Flavio Briatore furioso: "Body shaming verso i clienti del Twiga"

Flavio Briatore furioso con il “Corriere”: “Body shaming verso i clienti del Twiga”

Daniela Vitello

Flavio Briatore furioso con il “Corriere”: “Body shaming verso i clienti del Twiga”

| 17/08/2023
Flavio Briatore furioso con il “Corriere”: “Body shaming verso i clienti del Twiga”

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Il reportage sul Twiga realizzato da Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera” non è piaciuto a Flavio Briatore. Il giornalista ha raccontato la sua giornata extralusso nel rinomato stabilimento balneare di Forte dei Marmi aperto nel 2001 da Flavio Briatore, Daniela Santanchè, Paolo Brosio e Davide Lippi, figlio dell’ex ct della Nazionale Marcello. Dopo l’uscita di scena di Lippi Jr. e dell’ex giornalista del Tg4, a gestire il bagno più famoso d’Italia sono rimasti Briatore e la Santanchè. Quest’ultima, dopo essere diventata ministro del Turismo, ha ceduto le sue quote al compagno Dimitri Kunz d’Asburgo.

Daniela Santanchè con il principe Dimitri d’Asburgo Lorena (Foto Instagram)

“Il dogma del Twiga è: esserci, status, edonismo social, stories su Instagram, caccia ai like”

Per una giornata in tenda al Twiga il cui “dogma è: esserci, farsi vedere, status, edonismo social, stories su Instagram, caccia ai like”, Fabrizio Roncone ha speso 600 euro. “Con l’incasso relativo a un solo cliente, che per l’intero mese di agosto ammonta a 18.600 euro, il Twiga paga il canone d’affitto che deve allo Stato per la concessione annuale della spiaggia: 17.619 euro – sottolinea – Il resto è un fatturato che oscilla tra gli 8 e i 9 milioni. Più che uno stabilimento balneare, uno stabilimento per fare soldi, soldi e ancora soldi”. Al suo arrivo al Twiga a catturare l’attenzione del giornalista è la ragazza alla reception, una “biondina gentile, ma gelida, mi squadra con distacco (poi scoprirò che il personale è addestrato a capire chi è veramente ricco, e chi finge di esserlo)”.

Flavio Briatore (Foto Instagram)

“Flavione, ma da quant’è che non vieni a controllare?”

Fabrizio Roncone si lamenta della sua postazione: “A Rimini, tra un ombrellone e l’altro, c’è più spazio. La ragazza indica la mia tenda: ‘Ora una mia collega le porterà due bottiglie d’acqua. Sono un omaggio’. Perché Flavione sa essere generoso con i clienti. Comunque: volete sapere in cosa consiste questa tenda pagata come fosse un villino? Ci sono un divano, 2 letti, 2 lettini, un tavolo e una sedia da regista”. Poi è la volta di quelli che definisce “due cessetti imbarazzanti”. “Non ho capito se per i veri ricchi ce ne siano di migliori, può darsi – scrive – Questi sono stretti come quelli di un Frecciarossa. Uno ha pure la serratura sfondata, sono molto sporchi. Scatto qualche foto. Flavione, ma da quant’è che non vieni a controllare?”.

Gianluca Vacchi e Flavio Briatore al Twiga di Forte dei Marmi (Foto Instagram)

La replica di Flavio Briatore: “Contenuti montati e in certi casi falsi”

Immediata la reazione di Flavio Briatore. L’imprenditore ha preso carta e penna e ha scritto al “Corriere della Sera”. “Gentile Direttore, a Ferragosto è uscito un articolo sulla sua testata, riguarda il Twiga Forte dei Marmi – ha esordito – Sorvolo sul tono sarcastico e sui contenuti volutamente ‘montati’ e in certi casi assolutamente falsi, relativi alla qualità dei nostri servizi e della nostra struttura, perché francamente non ho nulla di cui scusarmi. La migliore risposta la danno il successo e i risultati che ogni stagione otteniamo e la nostra clientela, che ci segue e ci apprezza”.
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Flavio Briatore (Foto Instagram)

“Infierire sui clienti di una spiaggia per il loro aspetto fisico non è giornalismo”

“Vorrei invece fare una considerazione – continua – trovo incivile e fuori luogo che il Corriere abbia fatto del puro ‘body shaming’ verso i clienti del nostro stabilimento, al fine di ‘colorire’ il proprio articolo: ‘La madre ha un viso da quarantenne montato su un corpo da settantenne’; ‘Sergio detto Sergione per la pinguedine incipiente’; ‘La signora anziana della tenda accanto si stende chiedendo che non le venga però sfiorato il viso tirato da una ragnatela di fili sottocutanei’; ‘Un tipo con la pancia gelatinosa legge la Guida Michelin’. In America un ‘body shaming’ del genere, soprattutto da parte di una testata mediatica di rispetto, avrebbe causato una denuncia, con conseguenze gravi su giornalista e testata. Infierire sui clienti di una spiaggia per il loro aspetto fisico non è giornalismo”.

Flavio Briatore con il figlio Nathan Falco (Foto Instagram)

La controreplica del giornalista del “Corriere”: “Lasci stare il body shaming”

“Gentile Briatore, lasci stare il body shaming, è un tema importante che introduce senza alcun motivo – ribatte Fabrizio Roncone – perché le eventuali vittime — che qui non ci sono — devono essere identificabili con nome e cognome. Piuttosto, parlando seriamente: ci è costato un botto di soldi, però al Twiga ho trascorso ore assolutamente strepitose tra giraffe, Ferrari e parvenu. Peccato solo per qualche disservizio, come ad esempio i bagni, sporchi e con le serrature sfondate. Ma se è ancora a Montecarlo, e non ha avuto modo di verificare, le invio volentieri tutte le foto”.

Pubblicato il 17/08/2023 16:22

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