Emilio Fede commenta l’assoluzione nel processo Ruby Ter del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in un’intervista al quotidiano “La Stampa”. L’ex direttore del Tg4, condannato a 4 anni e 7 mesi per induzione della prostituzione, ha l’amaro in bocca.
“Mi chiedo perché io sono stato calpestato fino alla fine”
“Mi sono fatto 8 anni ai domiciliari senza essere colpevole di nulla”, esordisce il 91enne che ha collezionato altre condanne, dalla bancarotta alla diffamazione aggravata. “Mi stanno telefonando da tutte le parti, ma che vogliono? – si chiede – Sono molto contento che Berlusconi sia stato assolto. Mi chiedo invece perché io sono stato calpestato fino alla fine. Soprattutto sono contento per tutti quelli che sono contenti, la sua famiglia, i suoi amici…”.
“Un detenuto ha detto che io in queste storie non c’entravo niente”
Emilio Fede si pone domande destinate a rimanere senza risposta: “Mi chiedo: io ho perso tutto, licenziato, sbattuto fuori dall’ufficio in tre minuti. Perché? A chi dovevo fare spazio? A chi davo fastidio? So che in un carcere milanese, un detenuto in punto di morte ha detto che io in queste storie non c’entravo niente. Me l’ha raccontato una signora che frequenta le carceri per lavoro. Non posso dire di più”.
Il giorno in cui fu licenziato da Mediaset
L’ex direttore del Tg4 torna indietro con la memoria al giorno in cui fu licenziato da Mediaset: “Ricordo che ero andato allo stadio con il Cavaliere, torno e trovo il mio ufficio chiuso. Un avvocato e un altro figuro che mi dicono: lei ha chiuso, licenziato. Dopo tutto quello che avevo fatto!”. Una vera e propria doccia gelata per lui.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
“Mai visto scene strane ad Arcore, eppure a cena ci andavo spesso”
A proposito delle cene eleganti organizzate ad Arcore dice: “Le cene a cui ho partecipato io si concludevano a mezzanotte, poi io uscivo, andavo all’edicola di piazzale Loreto a prendere i giornali, leggevo le prime pagine e telefonavo al Cavaliere per fargli il resoconto. Mai visto scene strane, eppure a cena ci andavo spesso, eh? Mai visto nulla, io ero solo un giornalista amico”.
“L’ultima volta che ho sentito Berlusconi è stata la vigilia di due Natali fa”
Emilio Fede non sente il Cavaliere da due anni. “L’ultima volta è stata la vigilia di due Natali fa – confida – Ero stato in ospedale dopo una caduta e mi aveva chiamato: ‘Ciao Emilio? Ma cosa fai? Dai, vieni qua…’. Ma io non potevo ero in carrozzella. Poi non ci siamo più sentiti. Se dovessi ricontrarlo gli direi: caro presidente, con le storie di Arcore la mia vita è finita ma la mia amicizia per te sarà per sempre. Ti prego, ora che hai ottenuto una meritata sentenza, per favore, dimmi, perché sono stato licenziato?”.
“Non so neppure chi abbia preso il mio posto alla direzione del Tg”
“Mi hanno messo fuori come un cane bastardo – aggiunge in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” – non ho potuto neppure prendere le chiavi di casa. Quella sera dovevo andare a San Siro, dove giocava il Milan. Telefonai a Berlusconi che non ne sapeva nulla. Mi disse che ne avrebbe parlato subito a Confalonieri”. Non solo Emilio Fede non è più tornato al Tg4 ma da quel giorno ha smesso di interessarsi a tutto. “Non so neppure chi abbia preso il mio posto alla direzione del Tg”, dice.
Lele Mora: “Io sono innocente, la Procura ha un suo modo di vedere”
Oltre ad Emilio Fede, a rompere il silenzio è anche Lele Mora. L’agente dei vip è stato condannato per evasione fiscale, bancarotta e favoreggiamento della prostituzione nel processo Ruby e ha scontato la sua pena in carcere. Anche lui, in un intervento al programma radiofonico “Un giorno da pecora”, si dice “felicissimo” per l’assoluzione di Silvio Berlusconi. Poi aggiunge: “Io condannato? Io sono innocente, la Procura ha un suo modo di vedere, si vede che per loro meritavo di esser condannato, mi reputo di esser stato frutto di immaginazione di chi vedeva cose che non esistevano”.
“Ad Arcore ci si divertiva solo quando qualcuno si vestiva da Boccassini”
Le famose cene eleganti, spiega, “erano cene noiosissime, si mangiava malissimo a parte le sere che cucinavo io, il divertimento c’era solo quando qualcuno si vestiva da Boccassini oppure da Fassino. C’era chi si vestiva anche da Napoleone (…) Mai vista la saletta in cui si sarebbe dovuto tenere Bunga Bunga, quella era solo una barzelletta”. “Non sento Silvio Berlusconi da tantissimo tempo, saranno undici anni che non ci sentiamo”, confessa. “Siccome non ho fatto nulla – conclude – non mi pento di nulla”.