Assiste al parto cesareo della moglie e naufraga il matrimonio

Assiste al parto della moglie e il matrimonio naufraga: “Ho chiesto i danni all’ospedale”

Germana Bevilacqua

Assiste al parto della moglie e il matrimonio naufraga: “Ho chiesto i danni all’ospedale”

| 01/10/2023
Assiste al parto della moglie e il matrimonio naufraga: “Ho chiesto i danni all’ospedale”

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Assistere al parto della partner non è sempre una buona idea. Quello che per molti è un momento di condivisione profonda che crea legami indissolubili può assumere un significato diverso per altri. Un uomo che vive in Australia, a Melbourne, nel 2018 ha assistito al parto cesareo della moglie, restando profondamente segnato dall’accaduto. Da quanto dichiarato da Anil Koppula, questo il suo nome, l’aver assistito alla nascita di suo figlio gli ha causato un “grave disagio mentale”, che sarebbe alla base della rottura del matrimonio con la consorte. L’uomo ha quindi deciso di fare causa all’ospedale dove è avvenuto il parto.
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Afferma di aver sviluppato una malattia psicotica vedendo la moglie in quelle condizioni

Secondo quanto riportato dall’“Herald Sun”, l’uomo ha intrapreso un’azione legale contro il Royal Women’s Hospital di Melbourne chiedendo un risarcimento per il danno subìto di 1 miliardo di dollari. Secondo quanto riferito dai media, l’uomo sostiene di aver sviluppato una “malattia psicotica vedendo la donna in quelle condizioni”. Afferma inoltre di essere stato “incoraggiato ad assistere al parto”, circostanza che lo ha costretto a vedere “gli organi interni e il sangue di sua moglie”. Questo lo ha scioccato profondamente e in modo irreparabile. Secondo l’uomo, la responsabilità dell’ospedale sta nell’avere “violato un obbligo di diligenza nei suoi confronti ed è tenuto a risarcirlo”.

Una commissione ha stabilito che il danno subìto non soddisfa il livello di soglia

Da parte sua, l’ospedale riconosce soltanto la responsabilità nel dover fornire un dovere di diligenza, ma ha negato di averlo violato. In pratica l’ospedale smentisce di avere incoraggiato l’uomo a partecipare al parto della moglie. Al termine del procedimento, il giudice ha dato ragione all’ospedale e ha respinto la causa definendola un “abuso di procedura”. Nella sentenza viene spiegato che la legge non consente a nessuno di ricevere un risarcimento per perdite non economiche a meno che il danno non sia un “danno significativo”. Oltretutto, dopo un consulto medico richiesto dal tribunale per l’uomo che si dice scioccato, una commissione ha stabilito che “il grado di danno psichiatrico derivante dal danno subito dal ricorrente, presunto nella richiesta di risarcimento, non soddisfa il livello soglia”.

Pubblicato il 01/10/2023 10:57

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