Si alza il sipario sulla 73esima edizione del “Festival di Sanremo”, la quarta firmata da Amadeus come conduttore e direttore artistico. Sul balconcino laterale del Teatro Ariston si affaccia Sergio Mattarella, primo presidente della Repubblica a Sanremo, e parte la standing ovation. Mattarella è accompagnato dalla figlia Laura.
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Gianni Morandi canta l’Inno di Mameli
“Averla qui con noi in questo teatro testimonia ancora una volta la sua vicinanza al mondo della cultura e della musica – dice Amadeus – Quest’anno ricorre il 75esimo anniversario della Costituzione di cui lei è il nostro amato garante”. Gianni Morandi canta l’Inno di Mameli e Roberto Benigni, ospite a sorpresa svelato all’ultimo minuto, celebra la Costituzione italiana.
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Benigni: “Presidente, se vuole, può andar via a metà serata: alle 3 di notte”
“Sono davvero felice di essere qua – esordisce il comico – perché questo Festival è davvero un’edizione speciale. È tutto nuovo. Anche l’Ariston sembra uscito dalla fabbrica ora. Il presidente della Repubblica, grande novità: non è mai stato a Sanremo. Presidente, lei è al suo secondo mandato. Amadeus è al quarto e ha già prenotato il quinto. E attenzione: già pensa di fare sesto e settimo. Vuole arrivare a quota 100… Questo chiede pieni poteri: vuole fare la marcia su Sanremo. Bisogna stare attenti, si vuole prendere tutto, è una dittatura una cosa incredibile bisogna fermarlo presidente”. Poi ironizza sulla lunghezza dello show: “Ma glielo avete detto al Presidente quanto dura Sanremo? Presidente, se vuole, può andar via a metà serata: alle 3 di notte”.

“La Costituzione è un sogno fabbricato da uomini svegli”
“Che c’entra la Costituzione con Sanremo? C’entra perché è un’opera d’arte e canta – spiega Benigni – Ogni parola della Costituzione è evocativa e rivoluzionaria come le opere d’arte. La Costituzione è uno schiaffo al potere, ci mostra una realtà diversa, ci dice che possiamo vivere in un Paese che sia giusto e bello, in un mondo senza violenza, in un mondo in cui l’arte ci fa sognare. La Costituzione è un sogno fabbricato da uomini svegli. Se c’è una canzone di Sanremo da accostare alla Costituzione quello è l’incipit di Volare: Penso che un sogno così non ritorni mai più. I padri e le madri costituenti, infatti, non l’hanno pensata: l’hanno sognata. L’hanno scritta in pochissimo tempo: è stata una folgorazione, una visione, un miracolo”.

“Quando c’era il fascismo neanche Sanremo si sarebbe potuto fare”
Roberto Benigni cita l’articolo 21 (“Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”) che “sembra scritto da un bambino”. “Come dire che tutti hanno bisogno di respirare – spiega il Premio Oscar – E, se l’hanno scritto, vuol dire che ce n’era proprio bisogno. Perché quando c’era il fascismo neanche Sanremo si sarebbe potuto fare. Si cantava sempre la stessa canzone… sempre la stessa: il partito, il potere. L’Articolo 21 ci ha liberati dall’obbligo di avere paura. Prima della Costituzione l’avevamo”.

“L’ultima pagina è bianca perchè dobbiamo scriverla noi”
I costituenti “hanno scritto la Costituzione ma l’ultima pagina l’hanno lasciata bianca: dobbiamo scriverla noi con la nostra vita, vivendola. La Costituzione è stata scritta ma deve essere attuata. Non è solo da leggere, ma bisogna viverla, amarla, sentirla propria, farla entrare in vigore ogni giorno. Voi mi direte: è un’ideale, una chimera, un’illusione, un sogno? I nostri padri ci hanno mostrato il cammino, e a noi hanno lasciato una sola cosa: far diventare il nostro sogno realtà”.

“Presidente, la Costituzione è sua sorella”
Tra i padri costituenti, ha ricordato Benigni, “c’era Bernardo Mattarella, il padre del presidente, al quale va il nostro applauso. Lei e la Costituzione avere avuto lo stesso padre, possiamo dire che è sua sorella”. Tantissimi apprezzamenti sui social a Roberto Benigni: “Può piacere o no ma su una cosa non si può discutere: intelligentissimo, uno degli ultimi geni italiani, orgoglio italiano, un altro pilastro italiano che il mondo ci invidia. Stasera è proprio bello essere italiani”, “Gobbo spento. Tutto a memoria. Un mostro”.