Beatrice Quinta, pseudonimo di Beatrice Maria Visconti, ha pubblicato il suo EP d’esordio dal titolo “Devota”. La cantante palermitana deve la popolarità a “X Factor”, talent al quale partecipò nel 2022 e dove si classificò seconda alle spalle dei Santi Francesi. Nella realizzazione del suo primo album, Beatrice Quinta ha messo “tutto l’amore del mondo”. A svelarlo è lei stata stessa in un’intervista rilasciata a “Vanity Fair”. “Nel mio progetto volevo sincerità ed emotività – ha spiegato – volevo mettere in luce le fragilità e mostrare una presa di coscienza delle cose spiacevoli che mi sono capitate. Il mio messaggio è sempre stato: ‘amati, sii libera’. Ma mi sono resa conto che non stavo raccontando tutta la storia: anche se ci si ama, succede di attraversare fasi in cui non ci si capisce, in cui si soccombe a schemi sociali e pregiudizi. Amarsi è un lavoro che non finisce mai, e io volevo raccontare anche il ‘dietro le quinte’”.
“Ho subito violenza senza rendermene conto”
La canzone più autobiografica è senza dubbio “Pelle” in cui racconta di una storia d’amore che l’ha segnata e che solo dopo molto tempo ha iniziato a vedere con occhi diversi. “Per me è la più emotivamente destabilizzante – ha confidato – In alcune parti ho la voce rotta, che mi conferma che ho scritto qualcosa di sincero. Parla di una relazione per molti versi simile a molte altre, in cui ci si perde perché non si riesce a dare il giusto valore a sé stessi: due persone ferite fanno una relazione ferita (…) Ho subito episodi di abuso che ho scoperto essere terribilmente comuni fra le donne che conosco, quando ho cominciato a confrontarmi con loro. La violenza ha tante sfumature, e io l’ho subita da persone di cui mi fidavo. Senza rendermi conto che si trattasse di abuso”.
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“Sapevo che a Palermo avrebbero liquidato certi episodi con qualche frase lapidaria”
“L’ho realizzato solo molto tempo dopo – ha raccontato la cantante siciliana – in quelle che chiamo le ‘sessioni salotto’ con i miei amici, i momenti in cui ci raccontiamo e ci confidiamo. Quando ho riferito di certi episodi, loro mi hanno aperto gli occhi, e mi hanno detto che si trattava inequivocabilmente di violenza. Mi sembra incredibile che una persona come me, che conosce bene il significato del femminismo, non abbia riconosciuto in certe esperienze i tratti della violenza”. Beatrice Quinta non ne ha mai parlato prima perché temeva fortemente il giudizio della gente, “per evitare lo stigma”. “Sapevo che a Palermo avrebbero liquidato certi episodi con qualche frase lapidaria, come: ‘A quella t***a sarà anche piaciuto’, o avrebbero detto che stavo mentendo – ha spiegato – È assurdo: ero più preoccupata di cosa avrebbero detto che di cosa ci fosse bisogno di dire. In un caso, per un bel po’ di tempo, ho taciuto solo per non rovinare la vita alla persona che era stata abusante con me. È davvero inquietante, ma al posto di smascherare il violento, mi chiedevo: ‘Come sono arrivata dentro quella stanza?’”.
“I periodi difficili mi hanno guidato verso l’autodeterminazione e l’emancipazione”
La musica le è servita come terapia, come in tante altre occasioni. “Nelle fasi più buie sono nati i pezzi in cui vado più fiera – ha concluso – Il momento più bello è stato creare Devota, in cui racconto sì la mia fragilità, ma anche la mia forza. Anche i periodi difficili mi hanno guidato verso l’autodeterminazione e l’emancipazione”. Durante la sua partecipazione a “X Factor”, Beatrice Quinta fece parlare di sé per via del mancato flirt con Rkomi, giudice in quell’edizione. Il cantante aveva mostrato sin dall’inizio un certo interesse per la concorrente palermitana. Ma alla fine del talent lei lo avevo liquidato così: “Sento il bisogno, francamente, di essere seguita in quanto Beatrice e artista e non perché Rkomi mi vuole sco**re o meno. Tutti avrebbero pensato che di puntata in puntata sarei passata solo perché avevo una storia con lui. Tutto il mio percorso artistico sarebbe stato messo in ombra”.
