Annamaria Bernardini de Pace si schiera dalla parte di Rocco Siffredi. Com’è noto, il p0rnodivo è stato denunciato per molestie dalla giornalista dell’Adnkronos Alisa Toaff. “Certe donne dovrebbero scendere dal pero e capire quali sono le vere molestie, i veri dolori, i veri insulti e le vere ingiurie – sentenzia il celebre avvocato divorzista in un’intervista rilasciata a “MowMag” – Io non credo alle persone che si nascondono nell’anonimato, perché una vittima hai il dovere di denunciare e se non dice il suo nome credo che ci sia sempre da scoprire cosa c’è dietro. Per capire nel dettaglio se le molestie sussistono o meno ci deve essere un processo”.
“Perché c’è scritto solo quello che dice lui e non quello che ha detto lei?”
Tra le altre cose, Alisa Toaff accusa Rocco Siffredi di averle suggerito di farsi “una scorpacciata di ca**i” per tornare a essere “una persona normale”. Anche in questo caso, Annamaria Bernardini de Pace non ha dubbi. “Chissà lei come l’aveva innervosito per fargli dire una frase del genere – afferma – Perché c’è scritto solo quello che dice lui e non quello che ha detto lei? Se uno esce dai gangheri può dire determinate cose, ma per me non sono molestie. Siccome lui non è cretino, se queste cose le scrive sa benissimo che non la sta molestando. Lei non si è comportata in modo corretto da giornalista e lui non ha accettato questa cosa”.
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“Credo che a un’intervista con un attore hard si debba andare preparati”
“Lui non è un baronetto e lo dice a modo suo, ma se lei si è comportata male Rocco fa benissimo a dirlo – aggiunge l’ex suocera di Raoul Bova – Al massimo si può trattare di ingiuria, che però non è più un reato, essendo stato derubricato. Ma uno non può più esprimere la propria opinione in questo paese? Dire a una donna di farsi una scorpacciata di ca**i più che un’offesa mi sembra un augurio. Credo che a un’intervista con un attore hard si debba andare preparati. Un attore hard non è né un baronetto né un raffinato stilista gay. Poi lui gliel’ha scritto ‘quando ti stringevo’, per cui lei evidentemente c’è stata a farsi stringere, oppure gli ha dato una sberla? Evidentemente c’era consenso, quindi perché lo denuncia? Lui è anche sincero quando dice di essersene andato nel momento in cui è arrivata anche l’amica della presunta vittima (…) Sono anche convinta del fatto che lui sia sentito usato. Io sono dalla parte di Rocco Siffredi”.
“Non credo che sussista la molestia, mi sembra più un ping pong tra i due”
“Non vedo perché bisogna credere sempre alla donna e mai all’uomo – conclude l’avvocato divorzista – Non credo che sussista la molestia, mi sembra più un ping pong tra i due, nessuno dei quali è un principe. Io preferirei sicuramente difendere lui rispetto a lei. È insopportabile che l’uomo debba essere sempre dichiarato e sputt**ato, mentre la donna rimane nascosta. La trovo una discriminazione che già solo per questo mi fa dare torto alla donna. Io ho denunciato a 12 anni e non ho avuto paura di nulla. Denunciare non è un coraggio, ma è un dovere”.