Serena Bortone: "Sul lavoro sono stata zittita in quanto donna"

Serena Bortone a “Verissimo”: “Sul lavoro sono stata zittita in quanto donna”

Germana Bevilacqua

Serena Bortone a “Verissimo”: “Sul lavoro sono stata zittita in quanto donna”

| 06/05/2024
Serena Bortone a “Verissimo”: “Sul lavoro sono stata zittita in quanto donna”

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Serena Bortone per la prima volta a Mediaset. La conduttrice Rai ha accettato l’invito di Silvia Toffanin a “Verissimo”. La giornalista si è raccontata parlando della sua carriera, del suo privato e anche di quelle caratteristiche che le hanno consentito di essere la donna che è oggi. L’occasione è la presentazione del suo nuovo ultimo libro “A te vicino così dolce”, edito da Rizzoli. La conduttrice vanta una carriera lunga 35 anni. Il suo ingresso in Rai risale a quando aveva appena 18 anni e tre mesi. “Potrei anche andare in pensione”, scherza in apertura. Parlando di sé ammette: “Sono una persona molto aperta, anche troppo, sono sempre stata un libro aperto, trasparente e questo è anche motivo di vulnerabilità, è più facile che tu possa essere colpito, però ho una sfera di ritrosia sulle cose molto importanti della vita, gli amori, i lutti, è una cosa che tengo molto per me. Ma se ne può parlare tanto segreti non ne ho”.

Serena Bortone e Silvia Toffanin (Foto video)

“Sono tranquilla. Nella vita si paga un prezzo per tutto ma l’assenza di libertà sarebbe troppo”

Silvia Toffanin chiede alla sua ospite come sta vivendo questo momento delicato per la sua carriera, dopo il caso di Antonio Scurati. “Io sono molto tranquilla non ho particolare ansia né particolare eccitazione – replica lei – Nella vita cerchiamo sempre di fare la cosa giusta l’importante è non fare la cosa sbagliata”. “Hai ricevuto più attacchi o attestati di stima?”, incalza la padrona di casa. “Non sarebbe elegante da parte mia fare classifiche perché se c’è una cosa che detesto è l’auto compiacimento e quando ci casco me ne vergogno – ribatte – Sono molto tranquilla, poi sai gli attacchi sui social mi fanno molta tenerezza. Provo tenerezza per chi passa il proprio tempo sul computer ad offendere gli altri attraverso uno schermo invece di andare a spasso, o leggere un libro”.

Poi aggiunge: “Io sono un personaggio pubblico e so che ci sono oneri e onori, ma non mi piace fare la vittima, sono una orgogliosa dipendente del servizio pubblico, nella vita si paga un prezzo per tutto ma l’assenza di libertà sarebbe troppo. Io non sono una testa calda”.

Serena Bortone e Antonio Scurati (Foto Instagram)

“La mia voce, in quanto donna, faceva fatica ad affermarsi ed è colpa di un sistema patriarcale”

Silvia Toffanin le chiede se pensa di aver dovuto pagare un prezzo alto nella sua carriera per sentirsi libera: “Forse potrei aver pagato un prezzo per la mia totale assenza di piaggeria. Non riesco a coltivare quest’arte del cortigiano, non è nelle mie corde e mi dà fastidio anche quando lo fanno con me. L’importante è fare sempre il proprio dovere”. Serena Bortone rivela di avere subito numerose discriminazioni nel corso della sua carriera in quanto donna: “Quando ero ragazzina pensavo che essere donna fosse la cosa più divertente della vita. Poi ho capito andando avanti, che la voce femminile, non solo la mia, faceva fatica ad affermarsi ed è colpa del sistema patriarcale in cui siamo cresciuti, quello che prima si chiamava maschilismo”.

“Tutto questo portato sul lavoro – svela – comportava che magari nelle riunioni io dicevo qualcosa e venivo totalmente ignorata mentre quando parlavo un collega maschio ascoltavano tutti riprendeva le mie parole dicendo ‘come ha detto Serena’ e lì ascoltavano. L’importante è supportarsi tra colleghi”.

Serena Bortone e Silvia Toffanin (Foto video)

“L’obiettivo di mia madre è sempre stato quello di educarmi ad essere indipendente economicamente”

Tornando al suo ruolo in Rai, Serena Bortone sottolinea: “Io non sono stata un’emarginata, sono stata valorizzata dalla Rai, sono molto grata alla mia azienda. Non sono una vittima, detesto il vittimismo, sono onesta e in buona fede”. Poi ricorda: “La prima volta che ho parlato in pubblico è stato quando avevo appena 7 anni, è successo nella mia parrocchia, quel giorno era presenta anche Giulio Andreotti che dopo il mio intervento mi lodò con il parroco per la mia intraprendenza”. “Ho avuto un’educazione cattolico-democratica – dice la giornalista ricordando i suoi genitori – quando ero bimba mia madre mi fece leggere un libro sui disubbidienti. L’obiettivo di mia madre è sempre stato quello di educarmi ad essere indipendente economicamente. Mi dice va sempre ‘fai il tuo dovere, impegnati’”.

“Papà è mancato nel 2010. Avevi un buon rapporto con lui?”, domanda Silvia Toffanin. “Mio padre è stato malato per gli ultimi tre anni della sua vita, dico una cosa che può sembrare bizzarra, benedico gli anni di malattia di mio padre, perché mi hanno consentito di prendermi cura di lui”. “I padri di una volta non erano come i padri di oggi – spiega Serena Bortone – in quei tre anni ho potuto dimostrare a lui l’amore che gli volevo e lui l’ha potuto accogliere senza ritrosia, in questo accudimento c’è un regalo bello della vita. Essere importante per le persone alle quali vuoi bene, è il segreto di una vita felice”.
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Serena Bortone (Foto da video)

“Negli anni ho imparato a capire che non posso essere perfetta, ho imparato a perdonare i miei difetti”

In chiusura, Silvia Toffanin ha dedicato uno spazio al romanzo della sua ospite. Serena Bortone ammette di aver sempre avuto la predisposizione a “salvare gli altri” come spiega nel libro, passando anche dei momenti non proprio semplici di accettazione di sé. “Negli anni ho imparato a capire che non posso essere perfetta – spiega – ho imparato a perdonare i miei difetti. Ho imparato anche ad amare. Cerco di essere utile, sono una problem solver, ho tanti amici, perché se c’è qualcosa che non va arrivo io. Mi dà fastidio l’ingiustizia, il pressappochismo. Mi arrabbio spesso poi mi sento in colpa perché sono cattolica. Ma ho imparato a coccolare il mio dolore”.

Serena Bortone (Foto video)

“Sono single, tutti siamo felici in coppia. Ma il compromesso è complicato”

“E a fidanzati come siamo messi?”, chiede Silvia Toffanin. “Sono single – ammette – tutti siamo felici in coppia, ma il compromesso è complicato. Io sono una persona molto conciliante, sono molto in ascolto, sono volutamente single, nel senso che poi tutti i fidanzati si sistemano a casa. Ho bisogno di qualcuno che mi tenga testa, ma se mi tiene testa troppo poi non posso decidere io e diventa complicato. Sono una persona impegnativa”. Infine, riguardo al suo futuro, la giornalista mantiene il suo ottimismo: “Mi piace essere sorpresa dalla vita, faccio un lavoro che mi piace, che non mi annoia, il nostro lavoro è pieno di contatti umani, quindi che dirti, spero di continuare a farlo con lo stesso tipo di divertimento, serietà, onestà, che quando si fa il nostro lavoro è importante essere onesti con sé stessi e con gli altri”. “Nel futuro chissà che mi aspetta, la vita ci sorprenderà”, conclude.

Pubblicato il 06/05/2024 09:48

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