Paola Turci, l'incidente e l'incontro con Francesca Pascale

Paola Turci si racconta: l’incidente che l’ha sfigurata e l’incontro con Francesca Pascale

Germana Bevilacqua

Paola Turci si racconta: l’incidente che l’ha sfigurata e l’incontro con Francesca Pascale

| 11/07/2023
Paola Turci si racconta: l’incidente che l’ha sfigurata e l’incontro con Francesca Pascale

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Paola Turci si racconta a 360 gradi in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”. Dalla passione per la musica, ai matrimoni, all’incontro con la moglie Francesca Pascale. La cantante romana racconta degli avvenimenti che negli ultimi anni hanno cambiato la sua vita.  E’ stata la prima cantautrice a sovvertire i canoni della donna che canta su un palco. Ha alle spalle 11 Sanremo, 3 come ospite ed è amatissima dal pubblico. Paola Turci è nata a Roma nel 1964: “Sono andata al Piper per la prima volta nel 1991 – svela – da cantante, con Loredana Bertè. Per strada, guardando la clinica, ho pensato: è un ritorno”. Poi ricorda: “In famiglia ero la più bruttina. Mia madre mi chiamava Calimero, pulcino. Chiedevo: ‘mamma, come sono?’. E lei: ‘normale’. Mia madre e mia sorella sono bellissime – mia madre lo è ancora a ottantasei anni. Per strada, camminando con mia sorella sedicenne, la gente si girava”. “Accanto a loro ho sempre desiderato sparire – confessa – Non mi sono mai sentita bella, né lo era considerata. Mi nascondevo, mi vestivo molto, strati su strati”.

Paola Turci (Foto Instagram)

“Quando ero giovane pensavo che a me, proprio a me, non poteva succedere niente”

L’amore per la musica nasce in famiglia: “Mia sorella suonava la chitarra, mentre io fissavo i movimenti delle sue mani, me li imprimevo nella mente. A undici anni mi faccio regalare una chitarra anch’io e in quattro giorni, ripetendo le mosse di mia sorella, imparo i giri armonici”. Poi Fiorella Mannoia e Paola Turci vincono il premio della critica a Sanremo: era il 1988. “Canto in bagno per l’acustica buona – racconta – All’epoca erano i bagni i luoghi con l’acustica migliore, ho registrato ‘Bambini’ chiusa nel bagno di uno studio. Pettinata, truccata, vestita Romeo Gigli, tra lavandino e tazza. Ho le foto”. La cantante ricorda il senso di onnipotenza che sentiva quando era una ragazzina: “Pensavo che a me, proprio a me, non poteva succedere niente. Per esempio d’estate: ogni sera prendevo la Vespa e andavo nel locale dall’altra parte del promontorio. Arrivavo all’apertura, ballavo fino alle cinque del mattino. E via, di nuovo a casa. Sa quante volte ho rischiato su quella strada? Incosciente cento, mille volte. Con la convinzione di uscirne indenne”.

Paola Turci (Foto Instagram)

“Dopo l’incidente il viso era aperto, c’era tanto sangue”

Poi arriva l’anno dell’incidente stradale che le cambia la vita. “Agosto 1993. Sicilia, tour. Sono nervosa perché la sera prima lo spettacolo non è andato come avrei voluto, in più si rompe la macchina del tour. Una mia amica siciliana mi presta la sua macchina. Intanto sento l’inquietudine montare. Chiamo mia madre dico solo ‘mamma’, basta ‘mamma’ perché lei capisca che qualcosa non va. Si raccomanda di dormire, anche oggi mi ripete che devo dormire, ha paura che non dorma abbastanza”. Il ricordo di quei momenti è ancora nitido: “Ho un vestito corto nero, e i capelli liscissimi, appena fatti. Guido la macchina della mia amica. Aspetto la telefonata di mio padre: guardo e riguardo il telefono, finché non mi accorgo che è spento. Da lì smetto di guardare la strada. La macchina sbanda, io riesco a riportarla in strada, sbatte contro il guardrail, si cappotta due volte. In quegli istanti penso: ‘sono atletica, basta che accompagno le botte’”. “Appena la macchina si ferma sento i capelli tranciati di netto – continua – La prima cosa di cui mi accorgo. I miei capelli lunghi non ci sono più. Le voci della gente. Qualcuno dice: ‘Paola Turci, è Paola Turci’. Io non riesco a aprire gli occhi. In ospedale sento gli infermieri avvisare i medici: ‘c’è una ragazza nera’. Mi avevano scambiato per una ragazza nera, credo perché non si vedeva niente. Il viso era aperto, c’era tanto sangue”.

Paola Turci (Foto Instagram)

“Ci ho messo 24 anni per rivelare che non stavo bene, non ero felice”

Dopo l’incidente la consapevolezza delle ferite riportate: “Chiedo di non avvisare i miei per non farli preoccupare. In seguito saprò che mia madre quella notte ha sognato di riprendermi per un capello dalla lavatrice. Sogna che io sono dentro la lavatrice, e lei riesce a tirarmi fuori. A distanza di un mese riprendo il tour. Dico di stare benissimo, trovo mille giustificazioni ai capelli davanti agli occhi: il vento. ‘C’è il vento’ ripeto. Mi copro in ogni modo, occhiali da sole, trucco. Al ristorante mi metto di profilo, con il lato del viso distrutto dalla parte del muro. Anni a nascondermi, fingendo di stare bene. Fingendo di non avere paura”. La paura da quel momento sarà la sua compagna: “Di essere vista, giudicata, di non essere all’altezza. Addirittura per strada, se qualcuno, riconoscendomi, mi fissava troppo, io m’innervosivo. Pensavo: sta guardando la cicatrice. La sentivo: qualcosa di appiccicoso che stringeva. Una maschera sulla faccia che non potevo togliere. Alzare una mano e gettare via. Avevo fatto levare gli specchi da casa. Più avanti, con uno specchio piccolo ho iniziato a guardarmi, non tutta insieme. Dal collo in su, salivo: la bocca, il naso, un pezzo al giorno”. La cantante confessa di aver impiegato 24 anni per ammettere a se stessa di non stare bene: “Ventiquattro. Ventiquattro anni per sconfessarmi. Per rivelare che non era vero niente: no, non stavo bene, non ero felice. Ho trascorso ventiquattro anni a nascondermi. Come i bulimici che mangiano e giurano di non aver mangiato niente. Allora scrivo ‘Fatti bella per te’. È il 2017. E’ stata la mia liberazione. ‘Qualcosa dentro ti si è rotto e sei più bella’. Ci vuole tempo per capire che la bellezza è lì, nel punto di rottura”.
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Paola Turci (Foto Instagram)

“Non mi sono mai definita attraverso la sessualità, ho avuto molti uomini”

Paola Turci è stata una delle prime cantanti italiane a sconfessare i cliché sul femminile. “Una donna con la chitarra doveva suonare seduta sullo sgabello. Per dare un’immagine più aggraziata, in piedi si potevano assumere atteggiamenti maschili, non rassicuranti. Io rifiutai lo sgabello”. Contraria anche alle regole che nell’abbigliamento imponevano tacchi alti e abito aderente: “A Sanremo 1989 canto ‘Bambini’ andando contro ai discografici che volevano farmi cantare un pezzo d’amore. E gli vado doppiamente contro con l’abbigliamento: top, pantaloni, e scarpe da elfo, tutto Romeo Gigli, benedetto il mio incontro con Romeo Gigli. Infine trucco e capelli fatti da sola. Ecco, mi presento sul palco così. I discografici inorriditi”. “La prima volta che ho visto due ragazze baciarsi è stato a un mio concerto – confida – Da bambina non sapevo nemmeno cosa significasse omosessuale, non era un argomento affrontato nella mia famiglia borghese Anni 70. A casa notavo la differenza di trattamento tra maschi e femmine. Una differenza che ho combattuto nella musica e nella vita. Da piccole io e mia sorella cucinavamo e ci rifacevamo i letti. Mio fratello no, ha imparato molto dopo”. Paola Turci conosce l’ambiente Lgbt da grande: “Grazie a un amico di Milano. Con lui ho la possibilità di vedere più mondo rispetto a quello visto fin lì. Incontrare persone nuove. Accorgermi delle ingiustizie, desiderare la parità. Non mi sono mai definita attraverso la sessualità. Ho avuto molti uomini, eppure nessuno mi ha mai detto con accezione negativa: sei etero. Mi dicevano che sembravo lesbica per via dei muscoli e della voce bassa. Io in quel momento stavo con uomini: fidanzata, sposata. La gente continua a dire lesbica come un’offesa, invece è un aggettivo”.

Paola Turci (Foto Instagram)

“A me e a Francesca piace viaggiare in camper. La famiglia è dove c’è amore”

E l’amore? Negli anni ’90 Paola Turci è stata sentimentalmente legata al tennista Paolo Canè, commentatore televisivo ed ex tennista. Finita quella storia, nel 2010 ha sposato Andrea Amato, giornalista di R101, per poi separarsi nel 2012. Poi l’incontro con Francesca Pascale, sposata il 2 luglio del 2022. La coppia ha da poco festeggiato il primo anniversario. “Lei non m’incuriosiva –  racconta – poi un giorno leggo una sua intervista su Il ‘Fatto Quotidiano’, di Francesca Fagnani, e rimango colpita. Quello che dice sui diritti, sulle ingiustizie. Al che la cerco su Instagram dove lei era arrivata da poco per cercare me. Così mi ha detto. Mi seguiva come cantante. Io metto un like a una sua immagine in sostegno di Radio Radicale. Dal like iniziamo a scriverci. Il primo incontro a un mio concerto. Ero emozionata a sapere che nel pubblico ci fosse lei”. Poi svela: “Insieme ci piace viaggiare in camper. Siamo andate a Amsterdam, e a Parigi. Francesca individua il modello su internet, lei in questo è brava, ricerca. Quindi andiamo dal rivenditore. Ricordo la strada per tornare a casa: lei davanti col camper, io dietro in macchina. Non è grandissimo: un living con due panche e un tavolo. Chiuso il tavolo, dal soffitto viene giù il letto. Guida Francesca. Ogni tanto ci fermiamo in autogrill, ma non scendiamo. Rimaniamo dentro, andiamo in bagno. Poi ripartiamo”. Cos’è la famiglia per Paola Turci? “Dove c’è amore”, conclude.

Pubblicato il 11/07/2023 14:12

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