Raffaello Tonon racconta a sua nuova vita e la depressione

Raffaello Tonon, la sua nuova vita e la depressione: “Volevo buttarmi dalla finestra”

Germana Bevilacqua

Raffaello Tonon, la sua nuova vita e la depressione: “Volevo buttarmi dalla finestra”

| 31/01/2025
Raffaello Tonon, la sua nuova vita e la depressione: “Volevo buttarmi dalla finestra”

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Raffaello Tonon è tornato in tv per parlare della nuova vita, ma anche della depressione di cui soffre sin da ragazzino. Ospite di Caterina Balivo a “La Volta Buona”, ha ripercorso i suoi ultimi anni dopo l’addio alla tv dove ha bazzicato per circa 20 anni come opinionista e concorrente di reality. Da tempo ormai ha lasciato Milano e vive a Cattolica, in provincia di Rimini. Qui lavora come oste nella vineria di un amico. “Sto bene, anzi molto bene – esordisce -. Ho fatto la scelta personale di abbandonare Milano e trasferirmi in una piccola città dell’Emilia Romagna, Cattolica. Nella vita, proprio perché ho molti rapporti in questo paese, ho conosciuto degli amici che hanno una cantina. Mi dissero che mancava la figura dell’oste e mi hanno proposto di esserlo”. L’unico legame con il mondo dello spettacolo restano le televendite. “Sono la mia prima fonte di guadagno”, confessa e aggiunge che avrebbe potuto anche fare il “baby pensionato” ritirandosi a 45 anni, ma ha deciso di no.

Caterina Balivo chiede al suo ospite se sente la mancanza della tv: “Ho dedicato a lei la prima parte della mia vita – ammette Raffaello Tonon – l’ho amata più di quanto lei abbia amato me. Ho accettato questo distacco come una cosa che doveva accadere, non ho avuto delle crisi. Mi manca come una figlia lontana”. 
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Raffaello Tonon e Caterina Balivo (Foto video)

Raffaello Tonon parla della depressione: “I primi segnali che qualcosa non andava a 10-11 anni”

L’ex gieffino ha affrontato poi un argomento molto delicato e personale parlando di un periodo difficile della sua vita. Quando soffriva di depressione ha pensato di togliersi la vita: “La depressione è il cancro dell’anima e il lavoro è la mia cura contro di lei. Purtroppo, quella è latente, a 30 anni guardavo della finestra e più volte mi sono detto ‘se mi dessi una spinta?’. Avevo un esaurimento nervoso”. Poi aggiunge: “I primi segnali che qualcosa non andava sono iniziati quando era un bambino. Alle elementari ho capito che i conti non iniziavano a tornare, la sera avvertivo un senso di pesantezza che a quell’età non riuscivo a spiegarmi. Già quando avevo 10-11 anni le avvisaglie c’erano ma ero solo un bambino. Ad esempio, prima, della verifica di matematica sembrava stessi per andare in carcere oppure mi intristivo quando vedevo la sera arrivare. Io mi sono sempre definito un depresso molto battagliero perché ho sempre voluto avere tanto da fare senza mai arrendermi”.

La sua salvezza è stata la madre: “La mia grande fortuna è stata ed è avere mia madre, che si è accorta di questo disagio”. Una figura centrale nella sua vita, che ha subito colto la fragilità del figlio e ha saputo aiutarlo anche nei momenti più bui.

“Mia mamma è l’unica persona che risponde al telefono dopo il terzo squillo e a qualsiasi ora”

“Il legame con mia madre è sempre stato molto forte – aggiunge Raffaello Tonon – e so che quando non ci sarà più sarà una grande perdita per me perché lei è l’unica persona che risponde al telefono dopo il terzo squillo e a qualsiasi ora. Mia mamma è stata ed è così tanto radicata in me che quando non ci sarà più, credo davvero che sarò ‘solo’. Lei mi ha sempre sostenuto, in tutto e per tutto”. L’ex opinionista aggiunge: “Devo ringraziare di avere avuto due genitori che ci sono stati, fino a un certo punto perché, poi, mamma ha fatto anche da papà. Il rapporto con mio padre non c’era tanto, lui lavorò molto per mantenere la famiglia ma come genitore non c’era. Quando mia mamma mi chiamò per dirmi che mio padre non sarebbe arrivato a sera, io ho lasciato il lavoro e sono andato da lei in ospedale ma per il semplice fatto che mia mamma non meritava di essere da sola in quel momento difficile”.

“Con mio padre ho messo ‘una pietra sopra’ al nostro rapporto dicendogli: ‘Spero che un giorno ci incontreremo e io saprò fare il figlio e tu il padre ma ancora di più, spero che sapremo sorriderci’”, conclude.

Pubblicato il 31/01/2025 12:53

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