un dono, non puoi strappartelo di dosso. Io mi metto tanto discussione, sto cercando di costruire la mia vita con la musica anche se sono tempi difficili. Ma comunque continuo a fare ciò che mi fa stare bene. Laddove sento serenità interiore, resto. Quando non la sento, per dirla in termini religiosi, dico ‘questa non è opera di Dio’ e vado via”.