Alessandro Cecchi Paone, dopo l’unione civile, racconta della sua nuova vita con il marito Simone Antolini e con la figlia di lui, quella che definisce la sua nuova famiglia. In un’intervista al “Corriere della Sera”, il giornalista racconta il suo coming out con la famiglia, avvenuto circa 20 anni fa: “Ero a pranzo dai miei e ho detto ‘mamma, amo un uomo’. Mi rispose: ‘Impossibile, non sei nato così’. Io rimasi senza parole, tanto le sue erano suonate definitive. Difatti non ne parlò mai più. Ma era del ‘35, per lei i gay si vedevano subito, pettinavano le bambole, io invece anche da ragazzino amavo i film di guerra. Mi ero fidanzato e sposato, adoravo mia moglie”. “Mio padre invece – continua – mi guardò interdetto. Poi azzardò: ‘Non sarà che tra voi si è spenta la passione?’. ‘No. E poi avrei cercato un’altra donna, non un maschio’”.

La prima a saperlo fu sua moglie Cristina. “Glielo confessai piangendo, qui su questo divano – ricorda – Avevo il terrore di perderla. Mi ero innamorato del mio migliore amico. In quel momento. Dopo dieci anni si era rotta la nostra alleanza. Uscì con l’auto e tornò dopo ore. ‘Me ne vado e per un anno non voglio più né vederti né sentirti’. Così è stato. Tosta, ma ha fatto bene. Passato il dolore, abbiamo costruito un altro affetto. Adesso siamo come parenti, guai a chi me la tocca, ha ancora le chiavi di casa”.
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“Mi innamorai di un cameraman, uscivamo in 4: io e Cristina, lui e la compagna”

Alessandro Cecchi Paone rivela di aver rotto il suo matrimonio per “il cameraman dedicato al mio primo piano”: “Forse con questo quotidiano guardarci negli occhi ci siamo accarezzati l’anima. Diventammo migliori amici, uscivamo in 4: io e Cristina, lui e la compagna. In vacanza insieme. Un giorno siamo partiti soltanto io e lui. E la notte ci siamo ritrovati nello stesso letto. Fui sopraffatto da una grande felicità. Chiaro che in me c’era un bisogno inespresso, altrimenti non avrei provato una gioia così clamorosa”. “Durò sei mesi. Poi ci siamo lasciati e persi di vista – racconta ancora -. L’anno scorso mi ha cercato per dirmi che si è sposato con una donna. È tornato alle origini”. Il giornalista e divulgatore scientifico ricorda la sua infanzia: “Ero un bambino studioso, timido, solitario. Poi si sono svegliati gli ormoni e ho cominciato a innamorarmi. La prima volta con una compagna di classe in terzo liceo classico, a 17 anni. Impegnata, femminista, con gonnellona e zoccoli, fu lei a prendere l’iniziativa e a togliermi la verginità, le resto grato in eterno. E persi pure la timidezza, diventai spavaldo, a scuola arringavo le folle, entrai in televisione col Wwf”.

“Il primo amore? Sheril, turca – confida – La costumista di Uno Mattina. Una botta di passione sconvolgente, mi ha rivoltato come un calzino. Fumava le canne. Io fingevo, sono favorevole alla liberalizzazione però non ho mai aspirato. Ma stavo zitto perché col fumo faceva meglio l’amore. Tre anni insieme. Ero ragazzino, diventai uomo, però ero distrutto”.

“Il coming out è arrivato nel 2004, il mio analista non fece una piega”

All’epoca Alessandro Cecchi Paone non era interessato agli uomini. “Non mi sfiorava nemmeno il pensiero – sottolinea – Colleghi, conoscenti. L’amicizia maschile perditempo, ore a parlare di niente, a bere birra, non mi interessava. Fino a 35 anni non ho mai toccato un uomo, di solito i ragazzini lo fanno, magari per gioco. Soltanto una volta, a 15 anni, riflettei sul fatto che tutti i miei amici erano belli. Non me ne rendevo conto ma inseguivo già l’estetica maschile. I brutti e le brutte non mi sono mai piaciuti”. Ma il grande amore è stata la moglie Cristina: “La dolcezza, la tenerezza, la femminilità risolta. Complici. Contavo su di lei, lei su di me, un vero matrimonio. Credevo fosse per sempre e in fondo lo è, non nella stessa forma, ma la donna della mia vita resta lei. Quando ci siamo lasciati, suo padre, generale dell’esercito mi disse: ‘Sei un caballero, cioè un gentiluomo’”. Il coming out è arrivato nel 2004.

“E non ci credeva nessuno – ricorda – Il mio analista non fece una piega: ‘Ah, ora ti piacciono i maschi. Che sarà mai’. E mi inserì nella categoria dei ‘bisessuali diacronici’, che amano donne e uomini in momenti diversi. Per Aldo Busi, genio, ero ‘diversamente etero’. Solo un amico mi disse: ‘Lo avevo capito, avevi più sensibilità del maschio medio romano’. Un altro chiese: ‘Ma come ti è successo?’, come se avessi avuto un incidente”.

“Silvio Berlusconi mi disse: ‘Hai fatto bene, conta su di me’. Era molto avanti”

Alessandro Cecchi Paone racconta della reazione di Silvio Berlusconi: “Mi lodò: ‘Hai fatto bene, conta su di me’. Non me lo aspettavo. Fu fondamentale. Era molto avanti, lui, supermacho. Ribadì che i diritti sono patrimonio della destra libertaria che non è omofoba”. Da quel momento iniziò ad avere i primi rapporti con gli uomini: “Giuseppe Schisano, attore. Bellissimo, un angelo con gli occhi azzurri e gli stivali da cowboy. Fu una storia lunga. Dopo tre anni volle rivedermi e mi invitò a cena. Mi preoccupai: ‘Oddio, vuole ricominciare’. Al tavolo trovai seduta una ragazza bellissima. Pensai di essermi sbagliato, invece era lui. Solo che adesso si chiamava Vittoria. Mi spiegò: ‘Sai, grazie a te l’ho capito, non ero gay, ma una donna che non aveva altra maniera per andare con gli uomini’”. Poi arrivò Rocco, un paracadutista: “Bruno, mimetica e anfibi. Mi fece l’occhiolino alla parata del 2 giugno. Poi mi mandò un bigliettino tramite un amico carabiniere. Ma era combattuto, non combinammo mai niente, storia romantica e frustrante”.

“Mario poi è stato un grande amore – continua – Creatura meravigliosa. Siciliano, occhi verdi da gatto, pelle bianchissima, conosciuto a Milano in piscina. Mi innamorai di lui e del mondo gay. Lo chiamavo Puck, come il folletto. Mi ha tradito. L’ho scoperto, sono sveglio. All’inizio ho perdonato, però non riuscivo più a fidarmi, ogni volta che usciva da solo stavo in ansia. Così ho chiuso a malincuore”.

Alessandro Cecchi Paone: “Mio marito mi contattò sui social, la prima volta gli diedi buca”

Poi l’incontro con l’attuale marito, Simone Antolini, il 22 dicembre del 2023. “Mi contattò sui social. La prima volta gli diedi buca – racconta . Al secondo appuntamento arrivò con la 500 rossa e il seggiolino per i bimbi. ‘Per chi è?’. ‘Per mia figlia Melissa’. Lo trovai un gesto bellissimo e coraggioso. I primi tempi non avevamo una nostra intimità perché Melissa era nella stanza accanto. E veniva a bussare da noi. ‘Che fate?’. ‘Ci facciamo le coccole’. Così abbiamo stretto un patto tra noi due. Una sera il papà dorme con lei, una sera con me”. “Di Simone mi dicevano: ‘È giovane e bello, impazzirai, ti tradirà’ – confessa – Invece non ho paura, sono sereno, il geloso è lui, non si sente abbastanza attraente per me. Non sa come guarda i miei amici, è un porcospino”. Della piccola Melissa dice: “Io che di solito non amo le rotture di scatole, con lei mi sono sciolto come il burro. I primi, affettuosissimi ‘no’ sono stati i miei, all’inizio era stupita, ora ha accettato il mio ruolo educativo. Noi tre siamo una famiglia meravigliosa. Per questa legge crudele non posso adottarla, per me è un grande dolore”.

Poi conclude con amarezza: “Ora non vive con noi. Abbiamo passato due anni felicissimi, io, Simone, Melissa e il cane, era perfetto. Purtroppo la madre ora la vuole nelle Marche, così mio marito fa avanti e indietro e ci vediamo nel weekend. Senza l’adozione non ho titolo legale. Chi sono io per la bambina? Niente”.