Olly ha vinto il 75esimo Festival di Sanremo da pochi minuti quando Enrico Mentana si fionda sui social per sottolineare che la vera vincitrice di Sanremo è in realtà una donna e risponde al nome di Marta Donà. Fondatrice nel 2011 della società di management LaTarma, la 41enne ha accompagnato alla vittoria tre cantanti e una band negli ultimi cinque anni. “Sanremo 2021 Maneskin: manager Marta Donà; Sanremo 2023 Marco Mengoni: manager Marta Donà; Sanremo 2024 Angelina Mango: manager Marta Donà; Sanremo 2025 Olly: manager ancora lei, Marta Donà. Numero Uno!”, scrive il direttore del Tg di La7 su Instagram. Quest’anno a Sanremo, oltre ad Olly, c’erano altri due artisti che fanno parte della squadra di Marta Donà, ovvero Francesca Michielin in gara con il brano “Fango in Paradiso” e Alessandro Cattelan, conduttore del DopoFestival e co-conduttore della serata finale del Festival di Sanremo.

Chi è Marta Donà
Marta Donà, 41 anni, si è laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Verona ed è nipote di Claudia Mori, moglie di Adriano Celentano. Ha iniziato la sua carriera nel settore musicale nel 2006 come addetta stampa, entrando poi a far parte di Sony Music nel 2009 con il ruolo di press agent. La svolta della sua carriera è arrivata quando Marco Mengoni le ha proposto di diventare la sua manager. Accettando la sfida, Marta ha lasciato Sony e nel 2011 ha fondato LaTarma Management, successivamente ampliata con LaTarma Entertainment e l’etichetta discografica LaTarma Records. Marco Mengoni è l’artista che segue da più tempo, cioè dal 2011. E’ stato lui a convincerla ad intraprendere questa carriera.
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Marta Donà, la svolta quando Marco Mengoni le chiese di fargli da manager
“Quando mi chiese ‘Marta, ti licenzi e mi fai da manager?’, la prima risposta fu: ‘No, non sono in grado’ – ha raccontato Marta Donà due anni fa in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” – Quindi gli feci incontrare dei veri manager. Ma lui tornò da me e disse: ‘In effetti sono tutti più bravi di te, però penso tu sia la persona giusta perché mi fido di te e perché dove non arrivi tu arrivo io. Alle brutte, tu torni in azienda e io mi iscrivo all’università’”. Alessandro Cattelan l’ha scelta dopo la morte del suo storico manager Franchino Tuzio. “Un azzardo soprattutto perché ai tempi non sapevo nulla di televisione! – ha ammesso Marta Donà – Ale ha fatto la pazzia di propormi di costruire qualcosa insieme. Anche con lui, per me, è stata una super sfida. Ho cominciato a studiare, a prepararmi. Con Antonio Dikele Distefano, poi, che aveva già scritto una serie tv per Netflix, è stato un altro salto. Mi piace imparare”.

La rottura con i Maneskin dopo la vittoria al Festival di Sanremo e all’Eurovision
A proposito del legame con Claudia Mori, Marta Donà ha dichiarato: “Credo che questa parentela mi abbia agevolata soltanto per fare i primi tre mesi di stage a Milano dopo la triennale in Scienze della comunicazione, editoria e giornalismo presa a Verona. Per me zio Adriano Celentano, era come zio Franco, assolutamente normale. Certo, quando andavamo con i miei fratelli a casa sua e stavamo lì per l’estate, con la nonna, il salotto era abbastanza grande per contenere il divano dove giocavamo o facevamo i compiti e più in là il computer con il microfono. Maturando, vedendo le persone che gli chiedevano le foto, ho realizzato chi fosse”. Marta Donà era la manager dei Maneskin all’epoca della loro vittoria al Festival di Sanremo e all’Eurovision Song Contest (2021). La band cambiò management proprio all’indomani di questo incredibile doppio successo. “Ci si lascia tra marito e moglie e ci si può lasciare anche con gli artisti, uno lo mette in preventivo”, ha commentato la 41enne.

Nel 2024 Marta Donà è stata premiata come Manager of The Year da Billboard Italia
A settembre del 2024 Marta Donà è stata premiata come Manager of The Year da Billboard Italia. “A quarant’anni ho capito che la felicità ma anche il dolore la tristezza o come in questo caso i riconoscimenti non esistono se non condivisi – ha scritto su Instagram – E quindi un pezzo di questo premio va prima di tutto ai miei artisti, senza i quali non sarei qua. Se ogni giorno quando varco la soglia dell’ufficio o dello studio di registrazione sono contenta è merito loro, mi spronano ogni giorno a fare meglio. E poi ho il privilegio di vivere la loro arte. Un provino di una canzone appena composta, un testo abbozzato in cui in tanti si riconosceranno, una battuta appena pensata. Ringrazio quel giorno in cui mio padre mi ha detto: se senti nella pancia che quella cosa è giusta vai, fallo, vivilo. Poi se andrà male, raccoglieremo i pezzi insieme, non avere paura. Grazie papà. Non avrei mai pensato di essere in grado di fare questo mestiere e ancora oggi mi capita di domandarmelo. È fondamentale farsi domande. Io me ne faccio un botto, Infatti se mi dovessero chiedere qual è il segreto penso sia questo. La curiosità. Farsi domande, vivere la vita con passione”.
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“Avere la fortuna di fare ciò che ami è un privilegio gigantesco”
“Lavoriamo per esseri umani con esseri umani, che crescono, si evolvono, cambiano – ha aggiunto Marta Donà – Vivono appunto. Avere la fortuna di fare ciò che ami è un privilegio gigantesco. Grazie Marco Mengoni. Quella sera in piazza Mazzini a Roma 12 anni fa, hai visto qualcosa in me che io proprio non avevo visto. Anche se la mia società è l’anagramma del mio nome (cit) qui sopra ci sono anche tutte le fantastiche persone che lavorano con me. Siamo un team di donne, devo dire per caso e non per scelta, ma siamo diventate una realtà che viene sempre sottolineata come ‘tutta al femminile’. E questo bisogno di specificarlo mi fa capire quanto sia importante esserci stasera per parlare ancora una volta di come le donne siano trattate in modo ‘diverso’ dal mondo del lavoro. A nessuno è mai venuto in mente di dire o scrivere ‘tutto al maschile, no?”.