Si chiama “Naughty N’Awlins” l’evento che ogni anno, dal 1998, si svolge a New Orleans attraendo oltre 2000 scambisti. Quest’anno avrebbe dovuto svolgersi a luglio ma a causa della pandemia è saltato ed è stato rinviato a tempi migliori.
Bob Hannaford, organizzatore della convention, si è chiesto per mesi se non fosse il caso di annullarla del tutto ma alla fine, considerato il calo dei contagi registrati a New Orleans nel mese di novembre, ha deciso di andare avanti.
“Ci chiedevano se fosse possibile, se fosse morale o etico – racconta Hannaford – Ci siamo fatti queste domande in continuazione nelle settimane antecedenti alla festa”.
Messi da parte i dubbi, l’organizzatore ha persino contattato un virologo per adottare tutte le precauzioni del caso, dalla misurazione della temperatura all’ingresso all’obbligo di indossare le mascherine tranne che per bere e mangiare.
I partecipanti sono stati inoltre obbligati a sottoporsi preventivamente a tampone e ad indossare braccialetti colorati per identificare i negativi e le persone guarite dal coronavirus.
Senza contare l’obbligo da parte degli ospiti di indicare le persone con le quali erano entrate in contatto – sessuale o non – durante la convention al fine di tracciare eventuali contagi.
Nonostante le precauzioni adottate, il 13% dei partecipanti, ovvero 41 persone, si è infettato durante la festa. A comunicarlo via mail all’organizzatore sono stati gli stessi contagiati, molti dei quali hanno candidamente ammesso che se durante i primi giorni della convention aderivano ai protocolli instituiti, negli ultimi giorni avevano allentato l’attenzione infrangendo le regole.
Adesso Hannaford è disperato. “Non lo rifarei, se avessi saputo allora cosa so adesso – ha scritto sul suo blog – Mi pesa sulla coscienza e continuerà a farlo fino a che tutti non staranno meglio al 100%“.