Informatico vive con 4 chip sottopelle: "Pago il caffè con la mano"

Informatico vive con 4 chip sottopelle: “Pago appoggiando la mano al bancomat”

Germana Bevilacqua

Informatico vive con 4 chip sottopelle: “Pago appoggiando la mano al bancomat”

| 15/11/2023
Informatico vive con 4 chip sottopelle: “Pago appoggiando la mano al bancomat”

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Un informatico 66enne di Treviso, Gianni Donadel, si è fatto impiantare sottopelle 4 chip per semplificarsi la vita. Grazie a una tecnica avanzata, l’uomo si è sottoposto all’impianto di piccolissimi dispositivi sotto la pelle delle due mani e adesso apre le porte senza bisogno di chiavi o tessere, solo appoggiando una mano sulla serratura elettronica. Ma non solo: paga ogni cosa sfiorando il lettore Pos con l’altra mano. Sembra fantascienza ma ormai è realtà. Era già successo qualche mese fa quando Mattia Coffetti, un 35enne di Brescia, era diventato famoso per essersi fatto impiantare sottopelle dei chip.

“L’entusiasmo ha rimosso qualunque ostacolo, compresa la paura degli aghi”

Gianni Donadel lavora come programmatore e sistemista in un’azienda della sua città. Nel 2016 è rimasto colpito dal guru dei chip sottopelle, l’imprenditore ungherese David Orban. “Sono andato a un suo evento a Milano – racconta al “Corriere della Sera” – per curiosità dopo averlo ascoltato a una trasmissione radio. Lì Orban ha presentato i chip: lui stesso ne aveva uno, ha spiegato che il dolore dell’impianto era pari a quello di un pizzicotto. Quando ho visto uno che si iniettava il chip davanti a me, l’entusiasmo ha rimosso qualunque ostacolo, compresa la paura degli aghi”. Era impensabile che il programmatore potesse cedere alla tentazione di farsi impiantare un chip, soprattutto a causa del suo terrore per gli aghi.

“Non è scontato trovare il piercer che voglia fare un’operazione del genere”

“Il chip è largo 2 millimetri e lungo 12, immaginate la siringa – spiega Gianni Donadel – Praticamente il chip è grande quanto un chicco di riso, diciamo scotto – minimizza Donadel – quando ho visto l’ago ho dovuto decidere, per me immaginare di avere questa tecnologia e portarmi appresso dei dati in modo riservato era irresistibile”.  L’informatico racconta la sua “prima volta”. Il primo ‘chicco di silicio’ se lo è fatto iniettare nel bel mezzo della convention. Poi non ha resistito e ha continuato. “Appena ho comprato gli altri due chip sono andato subito a farmeli inserire – dichiara – a Roma, non dietro casa. Perché non è scontato trovare il piercer che voglia fare un’operazione del genere”.
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“I primi dottori da cui sono andato non volevano assumersi la responsabilità dell’impianto”

Gianni Donadel ha quattro chip nel suo corpo, tre nella mano sinistra, uno nella mano destra. “Non hanno batterie – sottolinea – vengono alimentati dall’apparato al quale si avvicinano. Sostituiscono il badge per aprire le porte, ma li uso anche per aprire la cassaforte, l’ascensore riservato ai condomini, il garage e il data center in azienda”. Poi nell’altra mano c’è il chip che usa per pagare come una carta contactless: “Lo uso per pagare il caffè nel bar sotto l’ufficio. Quando pago appoggiando la mano al bancomat capita che il cassiere, o anche il direttore, vogliano verificare che la transazione sia avvenuta davvero. Ha lo stesso cuore che c’è in una carta di credito o nei braccialetti wearable, attorno c’è un’antenna in un materiale che può stare sottopelle. In questo caso bisogna fare un taglio e farsi mettere un paio di punti, è leggermente invasivo”. Poi svela: “I primi dottori da cui sono andato non volevano assumersi la responsabilità dell’impianto”.

“Soltanto una stretta di mano energica mi dà problemi”

Gianni Donadel è entusiasta dei suoi chip: “In Italia siamo tre o quattro con chip per i pagamenti, sono l’unico in Veneto che sappia io, probabilmente sono il più anziano”. E a chi trema all’idea di farseli impiantare sottopelle assicura: “Praticamente non li percepisco, soltanto una stretta di mano energica mi dà problemi, ma ho imparato a tenere la mano rilassata per non sentire nulla”. E in famiglia? “Non hanno avuto reazioni particolari quando ne ho parlato. Mio nipote mentre lo tengo per mano mi dice che sente il pulsante magico. A breve inizierò una sperimentazione con uno che analizza parametri sanitari come glucosio, colesterolo e percentuale di ossigeno nel sangue”.

Pubblicato il 15/11/2023 18:25

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