Giovanni Terzi racconta in tv il trauma dell'arresto

Giovanni Terzi e il trauma dell’arresto: “Per mesi mio figlio si nascondeva sotto il letto se bussavano”

Daniela Vitello

Giovanni Terzi e il trauma dell’arresto: “Per mesi mio figlio si nascondeva sotto il letto se bussavano”

| 26/11/2023
Giovanni Terzi e il trauma dell’arresto: “Per mesi mio figlio si nascondeva sotto il letto se bussavano”

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Sabato 25 novembre, durante la sesta puntata di “Ballando con le stelle”, Giovanni Terzi ha “punto” una parte della giuria. E’ accaduto nella clip che ha preceduto la sua performance. “Secondo me nel giudizio ci deve essere un minimo di giustizia e attenzione – ha sottolineato – Quando Selvaggia dice ‘non lascia traccia’ e Mariotto che non ho cazzimma, a me sinceramente questo fa molto ridere perché io non ho da dimostrare nulla a nessuno riguardo al mio temperamento. Uno resiste alle prove della vita e resiste a modo suo. Ho superato prove che mai avrei immaginato neanche di dover toccare”.

Giovanni Terzi è tornato al giorno in cui fu arrestato e finì in carcere. Era il 13 ottobre 1998, all’epoca era consigliere comunale a Milano e la sua carriera era in ascesa. Finì in manette con l’accusa di aver intascato una tangente di 250 milioni di lire quando tre anni prima era assessore ai Lavori pubblici di Bresso.

Giovanni Terzi (Foto da video)
Simona Ventura (Foto da video)

“Mi misero le manette alle mani e ai piedi e scoppiai in un pianto pazzesco”

“A 30 anni ho scoperto che tra la luce e l’ombra è un istante – ha raccontato – L’ho scoperto perché alle 6 del mattino bussarono a casa i carabinieri e mi arrestarono. Mi portarono a Opera dove mi misero in isolamento giudiziario in una cella piccola con uno spioncino. Non avevo neanche l’ora d’aria in comunità e mi potevo fare la doccia una volta a settimana. Dopo 30 giorni di isolamento, la mattina presto, vennero a prendermi. Pensavo di essere liberato, invece mi trasferirono. Mi misero le manette alle mani e ai piedi e scoppiai in un pianto pazzesco”.

L’arresto di Giovanni Terzi (Foto da video)
Milly Carlucci (Foto da video)

“Quando c’è qualche cosa che mi schiaccia, non accetto che questa cosa possa schiacciarmi”

Il giornalista rimase in carcere per tre mesi fino alla sentenza della Cassazione che sconfessò la tesi della Procura di Milano accusata di agire in preda ad un delirio di onnipotenza. Il suo calvario non finì lì. Giovanni Terzi affrontò i processi e solamente nel 2006, dopo otto anni, fu scagionato definitivamente. “Quello di cui poi hai bisogno non è essere assolto ma sapere che la società non dica: ‘Sì però se l’hanno arrestato…’ – ha sottolineato – Quando c’è qualche cosa che mi schiaccia, non accetto che questa cosa sia capace di schiacciarmi. Questa mentalità mi ha permesso di non subire facendo la vittima”.
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Giovanni Terzi con il figlio (Foto da video)
Giovanni Terzi (Foto da video)

“Mio figlio non l’hanno mandato all’asilo perché ero su tutti i giornali”

“La sofferenza l’ho avuta in altre situazioni, quando ho visto per la prima volta i miei genitori venire in carcere a trovarmi, lì sono stato malissimo. A pensare quello che ha sofferto mio figlio Lodovico perché mi ha visto arrestare – ha confessato tra le lacrime – Io sto male se penso alla sofferenza degli altri. Mio figlio non l’hanno mandato all’asilo perché ero su tutti i giornali, per mesi si nascondeva sotto il letto se suonava il campanello. Lì sto male. Che fatica”. “Nella vita le sfide servono per dare anche un senso a quello che fai. Io ne ho perse tante. Gli ultimi cinque anni sono stati molto belli. Come dice Simona ‘crederci sempre e arrendersi mai’”, ha concluso.

Pubblicato il 26/11/2023 11:58

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