Sanremo, le glorie del passato |e il giovane Antonio Maggio - Perizona Magazine

Sanremo, le glorie del passato |e il giovane Antonio Maggio

Giada Lo Porto

Sanremo, le glorie del passato |e il giovane Antonio Maggio

| 15/02/2013
Sanremo, le glorie del passato |e il giovane Antonio Maggio

7' DI LETTURA

Per la quarta serata del Festival di Sanremo, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, hanno pensato ad una gara costruita totalmente sulla storia della musica e così i quattordici campioni si sfideranno portando sul palco i classici della canzone italiana. Un filmato ripercorre l’emozione di Domenico Modugno, Mina e dei più grandi artisti che hanno fatto la storia della kermesse canora prima di salire sul palco dell’Ariston. Arrivano i due conduttori e Lucianina, avvolta in un abito color sabbia, saluta il pubblico con la solita ironia. Il vestito della Littizzetto é lo stesso indossato da Nilla Pizzi. “Nilla Pizzi era un baule, questo vestito è bellissimo. Solo che pesa tantissimo, sembra di avere addosso Platinette bagnato”, dice la conduttrice.

La serata, dedicata alle luci del passato, inizia con Malika Ayane che canta “Cosa hai messo nel caffé” di Riccardo del Turco. Versione retrò sexy e grintosa per la Ayane che si muove con disinvoltura sul palco. Con lei i due ballerini Paolo Vecchione e Thomas Signorelli.

Il secondo cantante in gara é Daniele Silvestri che interpreta “Piazza grande”. Giacca casual e basco per Silvestri, che rende onore a Lucio Dalla con un’esibizione che tocca le corde dell’anima.

Interviene sul palco la giuria di qualità presieduta dal premio Oscar Nicola Piovani. Accanto a lui sono presenti Nicoletta Mantovani, Eleonora Abbagnato, Stefano Bartezzaghi, Cecilia Chailly, Claudio Coccoluto, Serena Dandini, Paolo Giordano e Rita Marcotulli. Manca Carlo Verdone, assente giustificato per un ascesso. Al suo posto, solo per questa sera, Neri Marcorè. I giurati, in base al regolamento, voteranno questa sera, per l’elezione del vincitore della sezione Giovani.

Entrano in scena Annalisa ed Emma. Le due cantanti “scoperte” da Maria de Filippi, si esibiscono insieme in “Per Elisa”, brano del 1981. “Io non ho mai visto due non indemoniate cantare così”, esordisce Luciana Littizzetto al suo rientro sul palco dell’Ariston.

E’ la volta dei Marta sui Tubi. La band, accompagnata da Antonella Ruggiero, si esibisce in “Nessuno”. La cover che il gruppo folk ha scelto è stata presentata al Festival di Sanremo 1959 da Wilma De Angelis e da Betty Curtis.

Fabio Fazio introduce i presentatori della trentanovesima edizione del Festival della canzone italiana. Sul palco più amato da grandi e piccini arrivano Rosita Celentano, Gianmarco Tognazzi, Danny Quinn e Paola Dominguin. Il quartetto di facce nuove doveva servire a ‘svecchiare il Festival’, ma finì per far rimpiangere la liturgia di Pippo Baudo. E’ proprio il quartetto dei figli d’arte a presentare il quinto artista in gara. Tognazzi chiama sul palco Raphael Gualazzi, che canta “Luce”, di Elisa, vincitrice di Sanremo nel 2001.

Dopo la pausa pubblicitaria si ritorna con i Modà che hanno scelto “Io che non vivo” per la quarta serata della kermesse sanremese. Il gruppo é accompagnato dal pianoforte di Adriano Pennino. Il successo di Pino Donaggio, in gara al Festival di Sanremo del 1965, rivive grazie alle corde vocali di Kekko.

Ritmi serratissimi questa sera. Il settimo ad esibirsi è Simone Cristicchi, vincitore nel 2007, che si presenta in giacca e cravatta col solito taglio sbarazzino. Cristicchi canta sulle note di “Canzone per te”, di Sergio Endrigo.

E’ la volta di Molinari con Peter Cincotti che hanno scelto un classico della canzone italiana: “Tua”. Perfetta sincronia ed interpretazione coinvolgente per il duo. Abito color argento e rossetto rosso fuoco per la Molinari che delizia il pubblico presente.

“Perdere l’amore” é il brano interpretato da Maria Nazionale. La cantante partenopea ha deciso di mantenere fede alle proprie origini e di riportare all’Ariston quella che è ormai la canzone-simbolo di Massimo Ranieri, che proprio con questo brano vinse nel 1988. Il brano, scritto da Marcello M arrocchi e Giampiero Artegiani, registrò il maggior numero di preferenze popolari. La Nazionale, il suo vibrato, la sua scollatura e il suo abito nero pieno di lustrini danno una nuova versione del successo di Massimo Ranieri.

“Adesso é la volta di una canzone che ha segnato profondamente il Festival di Sanremo”, con queste parole Fazio presenta la rivisitazione di “Ciao amore ciao” di Marco Mengoni. La canzone è tristemente nota per essere indissolubilmente legata al suicidio di Luigi Tenco, avvenuto a Sanremo nel 1967 dopo l’esclusione del brano stesso dalla finale del Festival. 
Il brano aveva infatti ottenuto dalle giurie soltanto 38 voti su 900 e fu poi escluso dal ripescaggio dalla commissione di “esperti”. Qualche anno dopo, nel 1971, il brano venne cantato da Dalida a Canzonissima.

Partono i ricordi all’Ariston con l’inaugurazione della statua in bronzo dedicata a Mike Bongiorno. Alta circa due metri, la statua realizzata dalla Fonderia Perincioli di Varallo Sesia, é stata donata alla città dalla Fondazione Mike Bongiorno, per ricordare il forte legame tra il conduttore e il Festival. Fabio Fazio lascia il palco per seguire da vicino l’inaugurazione. La Littizzetto non vedeva l’ora di avere l’Ariston tutto per sè. “Finalmente posso fare quello che voglio!”, rivela ironicamente. La statua del presentatore viene scoperta e tutti in coro gridano “Allegria!”.

Grande ironia quest’anno al Festival. Salgono sul palco gli Elio e le storie tese in compagnia di un insolito ospite: Rocco Siffredi. Il gruppo ha scelto di interpretare “Un bacio piccolissimo”, il brano portato al successo da Robertino nel 1964 per celebrare la storia del Festival. Un pezzo allegro, brioso e con il giusto tocco di romanticismo perfetto per le serate danzanti dei primi anni ‘60.

Max Gazzè sceglie un pezzo femminile per celebrare la storia di Sanremo. Il cantante si esibisce in “Ma che freddo fa”. Il suo è un omaggio alla canzone del debutto, a soli quindici anni, di Nada al Festival del 1969. Versione scoppiettante e fresca, quella di Gazzè, che ottiene il consenso e gli applausi della platea. “Ma uno normale quest’anno c’è?”, così la Littizzetto commenta la giacca rossa e blu del cantante di “Sotto casa”.

Torna sul palco dell’Ariston Pippo Baudo, un omaggio a chi ha fatto la storia del Festival. Il presentatore é accolto da grandi applausi, sorrisi e approvazione. Una vera e propria standing ovation. “E’ strano vederti qui, è come vedere Schumacher che fa il parcheggiatore!” dice Lucianina mentre Fazio sottolinea: “Eh, noi qua ci sentiamo degli abusivi!”. La Littizzetto ha baciato, nel corso delle edizioni del Festival, sia Pippo Baudo che Fabio Fazio: perché non tirare un po’ le somme facendone i paragoni? La lista dei pro (per Pippo) e dei contro (per Fazio) comincia così: “Pippo è Pippo, Fabio è Pippa”. Poi la Littizzetto consegna il Premio Città di Sanremo a Baudo.

Chiara Galiazzo omaggia Mina con “Almeno tu nell’universo”. E’ la terza volta che il brano viene riproposto a Sanremo: nel 2010 lo cantò Elisa insieme a Fiorella Mannoia; nel 2012 Loredana Bertè, Macy Gray e Gigi D’Alessio eseguirono insieme una versione ibrida italiano-inglese. La Galiazzo interpreta la canzone, conscia della grande responsabilità che pesa sul suo capo. Ci vuole coraggio per cantare Mia Martini sul palco sanremese.

Salgono sul palco gli Almamegretta che insieme al rapper napoletano Clementino propongono al pubblico dell’Ariston e ai milioni di spettatori sintonizzati su RaiUno, la cover de “Il Ragazzo della via Gluck”, il celebre brano inciso quasi cinquanta anni fa da Adriano Celentano. Non prende parte all’esibizione Raiz, che per questioni religiose non partecipa il venerdì ebraico.

Fabio Fazio lascia la scena a Stefano Bollani, primo ospite musicale della serata. Luciana Littizzetto prova a coinvolgere il pubblico nel gioco delle canzoni a richiesta. Vengono scelte “Ti lascerò”, “Almeno tu nell’universo”, “Volare”, “Terra promessa”, “Papaveri e papere”. Bollani prende appunti, poi, esegue i brani con maestria.

Prende il via la finale della categoria Giovani. Inizia Antonio Maggio con “Mi servirebbe sapere”. Canzone orecchiabile e radiofonica per il cantante salentino. La seconda cantante a salire sul palco, tra le giovani promesse di Sanremo, é Ilaria Porceddu con: “In equilibrio”. I terzi ad esibirsi sul palco dell’Ariston sono i Blastema con “Dietro l’intima ragione”, mentre l’ultimo giovane in gara é Renzo Rubino con “Il postino (amami uomo)”, dedicata all’amore omosessuale.

Arriva il secondo ospite musicale: é Caetano Veloso, direttamente dal Brasile. Il musicista duetta con Stefano Bollani. La serata volge al termine ed i due conduttori si apprestano ad annunciare il nome del vincitore. Prima del verdetto, Piovani annuncia il premio per il miglior testo: a vincere il riconoscimento é Il Cile. Dopo la pausa pubblicitaria il vincitore tra le giovani promesse di Sanremo 2013. A trionfare é Antonio Maggio. Renzo Rubino, invece, col suo brano vince il premio della critica Mia Martini.

L’appuntamento è a domani sera con la diretta di Livesicilia sulla finalissima del Festival di Sanremo 2013.

Pubblicato il 15/02/2013 20:56

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