Manuel Bortuzzo rompe il silenzio dopo la condanna per stalking dell’ex fidanzata Lulù Selassié conosciuta all’interno della Casa del “Grande Fratello”. Un anno e otto mesi con la condizionale: questa la pena indicata nella sentenza pronunciata ai danni della sedicente principessa etiope accusata di aver perseguitato il campione paralimpico di nuoto dall’aprile del 2022 all’aprile dello scorso anno.
In un’intervista a “Il Giornale”, Manuel Bortuzzo definisce “normalissima” la relazione avuta con l’influencer. “Come tutte le storie che possono avere i ragazzi di vent’anni – spiega – L’avevo conosciuta nella casa del Grande fratello nel settembre del 2022. L’ho lasciata pochi mesi dopo, il 25 aprile del 2023, semplicemente perché vedevo che c’erano dei comportamenti suoi che erano troppo diversi dal mio modo di vivere e di pensare. Ho capito che non c’erano i presupposti per andare avanti”.
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“Me la sono ritrovata ovunque. Telefonate, messaggi, ma anche fisicamente”
Lulù Selassié non avrebbe accettato la decisione di Manuel Bortuzzo di interrompere la loro relazione. “Fin da subito lei non mi ha preso sul serio – confida il nuotatore – E me la sono ritrovata ovunque. Telefonate, messaggi, ma anche fisicamente: dove io andavo, lei si presentava. E tutte le volte le ribadivo che non l’avevo lasciata per un’altra donna, ma proprio perché volevo chiudere con lei. Niente: continuava a non farsene una ragione. Questa cosa mi angosciava. Fin quando ero solo, vabbé. Però pensavo: quando non sarò più da solo e magari comincerò un’altra storia con un’altra ragazza? Stava fuori da un ristorante, aspettava anche solo per poter parlare, però me la ritrovavo veramente dappertutto”.

“Si è presentata dall’altra parte del mondo dove io stavo facendo gli europei di nuoto”
Manuel Bortuzzo racconta di essersi riavvicinato ad un certo punto a Lulù Selassié. Il suo obiettivo era “cercare di capire se in quel modo si sarebbe potuto risolvere il problema”. “Ci siamo per un periodo frequentati – confessa – e lei è come se avesse indossato una maschera adottando comportamenti che sapeva essere quelli che a me potevano piacere, pur di tenermi. Ma questo è durato poco, alla fine si è rivelata sempre per quella che è, e allora io ho deciso veramente di dire basta: chiudiamo definitivamente, perché io non ne voglio più sapere”. Anche in questo caso Lulù Selassié non avrebbe preso bene la rottura. “Dopo due mesi si è presentata dall’altra parte del mondo dove io stavo facendo gli europei di nuoto – racconta Manuel Bortuzzo – chiedendo insistentemente di volermi parlare. Quella volta ha anche alzato le mani. Dalla violenza verbale si è passati alla violenza fisica. Ora io, vista la mia disabilità, mi trovo su una sedia a rotelle, nonostante ciò sono sicuramente grande, sono alto 1,95. Non è che non mi sappia difendere da uno schiaffo. La presi per un polso la accompagnai alla porta dicendole che ci saremmo visti in tribunale”.

“Quando mi diceva ti ammazzo, non ho mai pensato che realmente lo avrebbe fatto”
“Io la conoscevo molto bene e so perfettamente che lei non sarebbe mai arrivata a farmi realmente del male – tiene a precisare il campione paralimpico – quindi quando nelle discussioni mi diceva ti ammazzo, non ho mai pensato che realmente lo avrebbe fatto. Non era quello a farmi paura. Piuttosto mi angosciava quando lo diceva su se stessa, mi faceva pesare una specie di ricatto psicologico. Anche quella è una forma di violenza. Siamo arrivati ad un punto in cui mi sono reso conto di non riuscire più da solo a gestire questa situazione. Ho fatto ricorso al tribunale e ho ottenuto la misura cautelare di allontanamento”. Manuel Bortuzzo sottolinea di aver agito così perché necessario: “Io non l’ho minimamente fatto per fare del male a lei o per una vendetta. L’ho fatto per me stesso, per tutelare la mia persona, la mia vita, la mia libertà, la mia serenità. Lungi da me l’idea di fare del male a quella persona alla quale a suo tempo ho voluto veramente molto bene”.
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Manuel Bortuzzo: “Lulù farà un percorso psicologico due volte a settimana”
“La nostra relazione è durata da settembre ad aprile”, aggiunge il 26enne smentendo l’ex fidanzata che afferma che la loro storia è durata non mesi ma anni. “La sentenza del processo l’ha condannata a un anno e otto mesi con sospensione della pena, la sospensione della pena non significa che era innocente – puntualizza l’ex gieffino – Era una forma di malattia, di ossessione, riconosciuta dal tribunale che oggi le ha tolto il braccialetto elettronico, non la fa giustamente andare in carcere però la obbliga due volte a settimana a fare un percorso psicologico”. Manuel Bortuzzo si dice segnato da questa vicenda che ha condizionato anche il suo rapporto con le ragazze. “Sono molto più cauto quando mi avvicino a nuove storie”, rivela. “La cosa paradossale è che io ho la sensazione che nonostante non abbia fatto nulla di male, anzi nonostante io sia la vittima di tutta questa vicenda, alla fine per le persone risulto il cattivo che ha denunciato una ragazza ingiustamente”, conclude. Supportata dalla sua famiglia, Lulù Selassié promette battaglia e ricorrerà in Appello per far emergere la sua verità.