Claudio Amendola sta girando in Puglia la seconda stagione della fiction “Il patriarca” prodotta da Camfilm. L’attore interpreta Nemo Bandera, a capo dell’azienda ittica Deep Sea, che ha raggiunto il potere anche con mezzi illegali. Sei prime serate che andranno in onda a inizio 2025. Claudio Amendola è figlio d’arte. Il padre Ferruccio è stato attore e doppiatore e ha fatto respirare l’aria del set al figlio fin da bambino. “Un po’ il mio destino era segnato, è andata bene che i miei non facevano gli avvocati”, dice Claudio Amendola in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”.
Riguardo alla sua ultima fatica spiega: “La serie è ambientata a Levante, città immaginaria che nella prima stagione era Monopoli. Quest’anno abbiamo allargato la cintura a Conversano e Trani (oltre a Monopoli), tenendo Bari come base per poi spostarci per esigenze sceniche. Abbiamo a disposizione location meravigliose, scorci unici. Mi ha colpito la bellezza di Bisceglie dove sono stato un paio di volte perché ci vive la segretaria di edizione. Ma apprezzo tutti i centri storici con le loro cattedrali, la cura e il lavoro dei pugliesi nel presentare le loro ricchezze in un modo naturale, mai finto”.
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“La politica mi ha deluso: è arrivato il momento che mi limiti a fare il mio mestiere di attore”
“Resteremo in Puglia fino a metà aprile – fa sapere Claudio Amendola – come concordato con la ‘Apulia Film Commission’. Poi ci sposteremo a Roma per motivi di produzione, alcune location saranno camuffate per imitare la Puglia. Dove non si vede (come nel caso degli interni), non è la vostra terra. In realtà, si viene qui a girare da qualche anno. Le maestranze, come macchinisti, elettricisti, sarte e parrucchieri, fanno un ottimo lavoro. Le troupe a Roma sono piene di pugliesi che formano un capitale umano eccellente”. L’attore dà qualche anticipazione: “Il patriarca Nemo Bandera ha già un erede, la figlia Nina è in dolce attesa. La serie riparte con il trigesimo dalla morte del figlio Carlo. Altro mi è proibito anticipare. C’è da dire che, rispetto alla storia, siamo cresciuti. Essendo passato parecchio tempo dal primo ciak, gli attori conoscono meglio i loro personaggi, hanno avuto tempo per riflettere”.
L’argomento si sposta sulla politica e sulla decisione del ministro Matteo Piantedosi di valutare l’ipotesi di scioglimento del Comune di Bari per presunte infiltrazioni mafiose. “Non mi permetto di commentare vicende che non conosco – afferma il regista – La politica mi ha deluso: è arrivato il momento che mi limiti a fare il mio mestiere di attore”. “Non ho mai votato Pd, mi colloco più a sinistra. Credo che, a 61 anni, possa considerarmi politicamente in pensione”, aggiunge.
“Mi piace dirigere, soddisfa il mio smisurato ego”
Da una decina d’anni, Claudio Amendola si cimenta con la regia. “Mi piace dirigere – confesa – soddisfa il mio smisurato ego. Credo sia un percorso un po’ banale che arriva a una certa età, una volta che hai acquisito esperienza e capacità: è gratificante, un lavoro pieno, la quadratura del cerchio”. “Da regista – prosegue – avrei voluto dirigere ‘C’era una volta in America’ o uno qualsiasi di Quentin Tarantino, ma nessuno ne sarebbe capace. Sono contento dei film che ho fatto e diretto”. Figlio di due attori, Ferruccio Amendola e Rita Savagnone, Claudio Amendola ammette che il suo destino era un po’ scritto: “Se sei figlio di attori ti capita l’occasione di recitare da piccolo, da adolescente, da ragazzo. Un giorno, da bambino, andai a trovare mio padre in un set in Sardegna. Mi ritrovai buttato in scena. Per me era normale bazzicare i set. Poi capitò che un amico di mamma era in difficoltà: aveva bisogno di un ragazzo di 18 anni, romano. Lei gli rispose: è mio figlio. Io non avevo nessuna intenzione di presentarmi, ma mamma insistette. E la mia vita cambiò. Se i miei genitori fossero stati avvocati o elettricisti sarebbe andata diversamente. Menomale che erano attori”.
“Mio padre mi ha insegnato il lavoro, l’importanza e la serietà che si deve a questa parte della vita”
L’attore si lascia andare al ricordo del padre Ferruccio: “Mi ha insegnato il lavoro, l’importanza e la serietà che si deve a questa parte della vita, la puntualità, la memoria e… la Roma”. Poi ammette: “Tra i tanti tatuaggi al braccio ho anche un centurione che sorge dal Colosseo. I tatuaggi sono un’espressione d’arte che comunica chi sei. Ho anche i volti di chi ho amato come De Andrè sul polpaccio, Agostino Di Bartolomei sulla gamba, gli indiani d’America su un braccio e sull’altro il triangolo della copertina di “The dark side of the moon” dei Pink Floyd”. Claudio Amendola ha avuto due figlie, Giulia e Alessia, dalla prima moglie, la doppiatrice Marina Grande. Poi nel 1997 ha sposato Francesca Neri dalla quale si è separato dopo 25 anni e da cui ha avuto un figlio, Rocco. Una separazione vissuta lontana dai riflettori. “Non per fortuna – sottolinea l’attore – per scelta, rispetto, educazione. E poi siamo stati sì fortunati a farlo quando si separavano Totti e Ilary. Anche volendo, la scena se la sarebbero presa loro”.