Non accenna ad arrestarsi l’ondata di commozione che ha accompagnato la notizia della morte di Edrissa Sanneh, meglio noto come Idris. L’istrionico opinionista sportiva, tifoso sfegatato della Juventus e noto al pubblico televisivo per la sua partecipazione a “Quelli che il calcio”, si è spento a Brescia venerdì 4 agosto all’età di 72 anni. Idris era stato ricoverato una ventina di giorni fa. Lascia la moglie Mimma sposata nel 1976, quattro figlie (Laura, Binta, Francesca Hadija e Hadin) e il nipote Pietro.
L’annuncio della scomparsa
E’ stata proprio la famiglia ad annunciare la sua morte: “Idris Sanneh ha lasciato questa terra oggi, di venerdì, il suo giorno preferito, accompagnato dalle sue Donne e da tanto Amore. La mancanza che sentiremo è superata solo dalla straordinarietà della sua vita, dei suoi insegnamenti e del suo cuore…La sua presenza si rinnoverà ogni giorno nei cuori e nelle azioni di tutte noi… Inchallah Papà”.
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“Piangiamo ma soprattutto celebriamo la sua straordinaria vita”
I familiari di Idris hanno poi diffuso un’altra nota con la quale svelano la possibile causa della sua morte: “A farlo trascendere a vita immateriale è stata con tutta probabilità una vasculite dalle cause ignote. In pieno stile Idris, se ne è andato con un po’ di mistero. Al momento del passaggio è stato accompagnato dalla sua famiglia, tantissimo amore e melodie. Piangiamo ma soprattutto celebriamo la sua straordinaria vita, la sua sagace genialità, il suo cuore limpido e puro, il suo sensazionale carisma, il suo amore per l’arte, la musica, lo sport, tutti amori riuniti dalla ricerca incessante e gloriosa della giustizia e della bellezza”.
“Ha vissuto piegando le regole dell’impossibile rendendolo realtà”
“Nato sotto una stella speciale, è riuscito ad unire mondi e persone, culture e religioni, fedi calcistiche e colori – aggiungono i familiari di Idris – La sua missione di unione si è compiuta in ogni conversazione, intervista, intervento, consiglio e canzone. Ha vissuto piegando le regole dell’impossibile rendendolo realtà, attraversando il mondo per portare cultura, amore ed entusiasmo. Il primo ed il più grande, un pezzo della storia italiana, senegalese e non solo. Simbolo indelebile di saggezza e libertà. Inimitabile ed indimenticabile”.