Andrea Carnevale: "Mio padre uccise mia madre con un'ascia"

Andrea Carnevale: “Mio padre uccise mia madre con un’ascia”

Germana Bevilacqua

Andrea Carnevale: “Mio padre uccise mia madre con un’ascia”

| 03/06/2025
Andrea Carnevale: “Mio padre uccise mia madre con un’ascia”

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Andrea Carnevale ripercorre il suo dramma: il padre uccise la madre quando lui aveva appena 14 anni. Un femminicidio avvenuto quando ancora non esistevano né il termine e né reato, ma che cambiò profondamente la sua vita. L’ex calciatore racconta la sua storia in una lunga intervista al “Corriere della Sera”. L’ex attaccante, oggi dirigente dell’Udinese, ha provato a superare quel dolore scrivendo un libro, “Il destino di un bomber”, edito da 66thand2nd e scritto con Giuseppe Sansonna. “Incontro le famiglie rimaste orfane, vittime – rivela -. Ho raccontato e scritto per loro. Non si ferma la scia di sangue, e io torno bambino infelice tutte le volte”. “Dovevo incontrare mio padre in carcere, ci sono andato a 16 anni, due anni dopo il delitto – racconta -. Volevo guardarlo negli occhi, mi aveva tolto tutto. Ebbene, l’ho visto e l’ho abbracciato. Forte. In qualche modo l’ho perdonato, con la consapevolezza di avere di fronte un uomo molto malato”.

“Per tanti anni ho vissuto il dolore ma anche il timore di essere come lui – continua – No, non sono lui. Questo ho capito quando l’ho visto. Ed è stato il primo passo verso la liberazione”. Poi racconta l’amara verità: “Era schizofrenico. Non è stato mai curato, qualche anno dopo si è tolto la vita lanciandosi da una finestra davanti ai miei occhi”.
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Andrea Carnevale (Foto Instagram)

“Finito il matrimonio con Paola Perego, i miei figli hanno pensato che li avessi abbandonati”

La vita di Andrea Carnevale è stata segnata da quella tragedia: “Sono finito al tappeto, ma mi sono rialzato. Aggiunga anche che per 20 anni i miei figli, quando è finito il matrimonio con Paola, hanno pensato che fossi andato via di casa, che li avessi abbandonati. Io orfano che lasciavo orfani i miei figli. Capisce? Terribile, come rivivere il mio dramma. Mi sono preso colpe che non avevo, aggrappandomi a un solo raggio di luce: la fiducia nella giustizia. La verità viene fuori, mi dicevo. E il tempo mi è stato amico”. Poi aggiunge: “Di stupidaggini ne ho fatte tante, per carità. Ma non tutte quelle che si sono dette sui giornali e in tv. La mia risposta è stata il silenzio, io sono abituato a star zitto. Ho vissuto sempre due vite. Il dramma familiare, la depressione, l’ansia, il timore che le mie sorelle fossero affidate ai servizi sociali, tutto senza parlare. Come un tabù, che non ci faceva elaborare il lutto”.

“Bisognava combattere per evitare di disunirci – continua – di darla vinta a chi voleva sgretolare quel poco che ci era rimasto. Eravamo poveri, facevamo fatica a trovare da mangiare. Il calcio ci ha salvati, tutti. Dopo Natali e feste di compleanno mai festeggiati”.

Andrea Carnevale (Foto Instagram)

“Mia madre non denunciò per paura che facessero qualcosa ai suoi figli”

L’ex calciatore con il suo talento ha salvato la sua famiglia: “Oggi manca soltanto mia sorella più grande, morta anche lei giovanissima. Con i primi soldi ho comprato subito il nostro casolare a Monte San Biagio, a Latina, dove siamo cresciuti. Pagai 450 milioni delle vecchie lire. Resta il miglior investimento della mia vita: il teatro dell’orrore è diventato il teatro dell’amore. C’è serenità, unione forte, la felicità però è un’altra cosa. Nulla sarà mai come prima. Ciascuno ha la sua vita, mia moglie Beatrice è il mio mondo migliore, la donna che mi ha capito subito, mi ha dato una seconda chance. Il mio tutto”. Andrea Carnevale ha due figlie femmine, un figlio maschio ed è anche nonno. “Alle mie figlie ho sempre detto ‘la prima volta che marito o fidanzato, quel che sia, alza le mani o urla, lasciatelo. Lo rifarà, è certo. Denunciate – confida – La morte di Martina, uccisa a 14 anni ad Afragola, mi ha fatto rivivere Andrea da piccolo. Una ferita che ogni volta torna a sanguinare. Denunciate, dico. Mia madre non lo fece per paura che facessero qualcosa ai suoi figli”.

Da ragazzino l’ex calciatore, ha provato più volte a salvare la madre andando dai carabinieri: “Ci sono andato tante volte. Papà era molto geloso, a casa c’era un clima di terrore, io ero lì quando lei prendeva schiaffi, botte. Insulti. Fino a quella mattina del 25 settembre del 1975: lui si è svegliato, ha preso l’ascia. Ha raggiunto mamma che stava lavando i panni nel fiume vicino casa. È andato ad ammazzarla. Sono corso lì, ho raccolto il sangue di mia madre e sono andato dai carabinieri: ‘Lo vedete adesso il sangue?’”.

Andrea Carnevale e Diego Armando Maradona (Foto Instagram)

“E’ stato Diego Armando Maradona a farmi conoscere Paola, piaceva a lui”

Andrea Carnevale, in prima linea con le istituzioni, spiega che per evitare questi fatti di sangue “bisogna inasprire le pene, fare rete con gli assistenti sociali. Le famiglie sono sole”. L’ex calciatore ha alle spalle una storia con la conduttrice Paola Perego. “C’era un’altra persona – ammette -. L’amore era finito. Mi sono ostinato a continuare per i bambini. Non volevo crescessero come orfani. Un papà deve provare e riprovare, assumersi le responsabilità. Ho rispettato Paola ma mi sono sentito io non rispettato, troppe bugie. Ho sbagliato in certi momenti a inveire contro di lei per questo motivo. Poi sono stato costretto ad andare via. Ed è successo quello che non volevo: lasciare da soli i bambini, Giulia e Riccardo. Ci sono voluti 20 anni…”.

La sua è stata una carriera piena di successi e soddisfazioni. “Se penso a Maradona penso allo scudetto a Napoli, 10 maggio 1987: il giorno in cui mi son detto che ce l’avevo fatta – ricorda- Diego era sorriso, generosità, una grandezza umana. Quando non giocavo era lui a mettersi in mezzo fra me e l’allenatore. Le sue auto a disposizione di tutti. Vincemmo lo scudetto e regalò a tutti i compagni tre fedine. Sa che è stato Diego a farmi conoscere Paola? Piaceva a lui e si era fatto dare il numero di telefono, lo segnò su un pezzo di carta. Rubai quel foglietto dai suoi pantaloni”.

Andrea Carnevale, la moglie Beatrice e Simona Ventura (Foto Instagram)

Andrea Carnevale: “Dopo che mio padre uccise mia madre, non ho mai più pianto”

Lo scudetto col Napoli è stato il primo successo. “Ero al settimo cielo, eppure ero l’unico a non piangere – svela -. Non ho mai più pianto dopo la morte di mamma. Sono stato litigioso, ho risposto agli allenatori, e Bianchi ne sa qualcosa, ho preso tantissime multe. Mi battevo, avevo forza. Non più lacrime”. Poi arriva un periodo buio, il doping e la squalifica nel 1990. “Fu colpa mia – ammette -. Ero alla Roma. Fui squalificato per assunzione di uno stimolante, la fentermina, presente nel Lipopil che assumevo per perdere peso. Fuori un anno”. E sull’arresto per droga rivela: “Una telefonata che non dovevo fare, un millantatore che mi accusò. Va bene tutto, ma la droga no! Ho trascorso un mese ai domiciliari, nessuno mi credeva. Anni di processi. Fui assolto”.

Dalle stalle alle stelle, ma Andrea Carnevale non dimentica gli inizi. “Giocavo a pallone perché volevo mangiare un panino – ammette -. Per fame. Quando ero con i dilettanti dicevo: dammi un piatto di gnocchi e un pollo la domenica. Ed ero felice. Poi ne ho guadagnati e spesi tanti,  ma è un attimo ritornare ad avere fame. Serve attenzione. Io sono caduto e ricaduto, un momento prima mi sentivo come dio”. “Ora la mia vita è normale, una parola meravigliosa”, conclude.

Pubblicato il 03/06/2025 14:26

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