Paolo Calissano, sparito un milione di euro dai suoi conti

Paolo Calissano, sparito un milione di euro dai suoi conti: indagato il tutore

Daniela Vitello

Paolo Calissano, sparito un milione di euro dai suoi conti: indagato il tutore

| 11/01/2023
Paolo Calissano, sparito un milione di euro dai suoi conti: indagato il tutore

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Matteo Minna, avvocato civilista genovese e tutore di Paolo Calissano morto il 29 dicembre 2021 a seguito dell’assunzione di un mix di farmaci antidepressivi, è indagato per peculato e circonvenzione di incapace dalla Procura di Genova. Dai conti dell’attore, come denunciato dai suoi familiari dopo la sua morte e come rilevato dalle Fiamme Gialle, mancherebbe un milione di euro. Minna fu nominato amministratore di sostegno di Paolo Calissano dal tribunale nel 2006. Un anno prima, in casa dell’attore morì per overdose da cocaina la ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira Bezerra. Calissano patteggiò quattro anni ed entrò in comunità. Da allora, complice anche l’impossibilità di tornare al suo lavoro, cadde in uno stato di depressione che lo ha accompagnato sino alla sua scomparsa.

Paolo Calissano (Foto Facebook)

L’avvocato di famiglia: “Fase delicata delle indagini”

Il milione di euro al centro dell’indagine sarebbe riconducibile alla partecipazione di Paolo Calissano a diverse società. Una di queste è la Autopark V maggio srl, poi liquidata. “È una fase delicata delle indagini – spiega l’avvocato Santina Ierardi che assiste i familiari dell’attore come riporta l’Ansa – e non commentiamo nulla”. Tra le operazioni al vaglio degli inquirenti ci sono una decina di bonifici partiti nel corso del 2019 da un conto intestato a Paolo Calissano e destinati a Matteo Minna, per spese e finanziamenti della Autopark. Ma a fronte di questi bonifici nella contabilità della società risulterebbero stanziamenti molto inferiori provenienti da Calissano.
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Paolo Calissano (Foto Facebook)

Paolo Calissano non è morto per droga

“Per 15 anni sono stato anche il legale di Paolo Calissano. Se i parenti hanno mosso delle contestazioni nei miei confronti, replicherò a queste nelle sedi opportune”, ha commentato Matteo Minna. A fine dicembre, Roberto Calissano ha tenuto a far sapere dalle pagine del “Corriere della Sera” che il fratello non è morto per droga. “Vorrei liberare la memoria di Paolo dallo stigma della tossicodipendenza – ha detto – Il pm che ha indagato per undici mesi sulla sua morte aveva disposto un esame tossicologico molto approfondito. La conclusione è stata che mio fratello non è morto a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da farmaci antidepressivi. Quella sera Paolo accettò il rischio di morire, molto probabilmente. Se è morto suicida? Mai avrei pensato di dirlo, ma credo sia andata così. È molto doloroso per me ammetterlo”. 

Pubblicato il 11/01/2023 15:35

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