I genitori di Chiara Poggi, Giuseppe e Rita, commentano le nuove indagini sull’omicidio della figlia portate avanti dalla Procura di Pavia in un’intervista esclusiva a “Tgcom24” trasmessa anche a “Quarto Grado”. Per il delitto di Garlasco avvenuto il 13 agosto 2007 è in carcere l’allora fidanzato della vittima, Alberto Stasi. Sul suo capo pende una condanna in via definitiva a 16 anni confermata dalla Cassazione. Le attenzioni della Procura sono oggi concentrate su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, la cui posizione all’epoca era stata archiviata ma che oggi si ritrova indagato per omicidio in concorso. Per i genitori di Chiara Poggi l’assassino è già in carcere.
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“Alberto Stasi piano piano riprenderà la sua vita normale, mia figlia no”
Dopo 10 anni di detenzione, ad Alberto Stasi è stata concessa la semilibertà. “Anche se sapevo che questo momento sarebbe arrivato, non posso fare a meno di pensare che lui piano piano riprenderà la sua vita normale, mia figlia non la riprenderà più – commenta Rita Preda ai microfoni di “Tgcom24” – Tra le motivazioni per cui gliel’ha concessa, il giudice ha detto che ha accettato la pena. Ma come si fa a dire che l’ha accettata? Quando lui in 9 anni e qualche mese che ha fatto di carcere ha presentato un ricorso straordinario in Cassazione, due richieste di revisione, un altro ricorso in Cassazione contro la bocciatura della revisione, il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. E non solo. In tutto ne ha fatto sette”.

I genitori di Chiara Poggi e quella ferita mai rimarginata e riaperta dopo 18 anni
Il padre di Chiara Poggi come mai siano così convinti della sua colpevolezza: “Un po’ tutti gli indizi ci portano ad Alberto Stasi. Il fatto che non ha mai dichiarato di avere la bicicletta nera da donna, il fatto che indossava delle scarpe pulite…”. La moglie ricorda anche che è stato dichiarato colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio. “Oggi ci sembra di vivere una situazione peggiore di 18 anni fa – confida Rita Poggi visibilmente provata – Si continua a parlare delle telefonate fatte da Andrea Sempio a casa nostra, si enfatizzano tre telefonate. Ma non ci si ricorda che il giorno in cui Chiara è stata uccisa, Alberto ne ha fatte molte di più. Lui sapeva che Chiara era a casa da sola. La difesa di Stasi punta a trovare degli elementi che possano consentirgli di chiedere la revisione”.
“Non esiste più tutto quello che è stato fatto prima (…) – le fa eco il marito – Di quest’ultima indagine dei carabinieri di Milano ci ha dato fastidio che siano venuti di notte a prenderci l’immondizia, come se fossimo delinquenti. Qual era lo scopo di prendere quel sacco dell’immondizia? Ritengo che in questo comportamento ci sia qualcosa, che non so, di non chiaro e limpido”.
“La verità su chi ha ucciso Chiara c’è già. Su Andrea Sempio non c’è niente”
“C’è qualcosa che non ci quadra – ribadisce la madre di Chiara Poggi – Noi non abbiamo niente in contrario che facciano altri esami, però siamo un po’ perplessi sui risultati che potrà dare questa nuova indagine. Non potrà portare a togliere Stasi dal suo ruolo di assassino di Chiara perché ci sono degli elementi ben precisi sui quali è stata provata la sua colpevolezza”. “Mentre va a dire che è innocente in tante trasmissioni e interviste, a noi personalmente mai una volta che ci abbia detto: ‘Guardate che state indagando me ma io non ho fatto niente’. Questo è tutto un giro lungo per poter portare Stasi alla revisione del processo, non per cercare la verità su chi ha ucciso Chiara. La verità c’è già. Su Sempio non c’è niente”, sentenzia Giuseppe Poggi.

Il legale della famiglia Poggi: “Preoccupante fuga di notizie”
“Questi presunti sviluppi denotano solo una sistematica fuga di notizie che oggettivamente preoccupa – ha dichiarato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi all’Adnkronos – Anche qualora i presunti sviluppi avessero un qualche fondamento circa l’alibi di Sempio, non intaccherebbero minimamente la accertata responsabilità di Stasi il quale come scritto a chiare lettere nelle sentenze non solo non ha un alibi ma ha sette gravi elementi a proprio carico. Spero che tutti i cittadini di Garlasco e delle zone limitrofe non si debbano preoccupare di trovarsi un alibi a distanza di 18 anni. Peraltro come ogni giurista dovrebbe sapere l’alibi mancato in assenza di seri indizi ulteriori non costituirebbe nemmeno motivo di sospetto”.
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Alberto Stasi: “Mai più a Garlasco, vorrei solo scomparire”
Ottenuta la semilibertà, Alberto Stasi non ha alcuna intenzione di tornare a Garlasco. “Non posso andare, nonostante mia madre viva ancora lì – ha detto al quotidiano “La Repubblica” – La incontro dai parenti, l’ho fatto quando ho avuto i permessi. E poi, dico la verità, non ho nemmeno tutto questo interesse a tornarci. Un po’ per quello che è successo, un po’ perché la mia vita e i miei interessi sono ormai tra Milano e l’hinterland, dove cercherò casa quando potrò. Mi hanno fermato in strada per un selfie ma io spero che non mi riconosca più nessuno. Vorrei solo scomparire”.