Mauro Corona contro Franco Di Mare: "Un falso amico che mi ha pugnalato alle spalle" - Perizona Magazine

Mauro Corona contro Franco Di Mare: “Un falso amico che mi ha pugnalato alle spalle”

Daniela Vitello

Mauro Corona contro Franco Di Mare: “Un falso amico che mi ha pugnalato alle spalle”

| 12/11/2020

Il caso dell’esclusione di Mauro Corona da “Cartabianca” continua a tenere banco. Com’è noto, l’alpinista-scrittore è stato epurato dal programma […]

Il caso dell’esclusione di Mauro Corona da “Cartabianca” continua a tenere banco. Com’è noto, l’alpinista-scrittore è stato epurato dal programma di Rai3 dopo aver dato della “gallina” a Bianca Berlinguer (LEGGI QUI). Corona si è scusato dando la colpa all’astinenza da alcol (LEGGI QUI).

La lotta per liberarsi da questa dipendenza lo renderebbe piuttosto nervoso. Le sue scuse non sono bastate a reintegrarlo nella trasmissione. La conduttrice ha ribadito più volte che non è colpa sua se Corona è stato allontanato dalla trasmissione. Fosse stato per lei la loro collaborazione sarebbe continuata.

Franco Di Mare: “La questione è seria e riguarda i diritti delle donne”

Secondo un’indiscrezione pubblicata da “Dagospia”, il veto su Corona arriverebbe dal direttore di Rai3 Franco Di Mare. Quest’ultimo, intercettato da Valerio Staffelli di “Striscia La Notizia” che gli ha consegnato il Tapiro, ha negato la circostanza attrubuendo la decisione alla Rai. “La questione è seria e riguarda i diritti delle donne, che sono stati vilipesi e calpestati – ha commentato ai microfoni del tapiroforo – Non è una questione privata tra Berlinguer e Corona, ma riguarda i principi etici a cui l’azienda fa riferimento”.

Mauro Corona: “Ho scoperto un falso amico”

Tuttavia, per Mauro Corona, il responsabile della sua epurazione sarebbe proprio Di Mare. “Sono triste perché ho scoperto un falso amico – sentenzia in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” – Perché non posso più essere al fianco di Bianca Berlinguer, in tivù a difendere la povera gente. Per il resto scrivo, scolpisco e scalo, la mia vita continua. Ora però in discussione non c’è più la mia maleducazione. Di quella mi sono scusato subito e pubblicamente. Il punto è capire perché l’Italia non è più abituata alla verità e accetta di finanziare un servizio pubblico che la nega”.

“Bianca chiede invano il mio ritorno”

Secondo l’irriverente scrittore, il suo allontanamento “viene presentato come una punizione pretesa da Berlinguer, a tutela delle donne e delle pari opportunità, che io avrei offeso. Bianca invece è avvilita e delusa: chiede invano il mio ritorno, mi dice che non vede l’ora di riavermi con lei, oggetto di una guerra interna non solo Rai. Senza di me Cartabianca perde qualche bel punto di share. Qualcuno ne approfitta per una resa dei conti, in tivù e in parlamento. I fatti: a cacciarmi non è stata Berlinguer e nemmeno l’ad Salini. Mi ha fatto fuori il direttore di Rai3, Franco Di Mare. Dedicandomi un suo libro, o invitandomi alle sue trasmissioni, mi chiamava ‘fratello di montagna’. Diceva in giro di essere mio amico: alla prima occasione mi ha piantato il pugnale nella schiena”.

“Sono un montanaro e un alcolista, ma non sono un cretino”

Secondo Corona, il direttore di rete avrebbe voluto la sua testa “per mettere in difficoltà Berlinguer e porre in discussione Cartabianca. Dietro c’è un braccio di ferro tra Cinque Stelle e Pd. Lo spazio in Rai lasciato alla sinistra ormai sembra esagerato. Sono un montanaro, un alcolista in lotta per salvarsi, ma un cretino no. Ad esempio: so conservare i messaggi sul telefonino. Dopo l’incidente della gallina, Di Mare mi ha inviato un sms. Mi chiama ‘amico mio carissimo’ e dice di capire come mi sento ‘dopo quella improvvida sfuriata’. Assicura di dire a tutti ‘che noi siamo amici, ma che la situazione ahimè è sfuggita al nostro controllo; il tuo certo: ma anche il mio’. Allude imbarazzato a ‘prese di posizione della commissione pari opportunità della Rai, dei partiti e dei consiglieri di amministrazione Rai’. Conclude scrivendo di temere ‘che lo stop debba andare oltre il semplice giro di giostra, così come auspicato da Bianca’, ma che basterà ‘un po’ di pazienza’. Finale. ‘Facciamo decantare. Ti abbraccio’. Il problema è che tutta questa indignazione, a partire da quella del Cda Rai, non è mai esistita”.

“Sgarbi chiama capre le donne e non viene bandito dalla Rai”

“Io accuso l’uomo, che ora chiamo “Di Pozzanghera”, di vigliaccheria – aggiunge – Mi chiamava fratello e amico: tutto dimenticato appena si è presentata l’opportunità di costruire un nemico-mostro da sfruttare per fini personali. Ho sbagliato e ho offerto le mie scuse. Bianca ha capito e le ha accettate. In tivù e in parlamento siedono però persone che si sono macchiate di reati ben più gravi. Ogni volta che Vittorio Sgarbi grida ‘capra’ a una donna, ride tutto lo studio. Lo fa da anni: non mi risulta sia stato bandito dalla Rai. Mi chiedo: perché gallina è insulto e capra solo sostantivo? Io ho sbagliato, ma ho il diritto di chiedere scusa a Bianca Berlinguer e al pubblico di Cartabianca nella stessa trasmissione in cui ho mancato di rispetto a tutti. Una volta chiarito, mi assumo le mie responsabilità e in tivù non mi vedrete più. Al direttore di Rai3 chiedo solo il coraggio di essere sincero con chi gli paga lo stipendio. Deve spiegare un altro sms che mi ha spedito, dopo che gli ho scritto che anche a un condannato a morte lasciano fumare l’ultima sigaretta. Mi ha risposto che sì, ho ragione, ma che ai condannati poi ‘sparano lo stesso’. In pratica, l’ironia della sua firma sotto alla mia esecuzione”.

“Io usato per colpire una grande giornalista”

“Non è patetico chiedere di dire la verità a chi dirige una rete tivù del servizio pubblico – conclude – E non è patetico difendersi da chi ti accusa di aver offeso le donne. Mia madre è stata picchiata per una vita da mio padre, io ho sofferto molto per questo. Ogni mia azione e ogni parola dei miei libri sono intimamente ispirate dal mio sentirmi sempre dalla parte delle donne. È chiaro a tutti che Di Mare capitalizza il tema come pretesto: questo sì umilia il genere femminile. Sono nato nell’immondizia e sono andato in tivù per vanità. Da vecchio, sono pronto per vivere senza riflettori. Me la sono cercata. Non sono pronto però per essere presentato per ciò che non sono: usato per colpire una grande giornalista che sa quanto l’abbia sempre rispettata, quanto le vorrò sempre bene. O torno un’ultima volta con lei per scusarmi, oppure dalla tivù sparisco”.

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