Iva Zanicchi, 84 anni, rompe il silenzio sulla malattia dello storico compagno Fausto Pinna, scomparso all’età di 74 anni lo scorso 8 agosto. Il produttore musicale di origini sarde, che l’Aquila di Ligonchio chiamava affettuosamente Pippi, è stato stroncato da un tumore ai polmoni contro il quale combatteva da qualche anno. Fra tre anni la coppia avrebbe festeggiato i 40 anni d’amore. Iva Zanicchi rievoca il primo incontro in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”: “In sala di incisione, nel 1984, lui faceva il discografico. Era allegro, positivo, pieno di vita. Creativo, aveva grandi idee (…) Mi riempiva di complimenti, forse era un po’ bugiardo (…) Appena svegli mi diceva: ‘Stamattina sei bellissima’ e magari ero un orrore, scarmigliata, con gli occhi gonfi. Oppure, quando mi truccavo: ‘Non metterti niente, stai meglio così, sei stupenda, non ne hai bisogno’. Cosa vuole, fingevo di credergli”.
Iva Zanicchi al fianco del suo Pippi nella malattia: “Era un omone di 105 chili, si è ridotto a meno di 50”
“Il mio Pippi era molto affettuoso, non sdolcinato – confida la cantante emiliana – Stavamo bene insieme, è stato così da subito, ci siamo amati con allegria. Gli raccontavo delle storie e lui rideva, rideva, diceva che nessuno al mondo lo divertiva come me. Ed io lo vedevo contento e questo mi dava tanta carica (…) Non ci siamo mai lasciati neppure un giorno, veniva con me ovunque, lo volevo sempre accanto. Da quando si era aggravato ho cancellato ogni impegno per stargli vicino. Aveva un’infermiera bravissima che lo accudiva, però la notte voleva soltanto me e nemmeno io del resto me la sentivo di staccarmi da lui”. “Ormai mi ripeteva sempre la stessa domanda, come un ritornello: ‘Ma tu mi ami ancora?’ – racconta ancora Iva Zanicchi – ‘Certo che ti amo’, lo rassicuravo e gli davo un sacco di bacini. Ha sofferto tanto. L’estate scorsa, per tirare su delle valigione, si è inchiodato lì. Dopo quattro anni di chemio gli è collassata una vertebra, non ha più camminato. Era un omone di 105 chili, si è ridotto a meno di cinquanta. È morto con me, a casa, io e lui da soli”.
“Non voleva andare, ma alla fine mi ha sussurrato: ‘Sono stanco’”
L’Aquila di Ligonchio racconta gli ultimi mesi di vita di Fausto Pinna, ormai stremato dalla malattia: “Passava le giornate a letto, però si alzava per fare colazione con me, anche se gli costava uno sforzo tremendo, ci teneva. Poi tornava a sdraiarsi. Non voleva più ascoltare le cattive notizie, così abbiamo scoperto un canale che trasmetteva ‘La casa nella prateria’ e guardavamo solo quello. Fausto si rasserenava perché lì, anche se succedono cose brutte, il bene alla fine vince”. Ad accompagnare alla morte il compagno di Iva Zanicchi, la morfina, necessaria per lenire i dolori della malattia giunta ormai ad uno stadio avanzato. “Ogni tanto cedeva: ‘Prega che io me ne vada’ – confida la cantante – ‘No, tu non vai da nessuna parte, resti con me’, ripetevo e gli prendevo le mani. Non voleva andare, ma alla fine mi ha sussurrato: ‘Sono stanco’. E poi era curioso di vedere cosa c’è di là. Io no”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
Iva Zanicchi, la malattia del compagno dovuta ad un consumo sconsiderato di sigarette
Iva Zanicchi racconta che a provocare la malattia del compagno sarebbe stato il consumo sconsiderato di sigarette: “Ne fumava 90 al giorno, a volte ne accendeva tre insieme. La sua auto era una ciminiera. Mi venne la tosse. Il dottore mi rimproverò: ‘Signora, ma con il suo lavoro lei fuma?’. ‘Non sono io’. ‘Così si rovina’. Da allora lo faceva soltanto fuori casa. Ha smesso 12 anni fa, ma era tardi, il tumore è partito da lì, aveva i polmoni pieni di catrame”. L’Aquila di Ligonchio spiega perché lei e Fausto Pinna non si sono mai sposati: “Mia figlia Michela aveva solo 18 anni. Abbiamo rimandato, di recente ci abbiamo pensato. Lui divorziato, io separata e poi vedova, avrei voluto mettermi l’abito bianco. So che Dio perdona, quando l’amore è vero e bello”.
LEGGI ANCHE: Iva Zanicchi sulla malattia del compagno: “Dice che dobbiamo andarcene insieme”
“Se ci rincontreremo? Voglio sperarlo. Aspettami, Pippi”
A tre settimane di distanza dalla morte di Fausto Pinna, Iva Zanicchi sente “un vuoto, un peso sul cuore”. “Sono stata fortissima per lui, ora di colpo ho tutti i dolori del mondo”, rivela. Per poi aggiungere: “In autunno riprendo a lavorare, così avrebbe voluto Fausto, era orgoglioso di me. Finché c’è la voce, canto. Ho ancora qui i suoi vestiti, le cravatte, le ciabatte, il pigiama. E il Rolex che gli avevo regalato, lo porto giorno e notte. Se ci rincontreremo? Voglio sperarlo. Aspettami, Pippi”.